Il governo cinese ha minacciato di adottare contromisure verso quei paesi che hanno introdotto l’obbligo di tamponi per i viaggiatori che arrivano dalla Cina

Alcuni viaggiatori provenienti dalla Cina si sottopongono al tampone al loro arrivo all'aeroporto di Milano Malpensa
(ANSA / MATTEO BAZZI)
Alcuni viaggiatori provenienti dalla Cina si sottopongono al tampone al loro arrivo all'aeroporto di Milano Malpensa (ANSA / MATTEO BAZZI)

Martedì il governo cinese ha criticato molto duramente i paesi che negli ultimi giorni hanno deciso di imporre tamponi obbligatori ai viaggiatori che arrivano dalla Cina, e ha minacciato «contromisure basate sul principio di reciprocità». Nel corso di una conferenza stampa, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning ha detto che il governo ritiene che le restrizioni siano «prive di basi scientifiche» e che alcuni metodi adottati nei controlli siano eccessivi e «inaccettabili». Mao Ning ha poi aggiunto che il governo cinese è «fermamente contrario ai tentativi di manipolare le misure contro il coronavirus per scopi politici».

I tamponi sono stati imposti da molti paesi europei, tra cui l’Italia, ma anche dagli Stati Uniti: la decisione è dovuta principalmente al fatto che in Cina è in corso una nuova enorme ondata di contagi di cui però si sa pochissimo per via della decisione del governo di non comunicare più i dati giornalieri. Con i tamponi obbligatori, questi paesi vogliono appurare la presenza di nuove varianti, che potenzialmente potrebbero essere più contagiose di quelle conosciute finora.