Cosa vuole fare il governo con la scuola
Sono in corso discussioni con i sindacati per riformare i concorsi e risolvere il problema della cronica mancanza di docenti
Martedì al ministero dell’Istruzione e del Merito si è tenuto un incontro tra governo e associazioni di categoria per trovare un accordo sulla riforma del regolamento con cui i docenti vengono assunti, regolarizzando la cadenza dei concorsi e risolvendo il problema cronico della mancanza di docenti in Italia. Si è parlato anche di come raggiungere l’obiettivo fissato dal PNRR di assumere almeno 70mila nuovi insegnanti nei prossimi due anni.
La riunione di martedì non è stata conclusiva, ed è stata aggiornata alle prossime ore, probabilmente tra mercoledì e giovedì. Tuttavia le proposte fatte dal governo sono piuttosto concrete e vanno nella direzione auspicata dai sindacati.
Il Sole 24 Ore scrive che il governo ha proposto di introdurre «concorsi regolari, con cadenza annuale», un «nuovo sistema di formazione iniziale dei docenti» e «una salvaguardia un po’ più robusta per i precari “storici”, quelli con almeno tre anni di servizio alle spalle». Quest’ultimo punto era stato richiesto esplicitamente dai sindacati: la soluzione del governo sarebbe di introdurre un percorso di assunzione detto “doppio canale”, di cui si parla da tempo.
Attualmente le graduatorie a esaurimento, quelle per reclutare gli insegnanti di ruolo, sono divise in tre fasce (ma sono chiuse, quindi anche chi risulta idoneo nei nuovi concorsi non può accedervi).
Nella prima ci sono gli aspiranti docenti con abilitazione all’insegnamento e che si sono guadagnati il posto in graduatoria solo tramite titoli. Nella seconda c’è chi ha conseguito l’abilitazione e ha già maturato un anno di insegnamento. E nella terza chi ha soltanto l’abilitazione. La proposta in discussione è che vengano assunti i precari sia della prima che della seconda fascia non solo tramite concorso, ma anche attingendo da queste graduatorie in base agli anni di insegnamento accumulati con le supplenze.
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Le associazioni di categoria chiedono da anni una riforma delle regole di assunzione. Parlando con il sito Tuttoscuola, il segretario di UIL Scuola, Giuseppe D’Aprile, ha detto: «Le situazioni politiche da affrontare prima di qualsiasi soluzione tecnica riguardano una presa d’atto che il sistema di reclutamento attuato finora è stato fallimentare. Lo dicono i numeri: solo quest’anno 50mila posti vacanti a fronte di più di 90mila posti disponibili per le assunzioni a tempo indeterminato. Di questi, poco più di 3mila sul sostegno».
In effetti è un problema che si era ripresentato anche quest’anno. A settembre, quando stava per iniziare l’anno scolastico, decine di migliaia di posti da insegnante di ruolo erano ancora vacanti, circa il 44 per cento di quelli disponibili. I concorsi banditi dal ministero dell’Istruzione negli ultimi anni sono stati tanti, ma la difficoltà nel riempire i posti è causata dalla lentezza delle procedure burocratiche, e dall’alto numero di non ammessi.
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