Un’altra grossa causa del governo americano contro Google
È la seconda in pochi anni: il motore di ricerca è accusato di abusare della sua posizione dominante nel mercato della pubblicità online
Martedì il dipartimento di Giustizia del governo degli Stati Uniti ha denunciato Alphabet, la società che controlla Google, accusandola di abusare della sua posizione dominante nel mercato della pubblicità online: nella denuncia il dipartimento di Giustizia sostiene che Google abbia «usato mezzi anticompetitivi, escludenti e illegali per eliminare o diminuire drasticamente qualsiasi minaccia al suo dominio sulle tecnologie pubblicitarie digitali».
Oltre alla pubblicità sul suo motore di ricerca (quella che permette ai siti di mostrarsi per primi nelle ricerche con la dicitura “annuncio”), Google infatti guadagna attraverso un suo sistema che mette in collegamento gli inserzionisti con i giornali e gli altri siti web che vogliono ospitarli. Sia gli inserzionisti che i siti in passato si sono lamentati del ruolo di intermediario di Google, a cui però non possono rinunciare, sostenendo che non sia sufficientemente trasparente sui termini degli accordi che vengono stipulati, e quindi su quanti soldi vadano alle due parti dell’accordo e quanti invece a Google.
L’obiettivo del governo americano è fare in modo che Google venga costretta a vendere tutta la sua divisione che si occupa di mediare i rapporti pubblicitari tra siti e inserzionisti, perché in questa mediazione approfitterebbe di una posizione di sostanziale monopolio. Complessivamente la pubblicità è responsabile di circa l’80 per cento delle entrate di Alphabet, mentre la sola attività di intermediazione vale circa il 12 per cento delle sue entrate.
Lo scorso anno per evitare la causa legale Google aveva proposto di separare la sua divisione che gestisce la pubblicità digitale creando un’altra società, ma sempre controllata da Alphabet: il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha rifiutato questa soluzione e ha deciso di fare causa a Google. Otto stati americani si sono già uniti alla causa del dipartimento di Giustizia, compresa la California in cui Google ha sede.
Questa è la seconda grossa causa che il governo degli Stati Uniti apre contro Alphabet in pochi anni, e si inserisce in un più ampio tentativo di limitare il potere delle grandi aziende tecnologiche online: oltre ad Alphabet, tra queste ci sono soprattutto Amazon e Meta (la società che possiede Facebook e WhatsApp).
Nel 2020 il governo americano aveva già denunciato Alphabet in una causa legata alla legislazione sulla concorrenza, quella che viene anche detta “antitrust”, accusandola di esercitare un monopolio sugli altri motori di ricerca e di mantenere la sua posizione dominante grazie ad accordi illegittimi con altre aziende. Il processo per quel caso è previsto per settembre.
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