L’esercito israeliano ha ucciso almeno 10 palestinesi a Jenin, in Cisgiordania
In una delle operazioni più violente degli ultimi anni nel territorio occupato da Israele: ci sono anche molti feriti
Giovedì l’esercito israeliano ha ucciso almeno 10 palestinesi nel corso di un’operazione militare nel campo profughi di Jenin, in Cisgiordania (la fascia di territorio che Israele occupa dal 1967 e che i palestinesi rivendicano come propria): è considerata una delle operazioni più violente degli ultimi anni.
Tra le persone uccise c’è anche una donna di 60 anni, Magda Obaid; e diverse altre persone sono state ferite (non è chiaro quante).
L’esercito ha sostenuto di essere intervenuto per sventare un potenziale «attacco terroristico» che, secondo la sua ricostruzione, stavano preparando le persone ospitate nel campo profughi. Nel corso dell’operazione ci sono stati scontri tra i palestinesi e i soldati israeliani, con questi ultimi che hanno sparato per reprimere le proteste. L’esercito israeliano ha anche detto di aver preso di mira i militanti armati, ma non è ancora chiaro quante delle persone uccise fossero effettivamente armate e quante no.
Il ministro della Sanità palestinese May Al-Kaila ha anche accusato l’esercito israeliano di aver sparato gas lacrimogeni nel reparto pediatrico di un ospedale, causando problemi respiratori ai bambini ricoverati. L’esercito ha risposto dicendo che i gas lacrimogeni entrati nell’ospedale provenivano dagli scontri e non erano stati intenzionalmente sparati all’interno.
Jenin è uno dei luoghi più importanti della resistenza palestinese, dove nell’ultimo anno l’esercito israeliano aveva compiuto diverse operazioni militari. Il campo profughi in cui ci sono stati gli scontri è lo stesso dove nel maggio del 2022 era stata uccisa la giornalista di Al Jazeera Shireen Abu Akleh, che stava documentando un’operazione dell’esercito israeliano.
Le violenze di giovedì sono state compiute a poche settimane dall’insediamento del nuovo governo israeliano, il più di destra di sempre, che ha fatto capire di voler adottare una linea molto dura nei confronti dei palestinesi, intensificando la costruzione di insediamenti illegali nei loro territori. A seguito delle violenze di giovedì il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha dichiarato tre giorni di lutto.
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