Lula ha accusato Bolsonaro di «genocidio» nei confronti degli Yanomami
Negli ultimi anni il territorio della popolazione indigena della Foresta Amazzonica è stato invaso da migliaia di minatori, secondo molti per colpa dell'ex presidente brasiliano
Sabato il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula Da Silva ha fatto visita agli Yanomami, una popolazione indigena che abita nello stato del Roraima, nel nord del Brasile, nella Foresta Amazzonica. Dopo la visita Lula ha accusato il suo predecessore Jair Bolsonaro di aver causato una catastrofe umanitaria ai danni degli Yanomami, perché durante il suo governo incoraggiò una vasta attività mineraria illegale nel loro territorio.
Il ministro della Giustizia del governo di Lula, Flávio Dino, ha annunciato che ordinerà un’indagine della polizia federale per accertare le cause della «sofferenza criminale inflitta agli Yanomami», dal momento che «ci sono forti indizi di genocidio e altri reati». Lula invece ha usato parole ancora più esplicite, accusando direttamente il suo predecessore:
Più che una crisi umanitaria, quello che ho visto in Roraima è stato un genocidio. Un crimine premeditato contro gli Yanomami, commesso da un governo insensibile alle sofferenze del popolo brasiliano.
Il territorio del Roraima è coperto quasi interamente dalla Foresta Amazzonica, e alcune sue parti sono considerate aree protette. Il Roraima però ha anche un’alta concentrazione di depositi minerari, soprattutto di oro: negli anni del governo di Bolsonaro (dall’inizio del 2019 alla fine del 2022) il territorio è stato invaso illegalmente da migliaia di minatori, accusati di averne contaminato i fiumi e distrutto le foreste, privando gli Yanomami di cibo fondamentale per la loro sopravvivenza e favorendo la diffusione di malattie tra la popolazione.
Fin dalla campagna elettorale precedente alla sua elezione nel 2018, Bolsonaro aveva sempre sostenuto che il Roraima dovesse aprirsi maggiormente ad attività commerciali, o avrebbe rischiato che i suoi territori indigeni e ricchi di risorse venissero invasi da popolazioni straniere.
Quello che gli viene maggiormente contestato però è di aver sostanzialmente permesso a migliaia di minatori di stabilirsi nello stato per attività illegali: erano circa 5mila prima del suo governo, e oggi si stima che siano circa 20mila. Bolsonaro non ha mai preso provvedimenti per contrastare questa situazione, né per tutelare gli Yanomami, investendo in assistenza sanitaria o per garantire loro altre forme di sussistenza in un periodo molto complicato.
Negli ultimi mesi le testimonianze di servizi giornalistici e associazioni di volontariato hanno mostrato molte foto di bambini e adulti Yanomami in condizioni di salute evidentemente precarie. Intervistato dal Guardian il leader degli Yanomami, Júnior Hekurari, aveva definito quello di Bolsonaro «un governo sanguinario». Si stima che la popolazione degli Yanomami sia composta da circa 30mila persone.
«Adulti che pesano come bambini, bambini che muoiono di malnutrizione, malaria, diarrea e altre malattie», ha scritto Lula descrivendo quello che ha visto in Roraima. «I pochi dati a disposizione dicono che negli ultimi quattro anni nella zona sono morti almeno 570 bambini con meno di 5 anni a causa di malattie che si potevano prevenire».
La ministra brasiliana per le Popolazioni indigene, Sônia Guajajara, è andata con Lula in visita nel Roraima: ha detto che proteggere i bambini Yanomami da malnutrizione, malaria e diarrea sarà una priorità del nuovo governo e ha annunciato l’espulsione dei minatori dalla zona entro i prossimi tre mesi.
Bolsonaro ha negato le accuse, definendole «una farsa di sinistra» e sostenendo che l’assistenza sanitaria alle popolazioni indigene sia stata una priorità del suo governo.