Alfredo Cospito è stato trasferito nel carcere di Opera, a Milano
Per il peggioramento delle sue condizioni di salute, dovute allo sciopero della fame che sta facendo dal 19 ottobre contro il 41-bis
È stato deciso il trasferimento nel carcere di Opera, in provincia di Milano, di Alfredo Cospito, l’anarchico detenuto nel carcere di Sassari che dal 19 ottobre sta facendo uno sciopero della fame contro il 41-bis, il cosiddetto “carcere duro”. Lo ha fatto sapere il suo avvocato, Flavio Rossi Albertini. Il trasferimento è stato deciso per ragioni mediche, dato che negli ultimi giorni le sue condizioni di salute erano peggiorate notevolmente e i medici che lo avevano visitato avevano chiesto che venisse spostato in una struttura meglio attrezzata di quella di Sassari.
Lunedì il suo avvocato ha specificato che Cospito sarà ricoverato nel padiglione del Servizio assistenza intensificata del carcere di Opera, dove si trovano detenuti affetti da gravi patologie. Rimarrà comunque per lui il regime di 41-bis.
Nella serata di lunedì, dopo che l’argomento era stato trattato nel Consiglio dei Ministri, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha confermato con un comunicato che le condizioni di detenzione di Cospito non cambieranno: «È stato trasferito perché la tutela della salute di ogni detenuto costituisce un’assoluta priorità. Ma per quanto di mia competenza, ritengo di non revocare il regime di 41 bis». Nel comunicato si aggiunge che la decisione verrà presa dalla Corte di Cassazione nell’udienza prevista per il 7 marzo.
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Alfredo Cospito ha 55 anni e si riconosce nella Fai-Fri, Federazione anarchica informale – Fronte rivoluzionario internazionale. È la stessa sigla della Fai, Federazione anarchica italiana, ma mentre quest’ultima condanna la violenza come metodo di lotta, la Federazione anarchica informale vi può fare ricorso. La Fai a cui aderisce Cospito è composta da cellule diverse in vari paesi che agiscono in maniera del tutto autonoma.
Nel 2013 Cospito fu condannato a dieci anni e otto mesi di carcere per aver ferito a Genova, con colpi di pistola alle gambe, il dirigente dell’Ansaldo Roberto Adinolfi. Quando era già in carcere venne accusato di aver posizionato, nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006, due pacchi bomba davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. L’esplosione non causò né morti né feriti.
Per quell’attentato venne condannato a 20 anni di carcere e fu inserito nel circuito penitenziario ad alta sicurezza previsto per reati di tipo associativo che sono sottoposti a sorveglianza più stretta e che comprende limitazioni ma salvaguarda alcune garanzie e diritti: Cospito poteva per esempio scrivere per pubblicazioni di area anarchica, cosa che ha continuato a fare. Nel 2022, dopo sei anni di detenzione, il ministero della Giustizia aveva però deciso di sottoporlo al regime di 41-bis.
L’altra misura contro cui Alfredo Cospito ha intrapreso lo sciopero della fame è la possibilità che la sua pena venga tramutata in ergastolo ostativo. Per gli attentati di Fossano, Cospito fu condannato in primo e secondo grado a 20 anni di carcere in base all’articolo 422 del codice penale, e cioè strage comune (non esiste il reato di tentata strage). Ma lo scorso maggio la Corte di cassazione aveva però ritenuto, su richiesta del procuratore generale, cioè dell’accusa, che il reato per cui Cospito dovesse essere giudicato non era quello di strage comune, bensì di “strage politica” secondo l’articolo 285 del codice penale. La “strage politica” è considerata più grave, prevede la pena dell’ergastolo ed è un reato ostativo, che esclude cioè la possibilità di accedere ai benefici previsti dalla legge a meno che non si collabori con la giustizia.
Contro l’applicazione del 41-bis Cospito ha presentato un ricorso alla Corte di Cassazione. Inizialmente la Cassazione aveva fissato la prima udienza sul ricorso per il 20 aprile, salvo poi anticiparla al 7 marzo. Secondo Angelica Milia, la medica che lo sta seguendo, se Cospito continuasse a non mangiare morirebbe prima del 20 aprile.
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