Questa idea dei taxi volanti non è così fantascientifica
Il primo volo sperimentale è stato fatto a Roma e diversi altri aeroporti italiani si dicono pronti a far partire il servizio in due anni
Lo scorso 6 ottobre, per la prima volta in Italia, dall’aeroporto di Roma Fiumicino è decollato un veicolo elettrico per gli spostamenti aerei urbani, in sostanza un grande drone che può trasportare un pilota, un passeggero e una valigia. È stato un volo sperimentale: è rimasto in aria per cinque minuti, il tempo per fare un breve giro vicino all’aeroporto, a 40 metri di altezza e a una velocità di 40 chilometri all’ora. Questo tipo di veicolo si chiama eVTOL, acronimo di electric vertical take-off and landing, ma molte persone nel settore lo chiamano più semplicemente aerotaxi o taxi volante.
Sebbene possa sembrare uno scenario inverosimile o fantascientifico, soprattutto per via dell’immaginario letterario e cinematografico evocato, il momento in cui questo servizio sarà operativo in Italia non è così lontano. Negli ultimi anni, principalmente negli Stati Uniti e in Germania, diverse società hanno raccolto e investito moltissimi soldi per sviluppare veicoli considerati sicuri, economici e sostenibili, e molti aeroporti italiani hanno già iniziato a costruire le basi da cui partiranno, i cosiddetti vertiporti.
L’obiettivo è creare un’alternativa più veloce alle automobili e ai mezzi pubblici per collegare alcune tratte molto frequentate, per esempio un aeroporto e una stazione ferroviaria. Ovviamente si tratterebbe di un mezzo di trasporto costoso, e fruito da una minoranza delle persone, ma in teoria chi ci sta investendo dice di non volerne fare un servizio di lusso.
Le aziende hanno avviato le procedure per ottenere le certificazioni necessarie e anche l’ENAC, l’ente nazionale di aviazione civile, cioè l’autorità ministeriale che si occupa di vigilare sull’aviazione italiana, ha incluso una previsione molto puntuale sull’attivazione di questo servizio nel suo piano di sviluppo pubblicato a ottobre. La prima tratta individuata potrebbe essere aperta entro il 2024 per collegare l’aeroporto di Fiumicino alla stazione ferroviaria di Termini, in centro a Roma: il viaggio durerebbe 10 minuti, a un costo stimato tra 100 e 140 euro. Lo stesso tragitto in auto richiede più o meno un’ora.
Dell’alternativa volante ai taxi si discute già da qualche anno, da quando Boeing, il più grande produttore statunitense di aeroplani, pubblicò le prime fotografie dei prototipi a cui i suoi tecnici stavano lavorando. Negli ultimi due anni, tuttavia, c’è stata una notevole accelerazione grazie allo sviluppo tecnologico delle batterie che ha ridotto in modo significativo i costi dei taxi volanti. L’obiettivo condiviso tra le tante aziende che hanno realizzato questi veicoli è di proporre un servizio simile a quello di un treno ad alta velocità, con velocità e costi simili, anche se su tratte più brevi e trafficate.
I produttori assicurano che i veicoli elettrici hanno molti vantaggi rispetto agli elicotteri, più costosi da mantenere e da far volare, poco sostenibili perché alimentati con carburanti speciali ricavati comunque dai combustibili fossili, e con rischi legati alla sicurezza. I taxi volanti elettrici garantiscono viaggi rapidi e potenzialmente sostenibili: consumano un quinto degli elicotteri convenzionali. Ma al di là delle promesse dei produttori è presto per capire l’impatto sulla mobilità urbana e suburbana e sul traffico: non è ancora chiaro, infatti, quante persone potranno accedere a questo tipo di servizio sia per una questione di costi che di sicurezza.
Atlantia, gruppo che oltre ad avere la concessione per la gestione di molte autostrade italiane controlla anche gli aeroporti di Roma e lo scalo di Bologna, nel marzo scorso ha acquisito l’1,5 per cento di Volocopter, un’azienda tedesca che ha sviluppato un taxi volante chiamato Volocity. Fondata nel 2011, Volocopter in pochi anni ha ottenuto quasi 500 milioni di euro di investitori, tra cui Deutsche Bahn, Intel e Mercedes-Benz, e grazie a questo capitale ha iniziato una competizione con altre aziende di taxi volanti come Lilium, Joby Aviation e Airbus.
Volocopter, lo stesso modello utilizzato durante il primo volo all’aeroporto di Fiumicino, trasporta un pilota e un’altra persona, oppure due passeggeri se pilotato da remoto, e una valigia da 25 chili. Raggiunge una velocità di 110 chilometri orari e ha un’autonomia di 35 chilometri: l’autonomia limitata è funzionale a ottenere la certificazione al volo in tempi più veloci rispetto alle lunghe percorrenze. Le batterie possono essere sostituite in 5 minuti anche da personale non specializzato. In Germania sono già stati fatti oltre mille test di volo e il veicolo ha ottenuto certificazioni preliminari per poter volare in alcune città tra cui Amburgo, Dubai, Helsinki e Singapore.
Un’altra azienda tedesca è Lilium. Il suo Lilium Jet sfrutta la potenza di 36 motori elettrici alimentati da 72 moduli di batterie e integrati nelle parti mobili delle ali. Il veicolo non ha l’aspetto di un drone, ma di un piccolo aereo anche se decolla in verticale. Rispetto a Volocity, il Lilium Jet raggiunge una velocità di 300 chilometri orari e può volare per 300 chilometri.
Stellantis, il gruppo automobilistico nato dalla fusione di Fiat Chrysler (FCA), casa automobilistica italo-americana, e di PSA, francese, ha annunciato di aver investito in Archer Aviation, un’azienda statunitense. Archer ha presentato Midnight, un veicolo che può trasportare quattro passeggeri più un pilota e ha un’autonomia di circa 160 chilometri. Lo scorso anno, intervistato dal New York Times, l’amministratore delegato di Archer Adam Goldstein aveva detto di voler proporre tariffe molto competitive, da tre a quattro dollari ogni miglio percorso, quindi poco meno di 4 euro ogni 1,6 chilometri. Per dare un’idea, il viaggio da Manhattan all’aeroporto JFK costerebbe tra 50 e 80 dollari. I normali taxi hanno una tariffa fissa di 52 dollari.
Negli ultimi anni c’è stata una particolare attenzione allo sviluppo dei veivoli, ma uno dei requisiti essenziali per avviare il servizio sono le infrastrutture, cioè le basi da cui i taxi volanti decolleranno e atterreranno. L’Italia sembra più avanti rispetto ad altri paesi europei proprio grazie agli investimenti fatti da UrbanV, una società fondata da diverse aziende che gestiscono aeroporti: Aeroporti di Roma, SAVE che controlla l’aeroporto di Venezia, l’aeroporto Marconi di Bologna e quello di Nizza, in Francia. Gli scali di Roma, Bologna e Nizza sono controllati dalla stessa Atlantia entrata in Volocopter.
A Fiumicino è stato realizzato un vertiporto in un’area di circa 5.500 metri quadrati, autorizzato dall’ENAC, già attrezzato con un sistema elettrico per la ricarica e lo scambio di batteria e progettato per testare tutti i principali veicoli sperimentali. L’area ha un grande piazzale per il decollo, uno per l’avvicinamento finale, una piazzola per la sosta, un hangar.
Il piano nazionale degli aeroporti di ENAC ha già individuato le prime città in cui saranno sperimentati gli spostamenti brevi con taxi volanti: Milano, dove saranno costruiti due vertiporti urbani e due aeroportuali, Roma, sempre con due vertiporti in città e uno all’aeroporto di Fiumicino, Torino, Venezia, Bari e Cortina, in Veneto. In altre 46 province vicine a Milano, Roma, Venezia, Torino e Bari saranno adeguate 186 strutture già esistenti per diventare a tutti gli effetti dei vertiporti. Il primo volo non sperimentale è previsto nel 2024: sia i veicoli che i vertiporti dovranno ottenere le certificazioni dell’EASA, l’agenzia europea per la sicurezza aerea, oltre alle autorizzazioni definitive dell’ENAC e dell’ENAV, la società controllata dal ministero dell’Economia che si occupa di traffico aereo.
Nel dicembre del 2021 il comune di Milano ha firmato un protocollo di intesa con SEA, la società che gestisce gli aeroporti milanesi, per studiare i corridoi aerei dove far viaggiare i taxi volanti e i luoghi dove farli atterrare in città. L’obiettivo è attivare il servizio entro il 2026, anno delle Olimpiadi di Milano-Cortina. Martedì 17 gennaio durante un’audizione comunale delle commissioni Bilancio, Mobilità e Controllo enti partecipati, l’amministratore delegato della società che gestisce gli aeroporti milanesi (SEA), Armando Brunini, ha detto che i due vertiporti in città saranno costruiti nelle zone di Porta Romana e Citylife. «Nel 2030 stimiamo circa 2 mila passeggeri trasportati dai taxi volanti ogni giorno nell’area», ha spiegato Brunini citando uno studio commissionato al politecnico di Milano. «Secondo le analisi fatte il costo iniziale per 2 passeggeri che viaggiano da Malpensa alla città di Milano sarà all’inizio di 120 euro a persona».