La procura generale peruviana ha avviato un’indagine sull’operato della presidente Dina Boluarte, del capo del governo e di due ministri nella gestione delle proteste in corso da oltre un mese nel paese
Martedì la procura generale del Perù ha annunciato di aver avviato un’indagine sull’operato della presidente Dina Boluarte, del primo ministro Alberto Otarola e dei ministri della Difesa e dell’Interno, Jorge Chavez Cresta e Victor Rojas, riguardo alle violenze compiute dalla polizia durante le proteste contro la rimozione dell’allora presidente Pedro Castillo. Nelle proteste, in corso da oltre un mese, sono state uccise almeno 40 persone e ne sono state ferite centinaia: Boluarte e gli altri sono accusati di diversi reati, tra cui quello di omicidio. La procura generale ha fatto sapere di voler avviare un’indagine anche contro l’ex primo ministro Pedro Angulo e l’ex ministro dell’Interno Cesar Cervantes, che hanno avuto incarichi nel governo di Boluarte e sono stati coinvolti nella gestione delle proteste.
Castillo era stato rimosso dal suo incarico e arrestato per aver cercato di sciogliere il parlamento peruviano. Da settimane i suoi sostenitori chiedono il suo rilascio, la rimozione di Boluarte e le elezioni immediate (le prossime dovrebbero tenersi nel 2024).
Le proteste erano cominciate a dicembre e sono riprese a inizio gennaio dopo una breve tregua durante le feste di Natale. Nella sola giornata di lunedì negli scontri sono state uccise almeno 17 persone, il più alto numero di morti in un solo giorno finora: 12 sono morte a Juliaca, nel sud del Perù, dove i manifestanti hanno tentato di prendere il controllo dell’aeroporto. L’indagine servirà a capire se la polizia abbia agito con violenza sproporzionata ed eccessiva.