Sulle Alpi e sugli Appennini c’è poca neve
E in varie località sotto i 2mila metri di altitudine, dalla Svizzera all'Abruzzo, è troppo poca per tenere gli impianti sciistici aperti
A causa delle temperature straordinariamente miti e della scarsità di precipitazioni delle ultime settimane, su gran parte delle Alpi e degli Appennini c’è poca neve. Talmente poca che in molte località sciistiche gli impianti sono stati chiusi poco tempo dopo l’apertura, a inizio dicembre. E in molti dei posti dove invece si può sciare, lo si fa grazie alla neve artificiale, tra boschi e prati in cui i colori prevalenti sono il verde e il marrone. Il problema riguarda soprattutto le zone sotto i 2mila metri di altitudine, quelle dove è probabile che a causa del cambiamento climatico sarà sempre più difficile sciare.
Una delle località colpite dalla carenza di neve è Adelboden, che si trova a 1.350 metri nel Canton Berna, nell’ovest della Svizzera. Dato che il 7 gennaio sulla pista Chuenisbärgli della cittadina si terranno due gare maschili della Coppa del Mondo di sci alpino, è stato fatto un grande uso dei cannoni sparaneve. Se ci fosse stato ancora più caldo le gare, che generalmente attirano un pubblico di 20mila persone, avrebbero dovuto essere annullate perché sopra una certa temperatura la neve si scioglie, anche quella artificiale. Sono invece state annullate alcune delle gare femminili in programma il 5 gennaio sulla pista di Crveni Spust vicino a Zagabria, in Croazia, a causa delle alte temperature.
Parlando con Associated Press, il direttore delle gare di Adelboden Toni Hadi ha detto che le gare saranno fatte su neve esclusivamente artificiale, e ha aggiunto: «Il clima sta cambiando un po’ ma cosa dovremmo fare qui? Smettere di vivere?».
Sempre in Svizzera, gli impianti di Splügen, una località del Cantone dei Grigioni, nell’est del paese, hanno dovuto chiudere per carenza di neve. Il paese di Splügen si trova a quasi 1.500 metri, un’altitudine che fino a qualche anno fa non si pensava rischiasse di restare senza neve. Hacher Bernet, il direttore degli impianti di Splügen, ha spiegato ai giornalisti di essere stato obbligato a chiuderli mostrando che la consistenza della poca neve presente è molto acquosa, del tutto inadatta per lo sci.
– Leggi anche: In Valle d’Aosta si discute di una funivia da costruire in un vallone protetto
Altri comprensori svizzeri stanno pubblicizzando i sentieri per la mountain bike al posto delle piste. Quelli a maggiori altitudini funzionano normalmente ma devono fare ricorso a grandi quantità di neve artificiale. Significa utilizzare le riserve d’acqua che in questo periodo sono particolarmente importanti sia a causa della siccità che ha caratterizzato il 2022, sia per la necessità di alimentare più del solito le centrali idroelettriche, per via della crisi energetica legata alla guerra in Ucraina.
C’è carenza di neve anche in Francia. Non nelle Alpi meridionali e sulle piste al di sopra dei 2.200 metri in quelle settentrionali, ma alle altitudini più basse e sui Pirenei sì. Chamonix, che si trova a 1.035 metri alle pendici del Monte Bianco, è uno dei posti dove manca la neve ma i cannoni sparaneve non possono essere usati perché c’è anche carenza d’acqua e quella che c’è viene conservata per case e attività commerciali.
A metà dicembre poteva sembrare che l’inverno 2022-23 sarebbe stato un’ottima stagione sciistica, perché aveva fatto particolarmente freddo, ma poi le temperature sono risalite. Lo stesso vale per la Germania, dove questa settimana sono state registrate temperature massime fino a 16 °C in varie parti del paese, e per l’Austria.
La scarsità di neve comunque non riguarda tutte le Alpi. In Italia, dunque più a sud rispetto alla Svizzera, le piste delle Dolomiti sono ben fornite, sebbene la neve che le ricopre sia dovuta soprattutto a nevicate di settimane fa. Di neve non ce n’è quasi più sui rami degli alberi, ed è molto poca nei paesi, i più alti dei quali si trovano tra 1.500 e 1.600 metri di altitudine.
Sono invece chiusi molti degli impianti sciistici sugli Appennini, dove fa troppo caldo per la neve artificiale. In Emilia-Romagna tra le piste chiuse ci sono quelle del comprensorio del Monte Cimone (2.165 metri di altitudine): solo il campo scuola dove i bambini imparano a sciare ha potuto restare aperto, e solo grazie alla neve prelevata più in alto. E anche in Abruzzo, dove c’è il Gran Sasso, la montagna più alta degli Appennini, manca la neve.
Questa situazione contribuisce a mettere in discussione il futuro dello sci come sport accessibile a un gran numero di persone. Con il riscaldamento globale causato dalle emissioni di gas serra umane è probabile che le temperature globali, comprese quelle delle montagne europee, continueranno ad aumentare, rendendo sempre più difficile e costoso l’innevamento delle piste.
– Leggi anche: La neve artificiale ha i suoi problemi