Filippo Bernardini ha ammesso di essere il “ladro di manoscritti”
Il trentenne italiano era stato accusato dall'FBI di aver truffato per anni l'editoria di mezzo mondo: ancora non si sa perché l'abbia fatto
Venerdì Filippo Bernardini, il trentenne italiano accusato dalla procura federale di New York di frode telematica per aver rubato oltre mille manoscritti di libri non ancora pubblicati, si è dichiarato colpevole dell’accusa che gli è stata rivolta dalla procura di New York, nell’ambito di un patteggiamento della pena.
Negli ultimi cinque anni circa Bernardini aveva compiuto un’enorme e misteriosa truffa online che aveva coinvolto celebri autori e case editrici in giro per il mondo. Fingendosi varie persone, Bernardini era riuscito a farsi inviare importanti e attesi manoscritti da editor, autori, traduttori e agenti. In questo modo aveva ottenuto in anteprima i testi di libri di autori anche molto famosi come Margaret Atwood, Ethan Hawke e Sally Rooney.
Nessuno dei manoscritti rubati però è mai stato pubblicato online o diffuso in qualche modo, e Bernardini non ha mai provato a guadagnarci chiedendo un riscatto. Il motivo per cui abbia architettato la truffa non è ancora chiaro: le ipotesi che sono state fatte parlano soprattutto di un appagamento personale derivato dal fatto di poter leggere certi libri prima di tutti gli altri.
Bernardini era stato arrestato dall’FBI il 5 gennaio del 2022 all’aeroporto JFK di New York, dove era appena atterrato per una vacanza negli Stati Uniti. Il mese dopo era comparso davanti a un tribunale federale di New York e si era dichiarato non colpevole.
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Oltre che per frode telematica Bernardini era anche accusato di furto d’identità per aver registrato 160 indirizzi email simili a quelli di persone esistenti nel mondo dell’editoria, cambiando solo qualche lettera. La sentenza definitiva e la condanna sono previste per il mese di aprile. Gli avvocati di Bernardini hanno fatto sapere che si sono accordati con la procura in modo che la condanna di Bernardini sia compresa fra i 15 e i 21 mesi di carcere, e preveda una multa non superiore a 75mila dollari.
Bernardini ha trent’anni, viene da una nota famiglia di Amelia, in provincia di Terni (il padre, medico, è stato candidato sindaco con il PD prima di passare a una lista civica) e fino al momento dell’arresto lavorava nell’ufficio diritti della filiale londinese della prestigiosa casa editrice statunitense Simon & Schuster.
Nel mondo dell’editoria il “ladro di manoscritti” era diventato un problema serio e diffuso: Bernardini infatti inviava incessantemente email alle case editrici grandi e piccole di tre continenti (Europa, America e Asia). Aveva provato a portare avanti diversi furti anche in Italia, prendendo di mira impiegati di varie case editrici e scrivendo loro email fasulle fingendosi qualcuno del settore che conoscevano e che avrebbe potuto verosimilmente richiedere il pdf di un manoscritto in lavorazione. Come hanno spiegato alcune case editrici, era difficile insospettirsi, anche perché la richiesta di manoscritti è piuttosto usuale nell’ambiente e nessuno si faceva troppi problemi a inviarli. Dopo diversi di questi tentativi di frode, molte case editrici in tutto il mondo hanno cominciato ad adottare molte più precauzioni nell’invio di manoscritti via mail.
Prima dell’arresto di Bernardini, nell’ambiente circolavano le teorie più disparate su chi fosse il colpevole della truffa dei manoscritti: si parlò di servizi segreti russi che cercavano di destabilizzare l’industria culturale occidentale, del governo cinese o di qualche produttore di Hollywood in cerca di nuove storie.