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  • Venerdì 27 gennaio 2023

Gli studi legali di Londra che hanno difeso il capo del gruppo Wagner

Per anni il capo dei più famosi mercenari russi ha evitato sanzioni e attaccato la stampa grazie alle garanzie giudiziarie occidentali

Yevgeny Prigozhin (Sergei Ilnitsky/Pool Photo via AP, File)
Yevgeny Prigozhin (Sergei Ilnitsky/Pool Photo via AP, File)
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Da alcuni mesi una delle persone più importanti e influenti nel conflitto tra Russia e Ucraina è Yevgeny Prigozhin, un imprenditore russo alleato del presidente Vladimir Putin, che ha fondato e gestisce il gruppo Wagner. Il gruppo Wagner è un battaglione di mercenari che secondo le stime conta circa 50 mila uomini ed è composto soprattutto da ex militari ed ex carcerati: è affiliato all’esercito russo e negli ultimi mesi ha avuto un ruolo fondamentale sul fronte in Ucraina, soprattutto nei duri combattimenti per la cittadina di Bakhmut.

Prima dell’intervento in Ucraina, Prigozhin aveva usato il gruppo Wagner per sostenere gli interessi del regime russo in varie altre zone del mondo, compresi alcuni paesi africani, e prima ancora era stato accusato di aver cercato di influenzare il risultato delle elezioni statunitensi del 2016 coordinando e finanziando le operazioni di disinformazione russe. Per queste ragioni Prigozhin è stato sanzionato da vari stati occidentali. Il modo in cui ha cercato di difendere se stesso e il proprio patrimonio, e al tempo stesso di evitare le sanzioni, è diventato oggetto di numerose inchieste giornalistiche recenti, favorite anche dalla pubblicazione dei documenti riservati di uno dei maggiori studi di avvocati russi, dopo un attacco informatico.

L’inchiesta giornalistica più recente su come Prigozhin abbia cercato di evitare le sanzioni e difendere i propri interessi in Occidente è stata pubblicata dal Financial Times, ma negli scorsi mesi ne sono uscite varie altre. Il punto di partenza di tutte le inchieste è il furto informatico, compiuto l’anno scorso, di migliaia di documenti dello studio di avvocati russo Capital Legal Services (CLS), che per anni ha difeso Prigozhin. Dai documenti emerge come Prigozhin abbia cercato di sfruttare le garanzie offerte ai cittadini dai sistemi giudiziari occidentali – soprattutto quello britannico – per evitare le sanzioni dell’Occidente stesso e abbia anche cercato di contrattaccare, per esempio querelando i giornalisti che si occupavano delle sue attività più controverse.

A queste attività hanno collaborato anche molti rispettati studi di avvocati occidentali. Ovviamente non c’è niente di illegale nel difendere e rappresentare persone che, come Prigozhin, sono sospettate di crimini molto gravi. Ma i documenti legali ottenuti dai giornali sollevano comunque varie questioni etiche, soprattutto per gli studi coinvolti.

Prigozhin
Yevgeny Prigozhin, in maniera simile a Vladimir Putin, ha avuto origini piuttosto umili. Nato a San Pietroburgo, come Putin, in gioventù fu un piccolo criminale che trascorse alcuni anni in carcere dopo essere stato arrestato per rapina. Uscito dal carcere nel 1990, in concomitanza con il crollo dell’Unione Sovietica, Prigozhin cominciò a lavorare come venditore di hot dog.

Fece rapidamente carriera mostrando un notevole spirito imprenditoriale, e nel giro di qualche anno arrivò a gestire una serie di ristoranti di lusso a San Pietroburgo. Qui incontrò Putin, che allora era vicesindaco della città. Quando Putin divenne presidente della Russia, Prigozhin cominciò a organizzare le cene di gala con i dignitari invitati dal presidente a Mosca: ci sono foto di Prigozhin con George W. Bush, con l’allora principe Carlo del Regno Unito, con il primo ministro indiano Narendra Modi e moltissimi altri. Fu in quel periodo che Prigozhin divenne famoso come “il cuoco di Putin” o “lo chef del Cremlino”.

Prigozhin serve un piatto a Putin nel 2011 (AP Photo/Misha Japaridze, Pool, File)

Prigozhin differenziò rapidamente le proprie attività. Nel 2014 fondò il gruppo paramilitare Wagner, che operò in numerosi conflitti nel mondo, spesso per sostenere gli interessi nazionali russi, e altrettanto spesso commettendo violenze, atrocità e crimini di guerra. Il gruppo Wagner è oggi considerato uno dei gruppi di mercenari più efficienti del mondo, spesso accusato da organizzazioni internazionali di crimini di guerra e di utilizzo di sistemi di tortura. È sotto sanzioni sia da parte dell’Europa sia da parte degli Stati Uniti, che tra le altre cose potrebbero nelle prossime settimane dichiararlo una organizzazione terroristica.

– Leggi anche: Che cos’è il gruppo Wagner

Nel 2018, inoltre, il governo americano ha accusato Prigozhin di aver finanziato e creato la “troll farm” che avrebbe tentato di influenzare le elezioni americane vinte da Donald Trump diffondendo notizie false sui social media.

Soprattutto con la guerra in Ucraina, però, quando il gruppo Wagner ha avuto un ruolo fondamentale in alcune aree del fronte, Prigozhin ha assunto un’influenza eccezionale in Russia: secondo molti analisti, sarebbe oggi la seconda persona più potente del paese dopo Vladimir Putin.

A causa delle attività del gruppo Wagner e del suo coinvolgimento nell’invasione russa dell’Ucraina, Prigozhin è stato oggetto di provvedimenti legali e sanzioni in numerosi paesi occidentali. I documenti legali di CLS mostrano alcune delle operazioni che Prigozhin potrebbe aver messo in atto per mantenere attivi i suoi traffici e cercare di evitare le sanzioni. Prigozhin, per esempio, è proprietario di Meroe Gold, un’azienda mineraria sudanese che si occupa di estrazione dell’oro. Meroe Gold è stata messa sotto sanzioni nel 2020, ma il Financial Times ha scoperto che da quel momento avrebbero cominciato a operare al suo posto altre aziende non sanzionate ma comunque a lui riconducibili.

In almeno un caso, infatti, un carico aereo spedito dal Sudan alla Russia che ufficialmente avrebbe dovuto contenere biscotti in realtà trasportava quintali d’oro.

Reputazione
L’altra notevole attività degli studi di avvocati che lavoravano per Prigozhin era quella di «proteggere la reputazione» del loro assistito, cercando di smentire i suoi collegamenti con le varie operazioni controverse e illecite di cui si occupava. La parte più sorprendente riguarda il fatto che fino a pochi mesi fa sia Prigozhin sia i suoi avvocati hanno sempre negato ogni suo collegamento con il gruppo Wagner.

Benché fosse ampiamente e pubblicamente noto da anni, Prigozhin ha ammesso di essere il fondatore e finanziatore del gruppo Wagner soltanto pochi mesi fa, nel pieno dell’invasione dell’Ucraina. Da allora, Prigozhin è andato più volte al fronte, si è fatto filmare mentre parlava ai suoi mercenari, oppure mentre reclutava carcerati russi promettendo in cambio l’eliminazione della pena. A novembre del 2022 Prigozhin ha perfino aperto una sede fisica del gruppo Wagner, in un grande edificio a San Pietroburgo. Negli scorsi mesi ha anche ammesso di essere dietro al tentativo di influenzare le elezioni americane.

Prima dello scoppio della guerra in Ucraina, però, Prigozhin e i suoi avvocati occidentali avevano fatto di tutto per negare ogni collegamento col gruppo. Ancora nel 2020 CLS, assieme agli avvocati dell’importante studio londinese Phillips Lewis Smith, aveva inviato alla Corte di giustizia dell’Unione Europea un documento in cui sosteneva che Prigozhin «non è a conoscenza di un’entità chiamata gruppo Wagner. (…). Non ha e non ha mai avuto nessuno collegamento né stretto né finanziario con nessuna entità chiamata gruppo Wagner».

Per sostenere questa tesi falsa, Prigozhin e i suoi avvocati occidentali avevano anche cercato di intimorire la stampa. In particolare lo studio di avvocati londinese Discreet Law aveva intentato, a nome di CLS e di Prigozhin, una causa contro Eliot Higgins, il giornalista e ricercatore fondatore del sito Bellingcat, che aveva pubblicato ampie e documentate inchieste su Prigozhin e sul gruppo Wagner. La causa, presentata nel dicembre del 2021, sosteneva che Higgins con le sue inchieste avesse «danneggiato gravemente […] la reputazione» di Prigozhin. A un certo punto, secondo i documenti di CLS, si pensò perfino a una causa contro BBC, che tuttavia fu abbandonata.

La causa contro Higgins è stata abbandonata lo scorso maggio, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ma a Higgins sono rimaste da pagare circa 70 mila sterline (poco meno di 80 mila euro) di spese legali.

Tra le altre cose i giornali che si sono occupati del caso hanno notato che per poter presentare una querela in un tribunale britannico a nome di un cittadino russo sotto sanzioni, gli avvocati londinesi di Discreet Law avevano bisogno di una speciale autorizzazione da parte del ministero del Tesoro britannico: la ottennero facilmente. Il ministro del Tesoro al tempo era l’attuale primo ministro, Rishi Sunak, anche se questo non significa necessariamente che Sunak abbia avuto un qualche coinvolgimento nella vicenda.