Chi è il nuovo primo ministro della Nuova Zelanda
Chris Hipkins si è fatto conoscere soprattutto per la gestione della pandemia: si è insediato oggi al posto di Jacinda Ardern
Mercoledì mattina il nuovo leader del Partito Laburista neozelandese Chris Hipkins ha giurato come 41esimo primo ministro della Nuova Zelanda. Hipkins ha 44 anni, è un politico noto nel paese ed era stato l’unico a candidarsi alla guida dei Laburisti dopo le sorprendenti dimissioni di Jacinda Ardern, prima ministra in carica dal 2017: in Nuova Zelanda infatti il leader del partito di maggioranza assume automaticamente l’incarico di primo ministro. Per Hipkins adesso comincia un mandato piuttosto complesso: dovrà infatti recuperare i consensi persi negli ultimi tempi dai Laburisti, soprattutto in vista delle elezioni parlamentari previste per il prossimo ottobre.
Hipkins era stato eletto per la prima volta in parlamento nel 2008. Prima di diventare leader del partito occupava il ruolo di ministro per la Polizia e per l’Istruzione nel governo di centrosinistra di Ardern, di cui era uno stretto collaboratore. Era stato nominato ministro della Salute nel luglio del 2020, ma in Nuova Zelanda si era fatto conoscere in particolare per essere stato il ministro incaricato della gestione dell’emergenza Covid-19 dalla fine dello stesso anno.
Si è insediato ufficialmente con una cerimonia nella capitale Wellington, dopo che la governatrice generale Cindy Kiro (cioè la persona incaricata di rappresentare la corona britannica in Nuova Zelanda) aveva accettato le dimissioni di Ardern.
Il nuovo primo ministro ha la reputazione di essere una persona pragmatica e capace di aggiustare le cose, ma è apprezzato anche per il suo senso dell’umorismo. In questi giorni ha ammesso che durante la pandemia furono fatti alcuni errori e che certe misure, come quelle su isolamento e quarantena, avrebbero dovuto essere allentate prima (questo è un tema che è stato molto discusso in Nuova Zelanda).
Soprannominato “Chippy” per via delle sue iniziali, fu anche al centro di alcune storie diventate virali: finì sui giornali per un’insolita torta di compleanno a base di pasta sfoglia e salsiccia, e per la gaffe in cui disse che i neozelandesi avrebbero dovuto mantenere il distanziamento fisico mentre «aprivano le gambe» (avrebbe voluto dire “stiracchiare” le gambe, “stretch their legs”, ma aveva usato la parola “spread”, che significa aprire, divaricare o diffondere).
In una successiva conferenza stampa, fu visto con una tazza che aveva la scritta ironica “Spread your legs, not the virus”: aprite le gambe, non diffondete il virus.
In una conferenza stampa che si è tenuta dopo il giuramento, Hipkins ha detto di voler concentrare la propria azione di governo nel contrastare l’aumento dell’inflazione e del costo della vita, e nel gestire il tema dell’immigrazione che nel tempo si è intrecciato a quello della carenza di lavoratori in certi settori dell’economia del paese. Venerdì ha detto inoltre che discuterà di un possibile rimpasto di governo con gli attuali ministri.
Il compito più complicato per il nuovo primo ministro comunque sarà quello di aumentare i consensi del partito Laburista, soprattutto in vista delle elezioni previste per il 14 ottobre. Nonostante il governo di Ardern godesse di un’ottima fama a livello internazionale, ultimamente aveva perso popolarità tra gli elettori neozelandesi.
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Ardern ha 42 anni, era entrata in carica a 37 e prima di annunciare le dimissioni aveva appena cominciato il suo sesto anno di mandato. Negli ultimi mesi il suo governo aveva dovuto affrontare diverse critiche, sia per via della gestione della pandemia da coronavirus, che alla lunga aveva scontentato una buona parte della popolazione, sia per quanto riguarda alcune promesse elettorali non rispettate, a detta di molti elettori insoddisfatti. Alle ultime elezioni politiche dell’ottobre del 2020 il Partito Laburista aveva ottenuto una vittoria di dimensioni storiche, con quasi il 50 per cento dei voti. Secondo un recente sondaggio di 1News, oggi i Laburisti sono però dati al 33 per cento, dietro al Partito Nazionale, di orientamento conservatore, al 38 per cento.
Prima dell’annuncio della settimana scorsa erano già circolate voci sul fatto che Ardern potesse dimettersi prima delle elezioni, ma non ce lo si aspettava con così tanto anticipo.
Nel suo ultimo giorno come prima ministra, Ardern ha tenuto un breve discorso di saluti a Ratana, a nord di Wellington, dove era andata assieme a Hipkins e ad altri politici in occasione delle celebrazioni per la nascita di Tahupotiki Wiremu Ratana, maori fondatore di una religione nei primi anni del Novecento.
Ardern ha ringraziato i neozelandesi per quello che ha definito «il privilegio più grande della [sua] vita» e ha aggiunto di lasciare l’incarico «con molto più amore e affetto per la gente dell’Aotearoa/Nuova Zelanda rispetto a quando aveva cominciato» (Aotearoa è il toponimo maori del paese). L’ormai ex prima ministra si è rifiutata di rispondere a domande di natura politica, precisando che adesso spettano al suo successore, e ha poi detto di essere «pronta a essere un sacco di cose. Sono pronta a essere una deputata. Sono pronta a essere una sorella e una mamma».
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