L’inquinamento luminoso è in rapido aumento
Secondo una nuova ricerca l'aumento del bagliore notturno è fortemente in crescita e non è un problema solo per astronomi e astrofili
Una nuova ricerca da poco pubblicata sulla rivista scientifica Science ha segnalato come il fenomeno dell’inquinamento luminoso sia in rapido aumento, a un ritmo superiore rispetto a quanto stimato finora. Secondo il gruppo di ricerca, se il bagliore notturno continuerà ad aumentare a questi ritmi, in una ventina di anni potrebbero più che dimezzarsi le stelle visibili a occhio nudo in varie parti del mondo. La grande quantità di luce artificiale non è solo un problema per le osservazioni astronomiche, ma anche per i cicli sonno-veglia della popolazione e di numerose specie di animali.
Insieme ai propri colleghi, Christopher Kyba, un fisico presso il Centro tedesco di ricerca per le geoscienze, ha analizzato i dati raccolti tra il 2011 e il 2022 da Globe at Night, una iniziativa avviata dal National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory (NOIRLab) negli Stati Uniti per raccogliere le segnalazioni di astrofili sulle stelle e gli altri corpi celesti osservabili a occhio nudo in determinati periodi dell’anno. Raccolte in grande quantità, queste segnalazioni consentono di farsi un’idea piuttosto accurata dell’inquinamento luminoso in varie aree del pianeta.
Il gruppo di ricerca ha analizzato 51.351 osservazioni fornite tra il 2011 e il 2022 dai volontari di Globe at Night e le ha incrociate con altri dati, come le osservazioni effettuate da alcuni satelliti puntati verso la Terra proprio con lo scopo di rilevare l’intensità del bagliore notturno. I risultati ottenuti hanno permesso di stimare molto più accuratamente il livello di inquinamento luminoso, che per varie ragioni non può essere misurato molto facilmente dall’orbita terrestre con gli attuali strumenti.
Nel 2017, le sole misurazioni satellitari avevano portato a calcolare un aumento del bagliore notturno medio globale del 2 per cento all’anno, ma la mancanza di sensori adeguati per rilevare la luce molto fredda (“luce blu”) emessa da molti tipi di lampade fluorescenti e a LED rendeva poco credibile il dato. All’epoca vari gruppi di ricerca avevano segnalato di essere molto scettici sul dato del 2 per cento.
La nuova ricerca segnala che in Europa il bagliore notturno aumenta del 6,5 per cento ogni anno e che quello nel Nord America del 10,4 per cento. Nei paesi in via di sviluppo sono attivi meno volontari di Globe at Night, di conseguenza è più difficile fare stime accurate. Sulla base delle rilevazioni satellitari, per quanto carenti, il gruppo di ricerca ritiene che l’aumento del bagliore notturno stia avvenendo più velocemente su base annua, fatte le dovute proporzioni.
Ci sono vari modi per calcolare il bagliore notturno, che semplificando può essere definito come il rapporto tra la luminosità che viene misurata in un certo momento e quella che avrebbe normalmente il cielo, se non ci fossero sorgenti artificiali. A causa dei fenomeni di rifrazione nell’atmosfera, un bagliore diffuso derivante dalla luce solare è sempre presente, per esempio.
Kyba ha spiegato che: «Se questo andamento proseguirà, i bambini nati oggi in un’area in cui a causa dell’inquinamento luminoso possono vedere 250 stelle assisteranno a un quadruplicarsi del bagliore notturno entro il loro diciottesimo compleanno, di conseguenza vedranno solamente 100 stelle». I numeri sono naturalmente riferiti a un’ipotetica porzione di cielo, ma rendono l’idea sulla drastica diminuzione di corpi celesti che potranno essere osservati a occhio nudo.
Il nuovo studio sta facendo discutere soprattutto perché i suoi risultati sembrano mettere in dubbio le politiche adottate da vari paesi, proprio per ridurre l’inquinamento luminoso. I provvedimenti assunti, come l’impiego di nuovi lampioni che dirigano la luce solamente verso il basso, non sembrano essere sufficientemente efficaci od osservati a dovere. È bene comunque ricordare che la ricerca è un progresso importante rispetto alle stime precedenti, ma che solo con migliori strumenti di misurazione dall’orbita terrestre si potranno trarre informazioni più accurate per valutare il problema. Satelliti di nuova generazione potranno offrire ulteriori elementi, anche sulle aree del mondo dove è minore la presenza degli esseri umani.
L’esistenza dell’inquinamento luminoso non è comunque messa in discussione ed è sufficiente osservare il cielo di notte in buona parte delle città dei paesi sviluppati per accorgersene. Oltre alle segnalazioni di astronomi e astrofili, negli ultimi anni sono state prodotte numerose ricerche per segnalare i danni dell’eccessiva luminosità notturna sulla fauna, e più in generale sugli ecosistemi. Anche a grande distanza dalle città, gli animali possono patire i forti bagliori di luce, modificando le proprie abitudini e sovvertendo i ritmi di sonno e veglia di prede e predatori, oppure i tempi e i percorsi scelti da alcune specie di animali migratori.