Quanto hanno influito le minacce sulle dimissioni di Jacinda Ardern
Lei dice poco, ma colleghi ed esperti stanno sottolineando come avessero raggiunto livelli inediti e forse insostenibili
Nel suo discorso di dimissioni di giovedì scorso la ex prima ministra della Nuova Zelanda Jacinda Ardern ha motivato così la sua decisione: «so cosa richiede questo lavoro e so che non ho più abbastanza energie per rendergli giustizia». Ha precisato anche che le minacce e gli attacchi personali subiti negli ultimi anni da lei e dalla sua famiglia hanno avuto un ruolo nella sua scelta, ma non sono stati un fattore decisivo.
Molti politici e commentatori però hanno fatto notare come le minacce e gli attacchi nei confronti di Ardern fossero diventati insostenibili negli ultimi anni e senza precedenti nella storia politica della Nuova Zelanda. Dopo le dimissioni di Ardern, la parlamentare e dirigente del Partito Maori Debbie Ngarewa-Packer ha scritto su Twitter che Ardern «è stata spinta a lasciare l’incarico per costante personalizzazione e diffamazione». Lo stesso giorno, la ex prima ministra neozelandese Helen Clark ha scritto in un comunicato che le pressioni sui capi di governo sono sempre enormi ma che, con la diffusione dei social media e la stampa che punta sul clickbaiting, Ardern ha subito un livello di odio «senza precedenti».
“Our country needed the grace of a wahine to lead us through this period of our history and she did so with the utmost humility and integrity. It is a sad day when an outstanding leader has been driven from office for constant personalisation and vilification." @whaeadeb
— Te Pāti Māori (@Maori_Party) January 19, 2023
Due ricercatrici del Disinformation Project, un progetto di ricerca sull’estremismo politico online in Nuova Zelanda, hanno detto al Guardian di aver notato un significativo aumento delle minacce nei confronti di Ardern, prima allusive e poi sempre più esplicite: addirittura minacce di morte e stupro. Secondo le ricercatrici «non c’è possibilità che non possa essere stato un fattore che ha contribuito [alle sue dimissioni, ndr]».
Secondo un report della polizia pubblicato a metà dell’anno scorso, Ardern aveva subito 18 minacce nel 2019, 31 nel 2020 e 50 nel 2021. Nel 2022 due uomini erano stati arrestati per aver ripetutamente minacciato di ucciderla.
Tra le misure introdotte da Ardern che avrebbero scatenato attacchi e movimenti d’odio nei suoi confronti ci sono la campagna vaccinale contro la diffusione del Covid e le limitazioni imposte sulle armi in seguito alla sparatoria di massa a Christchurch. Le violente proteste contro la campagna vaccinale all’inizio del 2022 e le correlate minacce nei confronti di Ardern e di altri politici avevano spinto il governo a rafforzare la sicurezza. Nello stesso periodo, in due diverse occasioni, alcuni manifestanti in auto avevano inseguito la ex prima ministra gridandole insulti.
Molti commentatori hanno correlato questo fenomeno al fatto che Jacinda Ardern sia una donna (anche se non è stata la prima a capo della Nuova Zelanda) e che fosse diventata prima ministra giovane, a 37 anni: due cose che avrebbero reso l’odio online di alcuni gruppi estremisti particolarmente violento.
Domenica, intervistato sull’argomento durante una conferenza stampa, Chris Hipkins, nuovo primo ministro, ha in parte confermato quest’idea definendo «assolutamente ripugnante» il modo in cui Ardern è stata trattata da «una piccola minoranza» della società, e sostenendo che gli uomini debbano fare di più per denunciare questo tipo di trattamento nei confronti delle donne.