È morto il cardinale George Pell
Fu il più alto dirigente della Chiesa cattolica mai condannato per abusi su minori, prima di essere assolto in terzo grado
È morto martedì a Roma il cardinale australiano George Pell, che fu il dirigente della Chiesa cattolica di più alto grado mai condannato per abusi sessuali su minori, prima che la sua condanna fosse ribaltata con un’assoluzione nel terzo grado di giudizio. Lo scandalo di pedofilia che lo coinvolse è stato a oggi uno dei più noti che abbia mai riguardato la Chiesa cattolica.
Pell era stato arcivescovo di Sydney, e in quanto tale il più importante vescovo dell’Australia. Nel 2013 fu chiamato a Roma da Papa Francesco per ricoprire un ruolo nella Curia romana (che è, semplificando molto, l’apparato amministrativo che aiuta il Papa nel governo della Chiesa) e divenne segretario per l’Economia, con il ruolo di sorvegliare sulle finanze della Chiesa. Nel 2017, però, la polizia australiana annunciò l’apertura di un’indagine contro di lui per abusi su minori. Pell, che si trovava già a Roma, tornò in Australia per affrontare il processo, e fu condannato per aver violentato due chierichetti nel 1996, quando era arcivescovo di Melbourne.
Pell perse anche il processo d’appello ma nel terzo grado di giudizio nel 2020 l’Alta Corte australiana ribaltò completamente la sentenza, assolvendo Pell da tutte le accuse. L’Alta Corte sostenne che la condanna di Pell era eccessivamente basata sulle testimonianze di uno dei suoi accusatori (uno dei due ex chierichetti) e che non teneva conto di altre testimonianze che avrebbero potuto scagionarlo.
Dopo l’assoluzione, Pell tornò a Roma, ma senza ricoprire più nessun incarico. La sua figura è comunque rimasta estremamente controversa anche perché, come guida della chiesa australiana tra gli anni Novanta e gli anni Duemila, viene oggi accusato di aver coperto numerosi casi di abusi e pedofilia da parte di membri della Chiesa. È morto a causa delle complicazioni di un intervento chirurgico all’anca.