Brasilia, un esperimento urbanistico
La storia della capitale del Brasile, città che fu creata dal nulla nel 1960, spiega tra le altre cose perché i tre edifici assaltati domenica si affaccino sulla stessa piazza
I migliaia di sostenitori di Jair Bolsonaro che domenica hanno assaltato i palazzi delle istituzioni brasiliane dopo aver superato le limitate e poco efficaci barriere poste dalla polizia hanno occupato in pochi minuti le sale vuote di tre edifici: il Palácio do Planalto, che ospita gli uffici presidenziali, il Congresso Nacional, sede del Parlamento, e la Corte Suprema Federale. Non è stata necessaria un’azione coordinata, i tre palazzi si affacciano sulla stessa piazza, la Praça dos Três Poderes (Piazza dei Tre Poteri), pensata proprio per rappresentare collaborazione, coesistenza e complementarità di potere esecutivo, legislativo e giudiziario del Brasile.
I tre palazzi sono fortemente riconoscibili: sono stati disegnati dal noto architetto Oscar Niemeyer, morto nel 2012 a 104 anni e uno dei più importanti del Ventesimo secolo. La piazza è l’ideale conclusione dell’Asse Monumentale della città di Brasilia, capitale creata dal nulla fra il 1956 e il 1960 e progettata dall’architetto Lucio Costa per essere una città modello, sede di uffici governativi e ambasciate, ma anche di zone residenziali concepite come autosufficienti. Oggi Brasilia ha una popolazione di oltre 3 milioni di abitanti, mentre il progetto originario ne prevedeva 500.000. È circondata da una serie di sobborghi cresciuti in modo meno programmato e razionale, ma il suo nucleo centrale, definito “Plan Piloto” (progetto pilota), è ancora fortemente riconoscibile nonché uno dei più importanti e studiati esperimenti di urbanistica nel mondo.
Brasilia fu inaugurata il 21 aprile 1960, in una data simbolica, l’anniversario della morte di Joaquim José da Silva Xavier detto Tiradentes, il primo patriota brasiliano a morire per la causa dell’indipendenza dal Portogallo. In realtà quel giorno la città era tutt’altro che completa e abitabile: tra le altre cose erano pochi gli ascensori già perfettamente funzionanti, mancavano le linee telefoniche negli uffici ed era complicato spostarsi in assenza di trasporto pubblico. Del resto solo quattro anni prima nella zona non c’era praticamente nulla.
La capitale del Brasile era stata dal 1763 Rio de Janeiro, ma già la prima Costituzione repubblicana del Brasile, del 1891, prevedeva che fosse individuata un’altra capitale, per unire maggiormente i molti stati brasiliani. Rio si trova infatti nel sud del Brasile, lontanissima dalle remote e isolate zone settentrionali del paese, mentre una città in una posizione centrale sarebbe stata più adatta. In più Rio aveva (e ha ancora oggi) una forma e una struttura urbana che la rendevano poco adatta ad essere capitale.
Dopo trent’anni fu individuata la zona dove oggi sorge Brasilia, ma solo con la presidenza di Juscelino Kubitschek (1956-1961) si passò alla fase di progettazione e costruzione.
Kubitschek aveva conosciuto Niemeyer nel 1940, quando era sindaco della città di Belo Horizonte. Diventato presidente, lo richiamò per il progetto di una nuova capitale, Brasilia, affidandogli l’organizzazione del concorso per costruirla. Il concorso lo vinse Lucio Costa, peraltro un vecchio maestro di Niemeyer, che aveva collaborato a Rio con Le Corbusier, fondatore del Movimento Moderno e dell’urbanistica contemporanea. Costa si sarebbe occupato del progetto generale, Niemeyer degli edifici principali e più rappresentativi, Roberto Burle Marx divenne l’architetto paesaggista.
Inizialmente la struttura del centro della città era stata pensata per essere a forma di croce, ma per via della topografia del luogo fu alla fine modellata a forma di aeroplano. Guardando le fotografie dall’alto della città è facile riconoscerlo. In corrispondenza della “fusoliera dell’aeroplano”, l’Asse Monumentale, si trovano i palazzi dei ministeri, la sede del Congresso, la cattedrale e una torre televisiva alta 230 metri. Le ali sono invece l’Asse residenziale, costituito da 96 super-isolati (superquadras) concepiti per essere praticamente autosufficienti, con strutture residenziali di diverse categorie per favorire l’integrazione fra varie classi sociali, ma anche giardini, supermercati, piccoli negozi, servizi, bar e ristoranti.
Questa parte del progetto si è rivelata piuttosto utopica, i superisolati sono abitati soprattuto da politici, dipendenti di ambasciate e cittadini di classe medio-alta e si sono molto specializzati a livello commerciale: oggi è difficile vivere a Brasilia senza spostarsi in automobile.
La città è stata pensata in un’epoca in cui usare l’auto in città sembrava dover essere la norma: per questo nel progetto iniziale non c’erano semafori – era previsto che cavalcavia e tunnel fossero costruiti per evitare gli incroci – e non era stata prevista una linea metropolitana, progettata solo in seguito. Mancavano anche gli attraversamenti pedonali: sono stati aggiunti anni dopo, ma muoversi a piedi a Brasilia rimane piuttosto scomodo.
Intorno ai due assi della città si sviluppa un lago artificiale, il Paranoa, concepito per rendere più sostenibile il clima secco dell’area e attorno al quale è cresciuta una zona residenziale. Nonostante la concezione “filosofica” della città non abbia completamente resistito in questi 60 anni dalla sua creazione, Brasilia ha avuto una funzione unificatrice per il Brasile ed è stata inserita nella lista dei siti patrimonio dell’umanità dall’UNESCO per i suoi palazzi e monumenti.
Come detto i suoi edifici più importanti, compresi i tre assaltati domenica, sono stati disegnati da Oscar Niemeyer, vincitore nel 1988 del Pritzker Prize, il più prestigioso riconoscimento internazionale per l’architettura e noto anche per altre opere, come la sede delle Nazioni Unite a New York, il Museo di arte contemporanea di Niteroi (la città che fronteggia Rio de Janeiro sulla baia di Guanabara), la sede di Mondadori a Segrate, vicino a Milano, e la cosiddetta “Sfera Niemeyer” a Lipsia, in Germania, inaugurata nel 2020.
Niemeyer è uno degli esponenti più noti del Movimento Moderno, che sosteneva che la bellezza di un edificio nascesse dalla relazione fra la sua struttura e il suo scopo e che l’estetica fosse da ricercarsi nell’insieme. In particolare le linee curve e sinuose dei suoi edifici, la contrapposizione fra pieni e vuoti e le solide strutture in cemento bianco hanno contribuito a creare una sorta di nuova e moderna identità del Brasile a livello architettonico.
I tre palazzi della Piazza dei Tre Poteri costituiscono un insieme armonico e monumentale, mentre altri edifici di Niemeyer degni di nota in città sono il palazzo della residenza del presidente, Palácio da Alvorada, e la cattedrale, struttura in cemento e vetro che sembra svettare verso il cielo.
– Leggi anche: Le critiche alle forze dell’ordine brasiliane per l’assalto alle istituzioni