La fine del Boeing 747
È considerato il modello che ha reso possibile il trasporto aereo di massa, ma da oggi non ne verranno più prodotti
Martedì 31 gennaio verrà consegnato alla compagnia aerea Atlas Air l’ultimo modello di un aereo Boeing 747: dopo questo non ne sono stati più prodotti. Il primo fu costruito e presentato nel 1968, e da allora è diventato uno dei modelli più importanti della storia dell’aviazione, soprattutto perché di fatto introdusse la possibilità di viaggiare per lunghe tratte a prezzi sostenibili per le masse, grazie a un insieme fino ad allora mai visto di efficienza nel volo e capienza di passeggeri. «Il 747 rimpicciolì il mondo», ha sintetizzato con una metafora al Financial Times lo storico aziendale di Boeing, Michael Lombardi.
L’ultimo modello servirà come aereo per il trasporto merci, come la grandissima parte di quelli che l’azienda aeronautica statunitense Boeing ha venduto negli ultimi anni, nonostante la sua fama sia legata soprattutto al trasporto di passeggeri. Quello del trasporto merci è un mercato in cui la capienza del Boeing 747 può avere ancora oggi una certa utilità, ma in generale era ormai da tempo che l’azienda ne aveva progressivamente ridotto la produzione. L’ultimo per il trasporto dei passeggeri era stato venduto alla compagnia Korean Air nel 2017.
Il motivo principale del declino del Boeing 747 è che è un aereo più costoso da costruire rispetto a modelli più moderni che hanno due soli motori, invece dei suoi quattro, e che garantiscono la stessa efficienza e capienza a costi inferiori. Resta però un modello che gode di un’ottima fama tra i piloti, che generalmente lo considerano tra i più eleganti e comodi da guidare.
È stato per molti anni l’aereo più popolare al mondo, anche tra i non esperti di aviazione, tanto da essere soprannominato “regina dei cieli”. Dentro aveva due corridoi e tre file di posti, era più largo di quelli che venivano prodotti prima, ma anche di quelli con cui si viaggia abitualmente oggi. Una fila orizzontale aveva dai 7 ai 10 posti, con la disposizione più tipica che seguiva lo schema 3-4-3. In più di cinque decenni Boeing ha costruito 1.574 modelli 747 con una capienza di più di cento persone, ma di questi moltissimi potevano portarne anche tra le 350 e le 400, e il modello più capiente superava le 500.
Il Boeing 747 è entrato nell’immaginario comune anche perché dal 1990 è il modello (seppur potenziato) usato per gli Air Force One, ossia il nome con cui vengono chiamati gli aerei su cui viaggiano i presidenti degli Stati Uniti: il contratto con il governo americano, che è ancora in vigore, è una delle ragioni per cui Boeing ha continuato a produrre il modello così a lungo.
Secondo i racconti che hanno fatto i diretti interessati, l’idea del Boeing 747 venne fuori da una conversazione durante una battuta di pesca tra l’allora amministratore delegato di Boeing, Bill Allen, e Juan Trippe, che era il capo della Pan American World Airways (anche nota come Pan Am), un tempo la più grande e importante compagnia aerea degli Stati Uniti, fallita nel 1991. Fino a quel momento la Pan Am aveva usato per i suoi voli di linea i Boeing 707, decisamente più stretti dei 747: la fusoliera, cioè la parte principale del corpo dell’aereo che contiene il carico, era di 3,76 metri, contro i 6,5 che avrebbe avuto il 747.
Trippe voleva ridurre i costi producendo aerei più grandi, convinto che ci fosse una domanda per il trasporto di massa, così chiese ad Allen se non si potesse produrre un aereo più grande del Boeing 707: Allen accettò, nonostante ci fosse un certo scetticismo sulla possibilità che un aereo così grande potesse volare. Il progetto iniziale prevedeva che quell’ampliamento della capienza dei posti fosse garantito da un aereo costruito su due piani, più o meno della stessa larghezza del 707, ma praticamente raddoppiato in altezza: alla fine però il capo della progettazione, Joe Sutter, decise per la fusoliera allargata al posto della disposizione su due piani.
La produzione del Boeing 747 è stata spesso raccontata come eccezionale: parteciparono al progetto 50mila lavoratori, che comprendevano costruttori, meccanici, ingegneri e impiegati. Ci vollero 28 mesi, poco più di due anni, un tempo considerato molto breve per l’epoca e la novità rappresentata dall’aereo costruito.
Fu presentato nel 1968 e il primo volo passeggeri partì nel 1970, sulla tratta della Pan Am che congiungeva New York a Londra. I suoi primi anni coincisero con una grande crisi petrolifera che colpì soprattutto gli Stati Uniti e l’Europa negli anni Settanta, e Boeing rischiò la bancarotta a causa dei grandi costi di sviluppo che aveva richiesto il modello 747, un miliardo di dollari. Negli anni però la richiesta aumentò progressivamente, raggiungendo il suo livello più alto nel 1989, quando Boeing introdusse il modello 747-400, con nuovi motori e materiali più leggeri.
Già dopo i primi anni però fu chiaro il suo impatto culturale: le poste statunitensi gli dedicarono un francobollo, e finì citato persino in una canzone della nota cantautrice canadese Joni Mitchell del 1976, Amelia: «Ho sognato 747 sopra fattorie geometriche», diceva uno degli ultimi versi.