La Germania tentenna sui carri armati all’Ucraina
Nonostante le forti pressioni dei paesi alleati, che oggi si sono incontrati per discuterne, il governo tedesco continua a essere scettico sull'invio di propri mezzi
Oggi i rappresentanti di oltre 50 paesi si sono riuniti alla Ramstein Air Base, una base aerea militare gestita dagli Stati Uniti nella Germania sud-occidentale, per discutere l’invio di nuove armi all’Ucraina per difendersi dall’invasione russa iniziata undici mesi fa. Le trattative si sono concentrate soprattutto sulla richiesta da parte del governo ucraino di carri armati, ma non è stato trovato un accordo. Al termine dell’incontro il ministro delle Difesa tedesco Boris Pistorius ha detto che nei prossimi giorni ci saranno nuove riunioni al riguardo.
L’invio dei carri armati è un argomento molto delicato per la Germania che da tempo esita nell’autorizzare l’invio di forniture di propri Leopard 2, nonostante le pressioni ricevute da molti paesi alleati. I carri armati tedeschi sono infatti considerati tra i migliori e più adatti alla guerra in Ucraina, ma il governo tedesco guidato da Olaf Scholz ha mostrato grandi esitazioni negli ultimi mesi nel fornire armi, con dichiarazioni contraddittorie e varie promesse non mantenute.
Nella giornata di giovedì, il governo tedesco aveva fatto sapere che la propria posizione sulla fornitura di carri armati sarebbe diventata chiara venerdì, presumibilmente in tempo per il nuovo incontro, ma così non è stato.
In discussione non ci sono state solamente le forniture dirette tedesche, ma anche quelle da altri paesi. Essendo il paese produttore dei Leopard 2, la Germania deve autorizzare l’esportazione dei propri carri armati da parte dei paesi che li possiedono. Secondo alcune stime, i membri della NATO (più Svezia e Finlandia in attesa di farne pienamente parte) dispongono di circa 2mila Leopard 2, anche se non è chiaro quanti di questi siano pronti per essere inviati in Ucraina.
Probabilmente per fare ulteriori pressioni sulla Germania, il governo polacco aveva già annunciato mercoledì di essere pronto a inviare i propri carri armati e non aveva escluso la possibilità di farlo anche in assenza del consenso tedesco.
Il governo del Regno Unito ha da poco autorizzato l’invio di 14 carri armati Challenger 2 in Ucraina, altra circostanza che potrebbe portare a ulteriori pressioni nei confronti del governo tedesco. In un altro incontro tenuto giovedì, alcuni paesi alleati dell’Ucraina avevano già promesso l’invio di più mezzi, sistemi di artiglieria e munizioni.
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In varie occasioni il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha segnalato l’importanza di ricevere carri armati per difendere i propri territori dagli attacchi della Russia. Riferendosi ai tentennamenti della Germania, giovedì aveva detto di essere ancora «in attesa di una decisione da parte di una capitale europea», facendo riferimento a Berlino. Oltre alla fornitura tedesca, si parla da tempo dell’invio di carri armati M1 Abrams da parte degli Stati Uniti.
Da mesi Scholz invita alla cautela sulle forniture di carri armati, sostenendo che il loro impiego in Ucraina potrebbe portare a una estensione della guerra, come minacciato in varie circostanze dalla Russia. Scholz ha inoltre cercato di dare solidità alla propria posizione ricordando che anche gli Stati Uniti non hanno finora fornito carri armati all’Ucraina, omettendo però di dire che il governo statunitense ha speso oltre 26 miliardi di dollari per la guerra in Ucraina, inviando armi di vario tipo comprese alcune batterie di missili Patriot.
Scholz nei giorni scorsi aveva fatto intendere di voler vincolare un’autorizzazione all’invio dei Leopard 2 a un eventuale annuncio, da parte degli Stati Uniti, di una fornitura di M1 Abrams. Vari osservatori e fonti interne alla difesa statunitense hanno però segnalato come gli M1 Abrams richiedano un lungo addestramento e siano meno adeguati alle esigenze ucraine, rispetto ai più versatili carri armati tedeschi.