I rischi dell’allentamento delle restrizioni in Cina
Chi arriva dall'estero non sarà più costretto alla quarantena, e con il Capodanno cinese la situazione potrebbe peggiorare
Domenica poco dopo la mezzanotte all’aeroporto internazionale di Canton-Baiyun, nella Cina meridionale, è atterrato un aereo della China Southern Airlines proveniente da Toronto, il primo volo internazionale arrivato nel paese dopo il recente allentamento delle misure contro il coronavirus. Una volta atterrati, i passeggeri del volo hanno solo dovuto passare i controlli all’immigrazione, senza poi incorrere in ulteriori restrizioni. Per la prima volta da circa tre anni a questa parte, infatti, da domenica chi arriva in Cina dall’estero non deve più sottoporsi a un tampone o alla quarantena obbligatoria, come annunciato a fine dicembre dalla Commissione per la salute nazionale.
L’allentamento delle misure ha già provocato una ripresa dei viaggi turistici dalla Cina verso il resto del mondo, ma al contempo sta creando grosse preoccupazioni anche in vista dei prossimi festeggiamenti del Capodanno cinese, la festa più importante del paese, per la quale ogni anno si spostano centinaia di milioni di persone. Da settimane i contagi in Cina sono sostanzialmente fuori controllo.
La quarantena obbligatoria era stata introdotta all’inizio della pandemia ed era una delle poche misure per limitare il coronavirus rimaste anche dopo che nell’ultimo mese il governo cinese aveva deciso di eliminare quasi tutte le restrizioni. I confini cinesi resteranno comunque chiusi ai turisti stranieri, ma dall’8 di gennaio chi va in Cina per lavoro o per motivi di famiglia non ha più obblighi particolari, se non quello di presentare un tampone negativo effettuato 48 ore prima del viaggio.
L’allentamento delle restrizioni è stato deciso nonostante da inizio dicembre in Cina sia in corso una nuova, grande ondata di casi di coronavirus. Da alcune settimane infatti il governo sta lasciando correre i contagi in maniera incontrollata, minimizzando gli enormi rischi agli occhi dell’opinione pubblica e senza le strutture adeguate per gestire un gran numero di casi. Ha inoltre deciso di non comunicare più i dati sui contagi giornalieri nel paese, e quelli che continua a fornire, che riguardano soprattutto le morti per Covid-19, non sono ritenuti credibili a livello internazionale.
Visto che l’allentamento delle misure negli aeroporti coincide con l’inizio degli spostamenti per le festività del Capodanno cinese, che si festeggerà il 22 gennaio, si teme che la situazione possa peggiorare ulteriormente.
Ogni anno in Cina nel periodo fra metà gennaio e metà febbraio centinaia di milioni di persone si spostano in autobus, treno, aereo e automobile per ricongiungersi con le loro famiglie in occasione del Capodanno, mettendo in atto quella che viene definita la più estesa migrazione annuale di esseri umani. Secondo i primi dati ufficiali, sabato scorso quasi 35 milioni di persone si sono già spostate per tornare dalle città nei paesi da cui provengono, e si stima che nei prossimi giorni altre centinaia di milioni faranno lo stesso, favorendo così la diffusione dei contagi.
A questo proposito, domenica la Commissione per la salute cinese ha comunicato 7.072 nuovi casi di contagio e due morti per cause legate al Covid-19. I dati però non sembrano realistici, soprattutto se confrontati con quelli comunicati separatamente da alcune province. Il direttore della Commissione per la salute della provincia dell’Henan per esempio ha detto che al 6 di gennaio il tasso di infezione sul territorio era dell’89 per cento: dal momento che la popolazione della provincia è di 99,4 milioni di abitanti, questo dato indicherebbe che più di 88 milioni di persone potrebbero essere contagiate.
Ufficialmente dall’inizio della pandemia il governo cinese ha comunicato poco più di 5mila morti legate al Covid-19 e meno di 2 milioni di contagi: dati che sembrano largamente inverosimili.
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