Il numero speciale di Charlie Hebdo sulle proteste iraniane e contro Ali Khamenei
Il settimanale satirico francese l'ha pensato per ricordare l'attentato contro la propria redazione compiuto otto anni fa da al Qaida
Il numero speciale del settimanale satirico francese Charlie Hebdo pubblicato oggi è dedicato alle proteste iraniane contro il regime estremamente conservatore del paese, iniziate dopo la morte di Mahsa Amini, una donna curda di 22 anni morta in carcere il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia religiosa per non aver indossato correttamente il velo.
Nell’editoriale intitolato “Il disegno satirico, guida suprema della libertà” il direttore Laurent Sourisseau, in arte Riss, ha spiegato che con il numero di oggi Charlie Hebdo ha voluto ricordare l’attentato del 7 gennaio del 2015 compiuto da al Qaida, nel quale furono uccise 12 persone che appartenevano alla redazione. Al Qaida prese di mira Charlie Hebdo per le vignette satiriche che il giornale aveva pubblicato negli anni, in particolare alcune su Maometto, profeta dell’Islam. Nel numero di oggi sono pubblicate le vignette risultanti da un concorso internazionale indetto dal giornale, per appoggiare le proteste iraniane e criticare il regime di Teheran, che dal 1979 è formato da religiosi sciiti (cioè l’orientamento dell’Islam che è maggioritario in Iran).
Riss ha detto: «È stato un modo per manifestare il nostro sostegno agli uomini e alle donne iraniane che rischiano la vita per difendere la loro libertà contro la teocrazia che li opprime dal 1979. È stato anche un modo per ricordare che i motivi per cui erano stati assassinati i vignettisti e redattori di Charlie, otto anni fa, sono purtroppo ancora attuali. Chi rifiuta di sottomettersi ai dettami delle religioni rischia di pagarlo con la vita. Cosa avrebbero pensato oggi Charb, Cabu, Bernard Maris, Wolinski, Tignous, Mustapha Ourrad, Honoré ed Elsa Cayat [tra le persone uccise nell’attentato, ndr] vedendo quello che sta accadendo in Iran? Nessuno può dirlo, ma possiamo immaginarlo».
Il concorso internazionale era stato lanciato lo scorso dicembre. Charlie Hebdo aveva invitato i vignettisti di tutto il mondo a realizzare una caricatura di Ali Khamenei, la Guida suprema dell’Iran, cioè la figura politica e religiosa più importante del paese. Sul nome della carica di Khamenei – Guida suprema appunto – è stato fatto anche il gioco di parole che ha dato il titolo all’editoriale di Riss: “Il disegno satirico, guida suprema della libertà”. «Disegnatori e vignettisti devono sostenere le persone iraniane che lottano per la propria libertà, ridicolizzando questo leader religioso di un’altra epoca, e rispedendolo nella pattumiera della storia», diceva il testo del concorso, intitolato #MullahsGetOut (Mullah andatevene).
Oltre a migliaia di minacce, come si spiega nell’editoriale, Charlie Hebdo ha ricevuto più di trecento disegni. Ne ha selezionati trentacinque e «i più originali e più efficaci» li ha pubblicati nel numero speciale. Gran parte delle vignette sono opera di persone iraniane, la maggior parte delle quali si è rifugiata all’estero per scappare dal regime. Alcune vignette, ha spiegato Riss, sono «accademiche» e lontane da quelle pubblicate di solito dal settimanale, altre ancora non sono state fatte da professionisti, ma la cosa più importante era «far sentire alle persone che non sono sole».
Tutti i disegni comunque «hanno il merito di aver sfidato l’autorità che la presunta guida suprema afferma di rappresentare (…)», ha detto Riss, che ha aggiunto che il concorso non era a premi «perché assegnare un primo, un secondo e un terzo posto avrebbe significato svalutare gli altri disegni. E poi, quale ricompensa potrebbe essere all’altezza del coraggio di dire di no ai tiranni religiosi? Ne esiste però una che nessuno può comprare o regalare, per la semplice ragione che non ha prezzo: la libertà, semplicemente».
La maggior parte delle vignette racconta la rivolta delle donne, che sono le protagoniste della protesta, con disegni che giocano sull’inversione dei ruoli: «Le donne sottopongono i mullah a ciò a cui sono sottoposte loro», ha spiegato Riss. E ancora: «Alcuni disegni sono graficamente interessanti, altri divertenti, come quello in cui vediamo una donna che urina su un mullah. È semplice, diretto. Si sente che è davvero un disegno liberatorio».
In un’altra vignetta, l’ayatollah Khamenei si prende lo slogan delle donne curde “Donna, Vita, Libertà” come fosse un pugno in faccia, mentre in un’altra ancora un mullah finisce schiacciato sotto un tacco. In un disegno, la Guida suprema dell’Iran è come Marilyn Monroe nella famosa scena del film Quando la moglie è in vacanza, e il suo vestito viene sollevato dal vento causato dai veli da cui le donne si sono liberate.
Oltre alla rivolta delle donne, nelle vignette è ricorrente il tema delle impiccagioni. In Iran le autorità hanno infatti iniziato ad eseguire in pubblico, per impiccagione, le condanne a morte di manifestanti arrestati e sottoposti a processi sommari con l’obiettivo di bloccare le proteste. Per ora, comunque, questa strategia non sta funzionando e le proteste stanno proseguendo.
Sulla copertina del numero speciale di Charlie Hebdo sull’Iran, Riss ha disegnato una donna supina, nuda, sorridente, con i capelli al vento, che divarica le gambe e fa scomparire dentro la sua vagina una fila di piccoli mullah. Il titolo è: “Mullah, ritornate da dove siete venuti!”