Persino il sindaco di New York ha i ratti in casa
E pur di liberarsene ha accettato l'aiuto di un ex avversario politico che ha una grossa colonia di gatti
Il grosso problema di New York con i ratti peggiora di anno in anno, e i racconti di scene apocalittiche sui giornali locali sono diventati un genere letterario. I ratti sono apparentemente sempre più a loro agio a scorrazzare tra gli esseri umani in pieno giorno, e le ragioni sono molteplici: hanno a che fare soprattutto con il modo in cui viene gestita la raccolta dei rifiuti – principale fonte di cibo per i ratti – in seguito a vari tagli al Dipartimento municipale che si occupa della spazzatura.
C’è una persona in particolare che da tempo esprime spesso e pubblicamente il proprio odio nei confronti di questi animali: il sindaco di New York, Eric Adams, per il quale rappresentano una grossa questione politica, oltre che un fastidio personale. Adams ha più volte raccontato di essere terrorizzato dai ratti, ma anche di averci dovuto convivere così a stretto contatto nella sua casa d’infanzia da averne avuto uno come animale domestico da piccolo. Una volta disse a un gruppo di giornalisti di aver inventato un dispositivo che chiama “il secchio dei topi” per ucciderne in grandi quantità, annegandoli in un liquido simile all’aceto, provocando grandi proteste tra le organizzazioni animaliste. Ma soprattutto, è stato recentemente multato (non per la prima volta) per un’infestazione di ratti in un edificio di sua proprietà a Bedford-Stuyvesant, a Brooklyn.
Adams l’anno scorso aveva già contestato con successo una multa da 300 dollari relativa ai topi, ma qualche giorno fa gliene sono arrivate altre due, per un totale di 1.200 dollari. Secondo il New York Times, che ha dedicato un articolo molto dettagliato alla vicenda, alcune persone del vicinato ritengono che l’infestazione parta da un edificio che confina direttamente con quello di proprietà di Adams. Da parte propria, il sindaco dice di aver speso quasi settemila dollari nel tentativo di eliminare l’infestazione, senza grandi successi.
Esauriti i tentativi di sterminio della colonia di ratti che vive nel suo edificio, Adams ha accettato la provocazione di Curtis Sliwa, ex candidato Repubblicano a sindaco di New York e fondatore dei Guardian Angels, un’organizzazione privata e volontaria di sicurezza pubblica nata con lo scopo di combattere il crimine nella metropolitana di New York alla fine degli anni Settanta. Nel corso degli anni, Sliwa ha adottato sedici gatti randagi, e ha proposto ad Adams di prestargliene qualcuno per risolvere il suo problema personale con i roditori.
Intervistato dal New York Times, Sliwa ha detto anche che l’amministrazione di New York dovrebbe usare i tanti gatti randagi che circolano nelle sue strade per tenere a bada i topi, e che le donne di mezz’età che già si prendono cura di colonie di gatti potrebbero essere arruolate per espanderne le zone di caccia.
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Adams ha risposto che non crede che il problema dei topi nella città possa essere trattato come una puntata del cartone animato Tom e Jerry, ma ha comunque accettato l’aiuto di Sliwa nel suo edificio a Brooklyn.
Secondo Michael H. Parsons, ricercatore che ha studiato a lungo l’impiego dei gatti per controllare grosse popolazioni di ratti, non servirà a niente, perché i roditori di New York sono molto aggressivi e abituati a sopravvivere in condizioni difficili, mentre «i gatti preferiscono prede facili, non rischiose e potenzialmente letali».
A livello politico, l’amministrazione Adams ha annunciato che sta cercando qualcuno che ricopra il ruolo di “direttore della mitigazione dei roditori”, che possieda «la determinazione e l’istinto omicida necessari per combattere il vero nemico: l’inesorabile popolazione di topi di New York». L’incarico non è ancora stato assegnato.
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