Il poliziotto inglese che ha compiuto decine di violenze sessuali
David Carrick ha confessato i suoi crimini e il suo caso sta facendo riparlare di un problema nella polizia britannica noto da tempo
Lunedì il poliziotto inglese David Carrick ha ammesso di aver compiuto decine di violenze sessuali (tra cui 24 stupri) contro almeno 12 donne, approfittando per anni del proprio ruolo per intimorirle e per scoraggiarle a denunciarlo. I crimini di Carrick sono stati descritti nel Regno Unito come tra i più gravi di violenza di genere che abbiano mai coinvolto un membro delle forze dell’ordine. Soprattutto, il caso ha alimentato il dibattito in corso da qualche anno sul sessismo e la misoginia delle forze dell’ordine, già emerso con il rapimento, lo stupro e l’omicidio a Londra di Sarah Everard, il cui responsabile anche in quel caso era un agente di polizia, poi condannato all’ergastolo.
Carrick ha 48 anni e fa parte dal 2001 della Polizia Metropolitana di Londra, il più grande dipartimento di polizia del Regno Unito e lo stesso dell’aggressore e assassino di Everard, Wayne Couzens. Nel 2009 Carrick era stato promosso nella PaDP, un’unità speciale della Polizia Metropolitana deputata alla protezione di importanti sedi governative e diplomatiche, come il parlamento, la residenza del primo ministro e le ambasciate.
Carrick era stato sospeso dal servizio e arrestato nel 2021, dopo che una donna lo aveva accusato di averla violentata. I due si erano conosciuti sull’app Tinder, e durante il loro primo incontro lui le aveva mostrato il tesserino da poliziotto, le aveva raccontato di aver conosciuto diversi personaggi famosi, tra cui il primo ministro, e di saper maneggiare bene le armi da fuoco. La donna ha raccontato che Carrick l’aveva poi convinta a seguirlo in una stanza d’albergo e l’aveva violentata. Ha aggiunto che lui cercava una donna «sottomessa», una testimonianza simile a quella di altre donne che dopo l’arresto di Carrick avevano contattato la polizia per denunciare di avere subito da Carrick violenze di vario tipo.
Stando ai racconti emersi finora, durante gli incontri sessuali Carrick si rivolgeva alle donne come «schiave», le costringeva ad atti degradanti e le scoraggiava poi dal denunciarlo, sostenendo che non sarebbero mai state credute perché la loro parola non avrebbe avuto valore se confrontata con quella di un agente di polizia del suo livello. Una delle donne che lo hanno accusato ha raccontato per esempio di essere stata rinchiusa in un sottoscala.
Dopo l’arresto di Carrick si è saputo che già in precedenza, in almeno nove casi dal 2003 al 2021, alcune donne avevano riferito alla polizia di stupri e violenze compiute dall’agente: erano state avviate indagini interne che però non avevano portato a nulla (non si sa per quale motivo).
Lunedì la commissaria di polizia Barbara Gray si è pubblicamente scusata con le donne contro cui Carrick ha compiuto violenze per non aver saputo identificare «un pattern di abusi» nel corso del tempo, permettendogli così di continuare a compierli.
Nel corso delle prime udienze Carrick aveva inizialmente negato le accuse che gli erano state rivolte. La prima ammissione di colpa è stata fatta in modo abbastanza improvviso e inaspettato lo scorso dicembre. Lunedì, infine, Carrick si è formalmente dichiarato colpevole di 49 capi d’accusa per violenze compiute contro 12 donne: si parla di stupri e sequestri di persona, tra le altre cose.
Il sindaco di Londra, Sadiq Khan, si è detto «disgustato» dalle violenze compiute da Carrick e ha fatto ulteriori pressioni sulla Polizia Metropolitana di Londra affinché vengano presi provvedimenti per renderla meno misogina e violenta. L’udienza in cui verrà comunicata la pena per Carrick è prevista per il prossimo febbraio.