È stato ordinato l’arresto di due importanti funzionari brasiliani per l’assalto alle istituzioni
Tra cui il capo della polizia militare, corpo accusato non solo di avere fatto poco per impedire l'attacco, ma di averlo anche favorito
In Brasile, dove domenica migliaia di sostenitori dell’ex presidente Jair Bolsonaro hanno assaltato tre importanti sedi delle istituzioni, un giudice della Corte Suprema ha ordinato l’arresto di due influenti funzionari ritenuti responsabili in modo più o meno diretto di quanto successo: secondo il giudice Alexandre de Moraes non solo non avrebbero impedito l’assalto, ritenuto peraltro prevedibile, ma l’avrebbero favorito.
Il primo è Anderson Torres, segretario alla Sicurezza del distretto federale di Brasilia, città dove è avvenuto l’attacco. Torres era stato licenziato già domenica dal governatore del distretto federale Ibaneis Rocha, e il suo arresto era stato richiesto lo stesso giorno dalla procura generale brasiliana.
Il secondo è Fabio Augusto Vieira, il capo della polizia militare del distretto federale di Brasilia. La polizia militare è uno dei principali corpi di polizia del Brasile e quello responsabile per la protezione delle istituzioni assaltate domenica: il parlamento, la Corte suprema e l’ufficio del presidente. Proprio la polizia militare è contestatissima in questi giorni per il ruolo che secondo varie autorità e analisti avrebbe avuto nell’attacco. Tra le altre cose, i suoi agenti sono stati ripresi mentre lo filmavano, anziché impedirlo.
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Secondo de Moraes, Torres e Vieira non hanno adeguatamente garantito la sicurezza attorno alle istituzioni. Tra le altre cose, de Moraes ha citato l’autorizzazione data da loro a oltre 100 pullman pieni di rivoltosi di entrare a Brasilia, già molto contestata in questi giorni. Per settimane, infatti, i sostenitori di Bolsonaro avevano fatto capire di essere intenzionati ad occupare con la violenza le sedi delle istituzioni, come gesto di protesta contro quelle che senza nessuna prova hanno definito elezioni ingiuste (Bolsonaro le aveva perse lo scorso ottobre contro il candidato di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva).
De Moraes ha anche accusato i due funzionari di non essersi adoperati per smantellare i molti accampamenti che i rivoltosi avevano allestito a Brasilia, uno dei quali di fronte alla sede principale dell’esercito, all’inizio dell’Asse monumentale, la strada di Brasilia in cui si trovano molti importanti edifici governativi e sedi diplomatiche, e a circa 7 chilometri dai tre edifici assaltati. Per l’assalto alle istituzioni brasiliane sono state arrestate finora circa 1.500 persone.
Mercoledì de Moraes ha anche introdotto un divieto di interrompere il traffico organizzando manifestazioni: per chi viola le regole è previsto l’arresto, oltre a multe dell’equivalente di migliaia di euro per chiunque offra sostegno logistico ed economico a questo tipo di manifestazioni.