L’anno di Spazio che ci attende

Il primo atteso lancio di un'enorme astronave, molte visite alla Luna e l'arrivo sulla Terra di un pezzo di asteroide, tra le altre cose

di Emanuele Menietti

Test dei motori di Starship nella base di lancio di SpaceX a Boca Chica, in Texas (SpaceX)
Test dei motori di Starship nella base di lancio di SpaceX a Boca Chica, in Texas (SpaceX)
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Il 2023 da poco iniziato sarà un anno alquanto trafficato nello Spazio, tra lanci in orbita, verso la Luna e mondi ancora più lontani, a conferma del grande fermento nell’industria spaziale degli ultimi anni. Il primo lancio sperimentale in orbita di Starship, l’enorme astronave di SpaceX, è uno degli eventi più attesi dell’anno e di cui probabilmente si parlerà di più, ma ci saranno molte altre missioni e iniziative per estendere le nostre conoscenze al di là dell’atmosfera terrestre. Astronauti e astronaute viaggeranno tra la Terra e le due stazioni spaziali che le orbitano intorno, mentre si prepareranno le future missioni per portarli sulla Luna e forse un giorno su Marte.

Lune ghiacciate
Ad aprile è prevista la partenza di Jupiter Icy Moons Explorer (JUICE), una sonda dell’Agenzia spaziale europea (ESA) che farà visita a tre lune ghiacciate di Giove: Ganimede, Europa e Callisto. Ciascuno di questi corpi celesti è ricoperto da uno spesso strato di ghiaccio al di sotto del quale gli astronomi ritengono che ci siano grandi quantità di acqua liquida. La sonda impiegherà otto anni per raggiungere le lune e le osserverà con numerosi strumenti, offrendoci sia la possibilità di avere fotografie molto dettagliate delle superfici ghiacciate, sia dati sui vari strati profondi dove dovrebbero trovarsi gli oceani. La missione dovrebbe offrire nuovi spunti per comprendere se ci possano essere forme di vita per come le conosciamo qui sulla Terra anche su alcune delle lune gioviane.

Un’elaborazione grafica di come si potrebbero presentare getti di vapore d’acqua sulla superficie di Europa, sullo sfondo Giove (NASA)

Asteroidi
Dopo avere deviato un asteroide nel 2022, la NASA avvierà quest’anno una nuova missione per studiare meglio questi particolari corpi celesti. Per l’estate è in programma il lancio di Psyche, una sonda che avrà il compito di raccogliere dati su 16 Psyche, un asteroide che si ritiene fosse parte di un pianeta in formazione nei primi tempi di esistenza del nostro sistema solare. La sonda analizzerà la composizione dell’asteroide, come varia la sua densità a seconda delle zone e il suo campo magnetico.

Il lancio sarà effettuato grazie a un Falcon Heavy, il razzo più potente attualmente gestito dalla compagnia spaziale privata SpaceX. A bordo insieme a Psyche ci sarà anche Janus, un’altra sonda che sarà assegnata all’esplorazione di altri due satelliti che saranno scelti dai tecnici della NASA nei prossimi mesi.

Psyche e sullo sfondo l’asteroide, in un’elaborazione grafica (NASA)

Dopo un viaggio durato più di due anni, a settembre la sonda OSIRIS-REx della NASA farà arrivare sulla Terra i campioni che ha raccolto nel proprio breve contatto con l’asteroide Bennu, avvenuto nell’ottobre del 2020. I frammenti, i primi di questo tipo a essere stati raccolti dalla NASA, arriveranno protetti da una capsula nel deserto dello Utah, dove saranno recuperati per essere analizzati. OSIRIS-REx proseguirà il proprio viaggio verso Apophis, un asteroide che nel 2004 aveva creato qualche apprensione per una probabilità di impatto relativamente alta (2,7 per cento) con la Terra, in seguito rivista al punto da escludere ogni possibilità di scontro con il nostro pianeta. La sonda impiegherà circa sei anni per arrivare alla sua nuova destinazione.

L’impatto tra OSIRIS-REx e l’asteroide Bennu (NASA)

Luna
Nel 2022 l’interesse per la Luna è stato molto alto soprattutto in seguito alla missione Artemis 1, la prima del nuovo ambizioso programma spaziale statunitense per tornare a esplorare il nostro satellite naturale con esseri umani. Il 2023 non sarà da meno, anche perché la NASA e le altre agenzie spaziali che partecipano ad Artemis dovranno effettuare numerosi test, verificando anche come le società spaziali private potranno gestire alcune attività in appalto.

Le missioni più attese in questo ambito sono Peregrine Mission One di Astrobiotic e IM1 Nova-C di Intuitive Machines, che nel 2022 hanno subìto vari ritardi e che potrebbero quindi slittare ulteriormente nel corso dell’anno. Entrambe saranno importanti test per verificare l’affidabilità dei sistemi per trasportare carichi di vario tipo sul suolo lunare per le missioni con astronaute e astronauti.

A fine 2022 è partita la prima missione del programma lunare Hakuto-R della società spaziale privata giapponese Ispace, che avrà il compito di trasportare sulla Luna il rover Rashid degli Emirati Arabi Uniti e il piccolo robot SORA-Q, realizzato dall’Agenzia spaziale giapponese (JAXA) in collaborazione con la società di giocattoli Tomy, Sony e l’Università Doshisha. SORA-Q è una sorta di sfera di 8 centimetri di diametro, che si apre in due semisfere per sperimentare un nuovo sistema di movimento tra le asperità del suolo lunare.

Dopo numerosi rinvii, quest’anno JAXA dovrebbe lanciare Smart Lander for Investigating Moon (SLIM), un sistema di allunaggio ad alta precisione e automatico per identificare l’area ideale in cui posarsi riducendo i rischi di finire in zone poco stabili. L’Agenzia spaziale russa (Roscosmos) potrebbe invece lanciare la propria missione Luna 25, ma non ci sono ancora molti dettagli sul lancio che inizialmente sarebbe dovuto avvenire lo scorso settembre.

La Luna interessa anche all’Agenzia spaziale indiana (ISRO) che lavora da tempo alla missione Chandrayaan-3 per tentare nuovamente un allunaggio, dopo il fallimentare tentativo del 2009 con la precedente missione. È in programma l’invio di un modulo di atterraggio e di un rover per l’esplorazione del suolo lunare, ma non ci sono aggiornamenti sul lancio che inizialmente sarebbe dovuto avvenire lo scorso anno.

Starship
Tra i lanci spaziali più attesi di quest’anno c’è il primo volo orbitale di Starship, l’enorme astronave che SpaceX di Elon Musk sta sviluppando nella propria base di lancio a Boca Chica, in Texas. Nonostante gli annunci e le promesse di Musk, che aveva prospettato una messa in servizio in tempi molto brevi, lo sviluppo di Starship è in ritardo e non ha ancora raggiunto l’orbita terrestre. Il piano è del resto estremamente ambizioso, perché ha l’obiettivo di realizzare un sistema di lancio interamente riutilizzabile, a differenza di quello dei Falcon 9 sempre di SpaceX che può essere riutilizzato solo in parte.

Attività di assemblaggio dell’astronave Starship su Super Heavy a Starbase, la base di lancio di SpaceX a Boca Chica, in Texas (SpaceX)

Starship, l’astronave dove un giorno ci saranno gli equipaggi e i materiali da trasportare in orbita, sulla Luna e forse un giorno verso Marte, è alta 50 metri mentre Super Heavy, il potente razzo sul quale viene collocata l’astronave per spingerla oltre l’atmosfera terrestre, è alto 70 metri. Nel primo lancio orbitale, Super Heavy dovrebbe spingere Starship in orbita e tornare poi sulla Terra, mentre l’astronave rimarrà intorno al nostro pianeta per qualche tempo prima di tornare al suolo.

Di recente Musk ha detto che l’atteso test orbitale potrebbe essere svolto tra la fine di febbraio e i primi giorni di marzo. SpaceX contempla la possibilità che il test sia disastroso, ma confida comunque di ricavare dati importanti per effettuare i successivi tentativi. La società si è impegnata a fornire alla NASA una versione di Starship in grado di compiere un allunaggio entro pochi anni, nell’ambito del programma spaziale Artemis per tornare a esplorare la Luna.

Nel 2022 SpaceX ha intanto effettuato ben 61 lanci orbitali utilizzando i propri Falcon 9, con una media di circa un lancio ogni sei giorni che ha reso possibile il trasporto in orbita di satelliti, materiale ed equipaggi verso la Stazione Spaziale Internazionale. Anche per quest’anno sono in programma decine di lanci, compresi quelli per estendere la costellazione di satelliti Starlink per trasmettere Internet dallo Spazio.

Razzi
Per quest’anno è atteso il primo lancio di Vulcan Centaur, il nuovo razzo cui sta lavorando da molti anni la statunitense United Launch Alliance (ULA), importante collaborazione tra Lockheed Martin e Boeing. Il nuovo sistema di lancio dovrebbe sostituire Atlas V, che in questi ultimi 20 anni è stato fondamentale per il trasporto in orbita di satelliti e per varie missioni spaziali. Il nuovo razzo utilizza un motore sviluppato da Blue Origin, la società spaziale privata di Jeff Bezos, che dovrebbe impiegare lo stesso sistema nel proprio razzo New Glenn, ancora in fase di sviluppo e in sensibile ritardo. Anche per New Glenn ci potrebbe essere un lancio di prova entro la fine dell’anno, ma per ora non ci sono notizie ufficiali.

Il razzo Vulcan Centaur in una fase di sviluppo (ULA)

Per conto dell’ESA, Arianespace sta terminando lo sviluppo di Ariane 6, atteso razzo che dovrebbe sostituire la versione precedente (Ariane 5) con costi per ogni lancio inferiori e quindi più sostenibili. Il razzo doveva essere pronto per l’estate del 2020, ma a causa di numerosi ritardi dovuti anche alla pandemia da coronavirus si è reso necessario molto più tempo per completarne la realizzazione. Arianespace confida di lanciare il nuovo razzo entro la fine di quest’anno.

Diverse altre aziende spaziali sperimenteranno i propri sistemi di lancio nel corso di quest’anno. Collaborazioni e progressi nello sviluppo dei motori, a costi più contenuti, stanno rendendo possibile lo sviluppo di razzi di piccole dimensioni, adatti per portare in orbita carichi ridotti. La miniaturizzazione ha interessato anche i satelliti, che sono quindi meno pesanti e ingombranti per il trasporto oltre l’atmosfera.

Telescopi
Il 2022 si è distinto per le prime spettacolari immagini del James Webb Space Telescope (JWST), ma il 2023 potrebbe essere l’anno di XRISM (X-Ray Imaging and Spectroscopy Mission), un nuovo telescopio realizzato da JAXA per studiare i processi che portarono alla formazione dell’Universo e indagare la materia oscura, un’ipotetica parte della materia che non interferisce con le radiazioni elettromagnetiche e le cui caratteristiche potrebbero essere rilevate solo indirettamente tramite i suoi effetti gravitazionali. Il telescopio rimarrebbe molto più vicino alla Terra rispetto al JWST, mantenendosi in orbita a 550 chilometri dal nostro pianeta.

Per fine anno, l’Agenzia spaziale cinese (CNSA) ha in programma il lancio di Xuntian, un telescopio spaziale che può essere considerato una versione aggiornata e più potente di Hubble. Avrà la capacità di compiere osservazioni sia nello spettro visibile (ciò che vediamo con i nostri occhi) sia nell’ultravioletto, invisibile alla nostra vista: sarà in orbita a poche centinaia di chilometri dalla Terra.

Xuntian in una elaborazione grafica (CNSA)

Stazioni spaziali
A proposito di Cina, nel 2023 proseguiranno le attività sulla Tiangong, la stazione spaziale cinese che dallo scorso anno è costantemente abitata da equipaggi di astronauti cinesi. Xuntian è tecnicamente un modulo indipendente della stazione, dalla quale potranno essere condotte periodicamente attività di manutenzione sul telescopio.

Con anni di ritardo, quest’anno Boeing compirà il primo trasporto di astronauti verso la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) con la propria capsula da trasporto Starliner, sperimentata lo scorso anno con una missione senza persone a bordo. Starliner si unirà a Crew Dragon di SpaceX e alle Soyuz di Roscosmos come sistema di trasporto da e verso la ISS.

Quattro persone raggiungeranno la ISS nell’ambito della seconda missione di Axiom Space, società privata che si occupa di gestire voli spaziali per privati e istituzioni. La missione segue quella effettuata nell’aprile del 2022, tra le prime di questo genere e considerata un importante progresso verso i lanci spaziali commerciali con esseri umani.

La capsula da trasporto Crew Dragon di SpaceX in avvicinamento alla Stazione Spaziale Internazionale (NASA)

Nella prima metà dell’anno, il miliardario statunitense Jared Isaacman, CEO dell’azienda per i pagamenti elettronici Shift4 Payments, parteciperà alla propria seconda missione spaziale privata insieme ad altre tre persone su una capsula da trasporto Crew Dragon di SpaceX. La missione si chiama Polaris Dawn, durerà almeno cinque giorni, raggiungerà una distanza massima dalla Terra di 1.400 chilometri e prevede la prima attività extraveicolare (EVA o “passeggiata spaziale”) gestita interamente da privati.

Passaggi
La sonda BepiColombo dell’ESA compirà il proprio terzo passaggio ravvicinato a Mercurio alla fine di giugno, raccogliendo nuovi dati e fotografando la superficie del pianeta più vicino al Sole.

Parker Solar Probe della NASA effettuerà invece il sesto passaggio ravvicinato a Venere alla fine di agosto e si avvicinerà ulteriormente al Sole, per studiarne le caratteristiche.

L’anno si concluderà con un passaggio ravvicinato della sonda Juno della NASA alla luna Io di Giove, il 30 dicembre.