La mozione di sfiducia contro il governo greco per lo scandalo sulle intercettazioni
Le opposizioni accusano il governo di Kyriakos Mitsotakis di aver spiato alleati e avversari politici: il voto si terrà venerdì
Venerdì il governo greco affronterà una mozione di sfiducia in parlamento per il grosso caso di spionaggio politico emerso ad agosto del 2022: il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, che guida un governo di centrodestra, è accusato dai partiti di opposizione di aver organizzato intercettazioni di massa su alleati e avversari politici, servendosi dei servizi segreti del paese.
È molto improbabile che il governo venga effettivamente sfiduciato, dal momento che il partito di Mitsotakis, Nuova Democrazia, ha una maggioranza di 156 seggi su 300 nel parlamento monocamerale greco. Il voto riflette però un periodo particolarmente difficile per Mitsotakis, che in primavera dovrà affrontare nuove elezioni politiche dopo aver eroso in pochi mesi quasi tutto il vantaggio nei consensi che aveva accumulato prima dello scandalo.
La mozione di sfiducia è stata presentata da Alexis Tsipras, leader del principale partito d’opposizione, Syriza (di sinistra), e già primo ministro greco dal 2015 al 2019. Depositando la mozione in parlamento, Tsipras ha definito lo scandalo che ha coinvolto Mitsotakis «la più profonda deviazione dallo stato di diritto che il paese abbia mai visto nella sua storia moderna», e ha detto agli altri parlamentari: «Abbiamo il dovere storico di agire». Con ogni probabilità tutti i partiti di opposizione voteranno uniti la sfiducia al governo.
Lo scandalo sullo spionaggio era nato quando Nikos Androulakis, il leader del Partito Socialista (PASOK, terza forza politica del paese dopo Nuova Democrazia e Syriza), aveva denunciato di essere stato intercettato per mesi dai servizi segreti greci. Erano state le autorità europee ad avvertirlo dello spionaggio, perciò le accuse furono da subito considerate fondate. Gli era stato spiegato che il suo telefono era stato messo sotto controllo con il malware Predator, un software che permette di accedere a tutti i contenuti e di registrare audio e video per spiare chi utilizza il telefono.
In Grecia i servizi segreti dipendono direttamente dall’ufficio del primo ministro: lo aveva stabilito lo stesso Mitsotakis in uno dei suoi primi atti di governo. Anche per questo il suo coinvolgimento nello scandalo era stato immediato, nonostante lui avesse detto di non saperne niente e avesse cercato sostanzialmente di scaricare tutta la responsabilità sui servizi segreti. Il caso aveva provocato le dimissioni dei vertici dei servizi segreti e del segretario generale del primo ministro, cioè di uno dei più stretti collaboratori di Mitsotakis (che è anche suo nipote), che però aveva negato ogni coinvolgimento.
L’inchiesta parlamentare per accertare le responsabilità sullo scandalo era arrivata alla conclusione che l’operazione fosse legale, per quanto inopportuna, e che non ci fossero prove del coinvolgimento diretto del governo. I partiti di opposizione, e soprattutto Syriza, avevano però contestato il fatto che l’inchiesta fosse stata condotta proprio da Nuova Democrazia, il partito di Mitsotakis, e ne avevano messo in dubbio l’attendibilità. Alcune inchieste giornalistiche greche avevano riferito che almeno 50 persone fossero state spiate con malware Predator sui loro telefoni, compresi politici e giornalisti.
Tsipras, che insieme al suo partito chiede da mesi le dimissioni del primo ministro, ha detto che con il voto di sfiducia Mitsotakis sarà perlomeno costretto a dare spiegazioni in parlamento e a rispondere alle domande dell’opposizione sul caso. Una delle questioni più stringenti, secondo Tsipras, è spiegare quali ragioni di sicurezza nazionale fossero alla base dello spionaggio.
Nonostante le accuse, Nuova Democrazia di Mitsotakis resta il partito favorito per le elezioni che si terranno in primavera. Questa volta però difficilmente riuscirà ad arrivare alla maggioranza assoluta da solo, e dopo lo scandalo trovare alleati politici per formare un governo non sarà semplice: dalle prossime elezioni potrebbe quindi uscire un periodo di instabilità politica per il paese.