Una contestata strada su una spiaggia dell’isola d’Elba è durata tre giorni
È stata costruita per collegare il cantiere di un discusso dissalatore, ma una mareggiata ne ha già distrutto un pezzo
All’inizio della settimana una mareggiata ha distrutto parte di una strada provvisoria realizzata sulla spiaggia del lido di Capoliveri, all’isola d’Elba, a servizio del cantiere di un nuovo dissalatore, cioè un impianto che prende l’acqua dal mare e la rende potabile. Entrambe le opere, la strada sulla spiaggia e il dissalatore, erano state molto contestate dagli abitanti di Capoliveri e dall’amministrazione comunale, che negli ultimi due anni aveva presentato diversi ricorsi e sostenuto la necessità di valutare il progetto in modo più approfondito.
Finora infatti il dissalatore e le opere connesse, come le condotte che portano al mare, sono state escluse dalla Valutazione di impatto ambientale (VIA), un procedimento che serve a capire se i progetti siano compatibili con l’ambiente: l’azienda che gestisce l’acqua dell’isola d’Elba sostiene che la VIA non sia necessaria, mentre il comune e diverse associazioni ambientaliste dicono sia essenziale in un ecosistema delicato come quello dell’isola, a maggior ragione se il cantiere interessa anche la spiaggia.
I lavori di costruzione della strada si erano conclusi giovedì 5 gennaio. Tecnicamente è una “pista temporanea con funzione di viabilità alternativa” aperta fino a marzo per permettere ai veicoli e ai mezzi pesanti di raggiungere il cantiere del dissalatore, allestito in una località chiamata Mola. È stata costruita con piastre carrabili di materiale plastico fissate nella sabbia del lido di Capoliveri, che in estate ospita migliaia di turisti. «Durerà poco», avevano commentato alcuni abitanti nei post diffusi sui social per annunciare l’inizio dei lavori.
In effetti tre giorni dopo, nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 gennaio, una mareggiata causata dal forte vento di Scirocco ha trascinato molte piastre in mare: sono state recuperate dai tecnici che negli ultimi giorni hanno ricostruito una carreggiata più stretta rispetto alla precedente per cercare di evitare le onde.
Inizialmente la costruzione della strada sulla spiaggia del lido non era prevista. Nei mesi scorsi ASA SpA, l’azienda che gestisce l’acqua dell’isola d’Elba e che ha commissionato il dissalatore, si era però resa conto che la vicina strada già presente era a una sola corsia, troppo stretta per consentire gli scavi delle condutture necessarie all’impianto e lasciare libero il passaggio alle persone che ci abitano. Quindi ha chiesto al comune di costruire la pista sulla spiaggia.
I tecnici del comune avevano spiegato all’azienda che per realizzare una strada sulla spiaggia, aperta alle auto degli abitanti, non bastava una semplice autorizzazione. La questione era finita al TAR, il tribunale amministrativo regionale, che aveva autorizzato la costruzione nonostante il parere negativo dell’amministrazione. L’azienda ha assicurato l’attivazione di un servizio di guardia, 24 ore su 24, per fermare il passaggio delle auto in caso di allerta meteo, e si è assunta la responsabilità in caso di incidenti e danni.
I contrasti relativi alla strada sulla spiaggia sono soltanto gli ultimi della lunga controversia che riguarda il progetto del dissalatore di Capoliveri. I dissalatori sono impianti molto utili nelle zone dove c’è carenza d’acqua: aspirano l’acqua salata del mare, la filtrano e ne ricavano acqua dolce che viene immessa nella rete idrica. In Italia ce ne sono pochi perché i costi di produzione sono molto elevati, inoltre hanno un impatto ambientale non trascurabile a causa della salamoia, cioè la soluzione con un’alta concentrazione di sale ributtata in mare come scarto di produzione.
Oggi la maggior parte dei dissalatori è concentrata sulle isole minori, dove è molto complicato soddisfare il fabbisogno idrico. All’isola d’Elba i problemi esistono soprattutto nei mesi estivi, quando ai circa 30mila abitanti dell’isola si aggiungono quasi 300mila turisti. Al momento metà del fabbisogno idrico elbano viene assicurato da fonti presenti sull’isola, mentre l’altra metà da una conduttura sottomarina, un tubo di acciaio costruito alla fine degli anni Ottanta che trasporta 148 litri di acqua al secondo dall’Italia continentale, in particolare dalla Val di Cornia, nella zona di Piombino.
L’autorità idrica della Toscana, l’ente che controlla l’acqua della regione, ha spiegato che la conduttura è vecchia e per questo andrebbe sostituita o rimpiazzata. La soluzione più adatta e meno costosa, secondo l’autorità, è un dissalatore. Ma rispetto alle soluzioni trovate in altre isole, come la costruzione in luoghi lontani dai centri abitati, all’isola d’Elba si è scelto di posizionarlo a poca distanza da una spiaggia frequentata, dove sarà costruita anche una parte degli impianti per l’aspirazione dell’acqua dal mare.
ASA, che ha commissionato un’indagine all’università di Siena, ha assicurato che le alternative alla realizzazione del dissalatore non sono percorribili. Mirco Brilli, direttore del settore Reti e Impianti dell’azienda, ha detto che le falde non sono ulteriormente sfruttabili e all’Elba non è pensabile costruire bacini artificiali per via dei vincoli ambientali e del consumo di superficie. «Basti pensare che un laghetto da 300mila a 400mila metri cubi consumerebbe dai 150 ai 200 ettari, nel mentre con il dissalatore che occupa meno di 0,2 ettari produciamo 2,5 milioni di metri cubi all’anno, sempre, anche quando non piove», ha spiegato Brilli.
La stessa indagine realizzata dall’università di Siena è spesso citata dalle associazioni ambientaliste per sostenere l’inutilità del dissalatore. «All’Elba l’acqua c’è, ma ASA non ha voglia di cercarla o di custodirla, per cui preferisce spendere soldi per un dissalatore», dice Leonardo Preziosi, presidente della sezione dell’arcipelago toscano dell’associazione Italia Nostra. «Il fabbisogno di acqua è al massimo di 10 milioni di metri cubi all’anno e lo studio dice che mediamente piovono 45 milioni di metri cubi ogni anno. Inoltre sull’isola ci sono molti altri luoghi lontani dalle spiagge: perché farlo qui? Molte persone hanno già detto che cambieranno destinazione per le loro vacanze».
L’azienda prevede di mettere in funzione l’impianto entro l’estate del 2024. Finora è iniziata la costruzione delle vasche in cemento armato per la raccolta dell’acqua, mentre il cantiere dell’impianto vero e proprio è nelle fasi iniziali. Negli ultimi due anni ci sono stati molti ritardi. L’amministrazione comunale ha presentato diversi ricorsi. «La Regione Toscana ha sempre escluso questo progetto dalla Valutazione di impatto ambientale e noi ci siamo sempre opposti all’esclusione», spiega Laura Di Fazio, assessora all’Ambiente di Capoliveri. «È grave che nessuno riesca ad assumersi la responsabilità di fermare un’opera sbagliata, visibile a tutti, che porta alla distruzione di una delle spiagge naturalisticamente più importanti dell’isola. In merito alla strada, abbiamo avvisato in tutti i modi i giudici del tribunale amministrativo dei possibili rischi, ma non ci hanno dato retta».