La Spagna ha cominciato a rimpatriare le famiglie degli affiliati all’ISIS di cittadinanza spagnola dai campi di prigionia in Siria
Il governo della Spagna ha annunciato di aver cominciato a rimpatriare le famiglie degli affiliati all’ISIS di cittadinanza spagnola che si trovano nei campi di prigionia in Siria. Nelle prime ore di martedì due donne e 13 bambini spagnoli sono arrivati all’aeroporto militare di Torrejón de Ardoz, vicino a Madrid. Le donne sono state arrestate e questa settimana dovranno comparire di fronte all’Audiencia Nacional, un tribunale che si occupa di crimini molto gravi: sono accusate di collaborazione con un’organizzazione terroristica.
Quattro dei bambini rimpatriati sono orfani che hanno i nonni in Spagna, mentre gli altri nove sono figli delle due donne. Sono stati tutti affidati ai servizi sociali della regione di Madrid.
Molti altri paesi europei si erano già occupati di rimpatriare propri cittadini affiliati all’ISIS e prigionieri in Siria, insieme alle loro famiglie; la Francia aveva cominciato a farlo a luglio dopo essersi rifiutata di farlo per molto tempo, a seguito di una sentenza della Corte europea per i diritti dell’uomo. Le persone rimpatriate in Spagna si trovavano in un campo di prigionia dal marzo del 2019, quando l’ISIS perse il controllo della città di Baghuz, l’ultimo territorio in suo potere. Secondo l’ong Human Rights Watch nei campi profughi e nei campi di prigionia del nord-est della Siria ci sono ancora più di 42mila persone che erano affiliate all’ISIS e provengono da almeno 34 paesi diversi: le loro condizioni di vita sono pessime. Le persone rimpatriate finora sono più di 6mila.