La Polizia locale di Roma non se la passa bene
Non sa a chi notificare le multe perché non ha accesso alla banca dati della motorizzazione, ma i problemi sono tanti
Dallo scorso 4 gennaio la Polizia locale di Roma non riesce ad accedere alla banca dati della motorizzazione civile. Non è un problema di poco conto, perché quella banca dati serve ad associare una targa alla persona proprietaria dell’automobile, e sapere quindi a chi notificare una multa per eccesso di velocità, per esempio. La ragione è il mancato rinnovo della convenzione tra il comune di Roma e la motorizzazione, che è a pagamento, ha una durata pluriennale e normalmente viene rinnovata di anno in anno. Con più di una settimana di ritardo, ora il comune ha fatto sapere di aver inviato la richiesta, ma probabilmente passeranno altre settimane prima che l’accesso venga ripristinato.
Questo problema è solo l’ultimo di una lunga serie per i poliziotti locali di Roma (più spesso chiamati vigili o vigili urbani, una definizione che formalmente non esiste più dagli anni Ottanta). In parte sono problemi che hanno tutti i corpi di Polizia locale italiani, legati al loro inquadramento giuridico, ma più che altro sono problemi specifici dei vigili romani: il fatto per esempio che siano ormai da anni sotto organico, e che nel corso del 2022 a molti di loro sia stata tolta l’arma, anche in questo caso per ragioni di mancanze burocratiche.
Il primo a segnalare il mancato accesso alla banca dati della motorizzazione è stato un sindacato della Polizia locale, il SULPL. In un comunicato ha scritto che senza l’accesso è «di fatto impossibile risalire ai proprietari dei veicoli», e si rischia quindi di paralizzare «l’esito della gran parte delle attività sanzionatorie e di controllo del corpo». Un sistema alternativo è il PRA, il Pubblico registro automobilistico, ma anche quello è un servizio a pagamento e in più non tutti gli agenti hanno le credenziali, perciò il loro lavoro risulta comunque rallentato.
Secondo quanto scritto dal sindacato, la convenzione non è stata rinnovata per un «contenzioso datato» tra il comune e la motorizzazione, che è una struttura del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, quindi dello Stato. In pratica, il comune ha chiesto da tempo di poter avere accesso gratuitamente alla banca dati, come avviene normalmente per le forze armate: la Polizia di Stato o la Guardia di Finanza possono consultarla liberamente nell’esercizio delle loro funzioni, mentre la Polizia locale no, perché gli agenti sono dipendenti comunali, inquadrati come tali e non equiparati alle forze di polizia.
Tra un vigile e un impiegato dell’anagrafe di fatto non c’è differenza, sebbene un vigile sia armato e svolga funzioni di polizia e di sicurezza. Negli ultimi anni, poi, il lavoro dei vigili è cambiato, si è integrato di più con quello dei poliziotti e dei carabinieri, eseguono sempre più arresti e partecipano alle attività di polizia giudiziaria per la procura. Questo problema riguarda tutto il territorio nazionale, e infatti da tempo rappresentanti di categoria e amministratori locali chiedono che venga fatta una riforma dell’ordine professionale.
In attesa della risoluzione di cui parla il sindacato, il comune di Roma avrebbe dovuto comunque rinnovare la convenzione pagando il canone annuale, che è di 1.220 euro all’anno, più circa 40 centesimi per singola consultazione, e non è chiaro perché non l’abbia fatto.
In un’intervista con il Messaggero, il direttore dell’Ufficio contravvenzioni di Roma, Diego Porta, ha detto che l’11 gennaio è stata inviata via PEC la richiesta al ministero dei Trasporti di ripristinare l’accesso e rinnovare la convenzione per il 2023, ma potrebbero volerci settimane prima che il servizio torni a funzionare e che gli uffici si rimettano in pari con le pratiche arretrate. «Mi auguro che entro poche settimane vengano riattivate le 180 utenze per i vigili che accedono al sistema e le 20 dei nostri uffici», ha detto Porta.
Un’altra cosa che è mancata ultimamente ai vigili romani sono le armi. La pistola di ordinanza dei corpi di Polizia locale è una semiautomatica calibro 9×21, ma per poterla portare i vigili devono compiere una verifica dei requisiti fisici e psicologici ogni quattro anni: è un’altra delle differenze con le forze armate, che invece fanno la visita di idoneità soltanto una volta e non sono costretti a ripeterla.
Nel caso della Polizia locale di Roma era stata stabilita una convenzione con un centro medico della Polizia di Stato, convenzione che però è scaduta quattro anni fa. In mezzo c’era stata una proroga nel 2020 per via della pandemia, ma scaduta anche quella molti vigili hanno dovuto riconsegnare l’arma. Dopo le segnalazioni del SULPL, secondo cui almeno un centinaio di vigili ha dovuto riconsegnare l’arma, il comando ha rinnovato in ritardo la convenzione con le strutture sanitarie della Polizia di Stato, e prossimamente quindi tutti i vigili dovrebbero riavere la pistola consegnata.
I problemi burocratici e di organizzazione del lavoro si sommano al problema forse più grande e strutturale della Polizia locale di Roma: ci sono pochi vigili. In totale sono circa 5.700, su un territorio molto esteso e in una città con quasi tre milioni di abitanti. Secondo una vecchia stima del comune dovrebbero essere almeno 8.000, ma viste le peculiarità della città è probabilmente una stima al ribasso. A Roma ci sono tutte le istituzioni centrali del paese, un gran numero di manifestazioni, visite di Stato. Milano, che è sette volte più piccola, ha circa la metà dei vigili di Roma, quasi tremila.
Si è arrivati a questa situazione per via dei numerosi pensionamenti (l’età media dei vigili romani è sui 55 anni), e della difficoltà di sostituirli con nuove persone assunte. Roma ha da anni problemi di bilancio a causa di un debito che si è accumulato negli anni, e che sta faticosamente cercando di superare. Inoltre, i comuni hanno dei limiti di spesa molto rigidi per quanto riguarda il personale, ed essendo i vigili impiegati comunali non sono previste eccezioni per colmare i vuoti dell’organico.
La questione è preoccupante soprattutto perché tra due anni in città ci sarà il Giubileo, e nel 2030 potrebbe esserci l’Expo. Sono attese quindi decine di milioni di visitatori, che potrebbero mettere in seria difficoltà una città dove la gestione del traffico e dell’afflusso di persone è problematica in modo strutturale.
L’amministrazione lo sa, e infatti l’assessore alle Politiche del Personale, Andrea Catarci, dice che l’obiettivo è di assumere almeno ottocento nuovi vigili con il piano di assunzioni 2023-2025. «Il concorso per la Polizia locale è uno dei più lunghi e macchinosi» spiega Catarci. «Con i tempi non ce la facciamo ad assumerli già quest’anno, perché non siamo riusciti ad approvare il bilancio entro il 2022». Catarci prevede di avviare e chiudere il concorso entro il 2023, e poi assumere nel 2024. Se dovessero esserci le risorse, poi, spera di assumerne altri 200 scorrendo la graduatoria, quindi senza bandire un altro concorso.
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