Cosa si sa dei nascondigli di Matteo Messina Denaro
Ne sono stati scoperti tre, tutti a Campobello di Mazara: all'interno sono stati trovati anche alcuni documenti
Da quando lunedì è stato arrestato Matteo Messina Denaro, le forze dell’ordine hanno scoperto tre nascondigli in cui il capo di Cosa Nostra avrebbe abitato. Si trovano tutti a Campobello di Mazara, un piccolo paese in provincia di Trapani dove si ritiene che Messina Denaro abbia trascorso diverso tempo almeno nell’ultimo anno.
Le ricerche sono solo all’inizio ed è possibile che nei prossimi giorni vengano trovati altri luoghi in cui Messina Denaro potrebbe aver passato parte dei suoi 30 anni di latitanza: l’ipotesi degli investigatori è che il capo della mafia siciliana cambiasse nascondiglio di frequente, pur senza mai spostarsi dalla Sicilia e dalla provincia di Trapani, da cui gestiva di nascosto i traffici di Cosa Nostra.
Il primo nascondiglio è stato scoperto poco dopo l’arresto: è un appartamento di 60 metri quadrati al piano terra di una palazzina a due piani in vicolo San Vito 10 (ex via CB 31). I carabinieri ci sono arrivati grazie a una chiave di un’auto che Messina Denaro aveva con sé quando è stato arrestato: i dati dell’auto sono stati inseriti nel sistema informatico che gestisce le telecamere di sorveglianza e i video hanno permesso di risalire ai suoi spostamenti e all’indirizzo dell’appartamento.
La casa era intestata ad Andrea Bonafede, l’uomo di cui Messina Denaro utilizzava l’identità. Bonafede ha ammesso di aver comprato l’appartamento nel 2022 con soldi avuti dal latitante. Al suo interno sono stati trovati due telefoni cellulari, referti medici, preservativi e pillole di Viagra, tutti dettagli che fanno pensare che quello fosse l’ultimo appartamento abitato da Messina Denaro.
C’erano anche fogli sparsi e documenti con alcune annotazioni che sembra possano nascondere messaggi cifrati. Le forze dell’ordine hanno trovato anche diversi abiti di marchi di lusso – a conferma delle ipotesi avanzate negli scorsi anni secondo cui Messina Denaro amasse fare una vita agiata anche se in latitanza – e un poster del film Il padrino.
Dopo la scoperta del primo nascondiglio, mercoledì ne è stato trovato un secondo in via Maggiore Toselli 34, a circa un chilometro di distanza da vicolo San Vito 10. Non è un appartamento intero in questo caso, ma una stanza nascosta dietro a un armadio. La casa è di proprietà di Errico Risalvato, già noto alle forze dell’ordine perché nel 2001 venne indagato e poi assolto per associazione mafiosa. È inoltre fratello di Giovanni Risalvato, ex consigliere comunale di Castelvetrano condannato a 14 anni per mafia e ora libero. Nella stanza sono stati trovati gioielli, argenteria e pietre preziose, ma nessun documento rilevante, a quanto si apprende.
Il terzo nascondiglio è stato invece scoperto giovedì sera in via San Giovanni 260, a nemmeno 200 metri dal primo. L’appartamento era vuoto e sembra che Messina Denaro abbia abitato lì fino allo scorso giugno. Gli investigatori lo avrebbero scoperto grazie alla testimonianza di un uomo che all’epoca si era occupato del trasloco in vicolo San Vito 10. Non è ancora chiaro di chi fosse l’appartamento, né se Messina Denaro lo avesse abitato usando sempre l’identità falsa di Bonafede.
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