Le accuse alla Russia per le lettere-bomba inviate a politici e ambasciate in Spagna
Arrivano da fonti di tre intelligence occidentali
C’è un importante sviluppo nelle indagini in corso sulle sei buste da lettera con all’interno un ordigno esplosivo inviate tra fine novembre e inizio dicembre ad alcune importanti sedi istituzionali e diplomatiche spagnole, tra cui l’ufficio del primo ministro Pedro Sánchez. Secondo funzionari dell’intelligence statunitense ascoltati dal New York Times, gli ordigni sarebbero stati confezionati e inviati da alcuni membri di un gruppo di estrema destra che avrebbero agito per ordine della principale agenzia di intelligence militare russa, il cosiddetto GRU.
I funzionari in questione hanno riferito alcune conclusioni a cui sono giunte, collaborando, l’intelligence americana, inglese e spagnola: il gruppo di estrema destra potrebbe essere il Movimento imperiale russo, fondato nel 2002. Il movimento promuove il suprematismo bianco ed è considerato un’organizzazione terroristica dagli Stati Uniti: la sua base e i suoi centri di addestramento sono in Russia, vicino a San Pietroburgo, ma il gruppo ha membri in tutta Europa, tra cui alcuni molto influenti in Spagna. L’agenzia di intelligence militare GRU è la stessa coinvolta in altre attività di sabotaggio compiute dalla Russia in diversi paesi occidentali: fu per esempio responsabile delle interferenze nelle elezioni presidenziali statunitensi del 2016.
Le conclusioni raggiunte dai funzionari delle tre intelligence occidentali suggeriscono che le lettere-bomba fossero una ritorsione russa per il sostegno dato dalla Spagna al governo ucraino, oltre che una specie di avvertimento rivolto ad altri paesi membri della NATO, l’alleanza militare che comprende una parte dei paesi occidentali e che sta inviando mezzi e aiuti militari all’Ucraina.
I funzionari dell’intelligence americana hanno detto comunque che al momento non ci sono segnali concreti sull’eventuale intenzione del governo russo o di organi collegati di organizzare e pianificare qualche altro attacco in Europa.
Le sei lettere-bomba erano state inviate, oltre che all’ufficio di Sánchez, anche all’ambasciata statunitense, a quella ucraina, al ministero della Difesa spagnolo, a una base aerea di Torrejón, poco fuori da Madrid, e a un’azienda che produce armi a Saragozza. Parte degli ordigni era stata disinnescata prima che esplodesse o detonata in sicurezza dalle forze dell’ordine: uno invece era scoppiato nell’ambasciata ucraina, ferendo un dipendente.
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