L’europeista Petr Pavel ha vinto le elezioni presidenziali in Repubblica Ceca
Ha sconfitto l'ex primo ministro populista Andrej Babis, più volte accusato di corruzione
L’ex generale dell’esercito in pensione Petr Pavel è stato eletto presidente della Repubblica Ceca: ha sconfitto Andrej Babis, ex primo ministro più volte accusato di corruzione. Ha ottenuto il 58,3 per cento dei voti contro il 41,6 per cento dell’avversario: è un vantaggio mai registrato prima all’interno di un’elezione presidenziale nel paese.
Pavel ha 61 anni, ha fatto una lunga carriera all’interno della NATO e ha delle posizioni vicine all’Unione europea: andrà a sostituire il presidente Milos Zeman, che aveva promosso stretti legami con la Russia prima dell’invasione dell’Ucraina ma negli ultimi mesi ha espresso il suo sostegno al governo di Volodymyr Zelensky. Zeman sosteneva l’avversario di Pavel, Babis, che attualmente è a capo del più grande partito di opposizione nel parlamento ceco.
In Repubblica Ceca il presidente della Repubblica ricopre un ruolo principalmente cerimoniale, ma deve anche nominare il governo, selezionare il governatore della banca centrale e dei giudici costituzionali, e in caso di invasione serve come comandante delle forze armate.
Babis, che è un imprenditore miliardario, ha condotto una campagna molto aggressiva contro Pavel, accusandolo di essere un guerrafondaio e definendo sconsiderate e irresponsabili le posizioni europeiste e a sostegno dell’Ucraina di Pavel.
L’ex primo ministro aveva anche alluso alla possibilità di rifiutarsi di aderire a uno dei principi fondamentali della NATO, l’alleanza militare che comprende una parte dei paesi occidentali e anche la Repubblica Ceca: quello del meccanismo di mutua difesa in caso di attacco previsto dall’articolo 5 del trattato fondativo dell’alleanza. Durante un dibattito televisivo, aveva sostenuto che non avrebbe inviato soldati per difendere la Polonia o altri paesi europei nel caso in cui venissero attaccati.
Da parte sua, Pavel si è candidato come indipendente e pragmatico, dicendo di «non voler dare al paese false speranze, ma di descrivere invece la realtà com’è». Durante la campagna elettorale aveva presentato Babis come una minaccia alla tenuta della democrazia in Repubblica Ceca, dicendo che «il pericolo è che [se vincerà Babis] non solo scivoleremo verso il populismo ma rischieremo di deviare dal percorso che abbiamo seguito negli ultimi 30 anni: democratico, occidentale ed europeista».
Pavel ha promesso di mantenere saldamente il paese all’interno sia dell’Unione europea che della NATO. Si è detto anche favorevole all’adozione dell’euro da parte della Repubblica Ceca, all’invio di aiuto e sostegno continui all’Ucraina, e al matrimonio per le coppie omosessuali.