Le molte dimissioni nel governo ucraino
Funzionari di vario livello, tra cui quattro viceministri, hanno lasciato il loro incarico dopo avere subìto accuse di corruzione
Mercoledì molti importanti membri del governo ucraino, fra cui quattro viceministri, hanno dato le dimissioni a causa di alcune accuse di corruzione fatte dalla stampa locale. Domenica sera il presidente ucraino Volodymyr Zelensky aveva annunciato di voler procedere a una riorganizzazione dei funzionari di alto livello, anche in ambito ministeriale, per rispondere ai crescenti sospetti di corruzione.
Le prime dimissioni sono state quelle di Kyrylo Tymoshenko, vice capo della segreteria del presidente, implicato in uno scandalo relativo all’uso a fini privati di auto di lusso messe a disposizione dal governo per svolgere il proprio incarico. Tymoshenko era una figura molto vicina a Zelensky, era stato importante nella sua campagna elettorale e dopo l’inizio della guerra aveva spesso svolto il ruolo di portavoce.
Le sue dimissioni sono state seguite da quelle del vice ministro della Difesa Vyacheslav Shapovalov, accusato di aver pagato cifre eccessive per le forniture di cibo destinate all’esercito. Shapovalov si è dimesso negando le accuse di corruzione, sostenendo che l’eccessivo pagamento fosse stato frutto di un errore e giustificando la scelta di farsi da parte in virtù del «bene superiore» del ministero della Difesa. Lo stesso ministro della Difesa, Oleksii Reznikov, potrebbe dover rispondere dello scandalo.
A distanza di poche ore è stato inoltre sostituito il vice procuratore generale Oleksiy Symonenko, anche se il suo ufficio ha specificato che la richiesta era arrivata «dallo stesso Symonenko». Gli organi di stampa ucraini hanno poi riferito la notizia delle dimissioni dei governatori regionali di Dnipropetrovsk, Zaporizhzhia, Kiev, Sumy e Kherson, dei vice ministri per lo Sviluppo Ivan Lukeryu e Vyacheslav Negoda e del vice ministro per le Politiche sociali Vitaliy Muzychenko.
Secondo molti media ucraini, nel corso delle prossime ore potrebbero arrivare nuove dimissioni, mentre Zelensky ha annunciato altre decisioni già oggi, o nei prossimi giorni: potrebbero comprendere anche sostituzioni di ministri.
A dare inizio a questa operazione anti-corruzione, oltre alle inchieste giornalistiche, era stato l’arresto compiuto sabato del vice ministro per le Infrastrutture Vasyl Lozinsky, con l’accusa di aver ricevuto a settembre una tangente di oltre 300.000 euro per una fornitura di generatori. Lozinsky ha negato le accuse.
L’Ucraina ha una lunga storia di corruzione: nella classifica del 2021 di Transparency International, organizzazione internazionale non governativa che si occupa di corruzione, occupa il posto numero 122 su 180 stati, appena davanti a Gabon e Messico, ma con i punteggi peggiori fra gli stati europei. Zelensky aveva incentrato parte della sua campagna presidenziale del 2019 sulla lotta alla corruzione e nel discorso di domenica ha detto: «Prometto che non si tornerà alle abitudini del passato». In ballo non c’è solo la sua credibilità politica, ma anche quella internazionale del paese, che dopo l’invasione subita dalla Russia sta ottenendo sovvenzioni e aiuti, sotto varia forma, da molti paesi esteri. David Arakhamia, capo del Partito Servitore del Popolo, lo stesso del presidente, ha invece ipotizzato che per punire gli eventuali corrotti possa essere usata la «legge marziale».