Gli indagati per violenze sessuali saranno esclusi dalla cerimonia dei premi César
Lo ha deciso l'organizzazione dei “premi Oscar francesi”, per evitare proteste attorno al caso dell'attore Sofiane Bennacer
Chiunque sia indagato per reati di violenza sessuale non potrà partecipare alla prossima cerimonia dei premi César, i cosiddetti “premi Oscar francesi”, prevista per il 25 febbraio del 2023. Lo ha fatto sapere la Académie des arts et techniques du cinéma (detta anche Accademia dei César), l’istituzione che dal 1976 assegna i premi, anticipando le possibili proteste per la partecipazione all’evento di Sofiane Bennacer, uno degli attori francesi emergenti più in vista, indagato proprio per stupro e violenze sessuali.
Bennacer ha 25 anni ed è uno dei protagonisti del film Forever Young – Les Amandiers della regista e attrice Valeria Bruni Tedeschi, sua attuale compagna. Lo scorso novembre Bennacer era stato accusato di violenze sessuali da una sua ex partner, che aveva detto di essere stata stuprata da lui, e da altre tre donne che avevano detto di aver subìto violenze. In seguito alle accuse era partita un’indagine, e l’Accademia dei César aveva deciso di escluderlo dalla lista degli attori emergenti nominati per il relativo premio nel 2023, ma non dalla partecipazione alla cerimonia.
In un comunicato uscito lunedì gli organizzatori dei premi César hanno chiarito che sarà escluso dalla cerimonia di febbraio chiunque rischi una condanna per «violenza, in particolare per reati di natura sessuale o sessista», oltre a chi è già stato condannato per un reato di questo tipo. La decisione è stata presa per «non dare visibilità» a persone che potrebbero aver commesso violenze e «in segno di rispetto per le vittime», anche se solo «presunte». Non è ancora stato deciso, invece, se le persone con indagini o condanne per violenze sessuali saranno escluse in futuro anche dalle candidature e quindi dai premi.
Attorno ai premi César c’erano già state critiche e polemiche per le candidature ricevute da un film del regista Roman Polanski prima dell’edizione del 2020, e proteste anche durante la cerimonia. Nel 1977 Polanski finì brevemente in carcere negli Stati Uniti per aver avuto un rapporto sessuale – da lui confermato – con una 13enne. Da allora vive in Francia per evitare l’estradizione e il processo negli Stati Uniti, dove aveva cercato di ottenere un accordo per una pena con la condizionale senza riuscirci.
Durante la cerimonia del 2020, alcune attrici avevano lasciato la sala per protesta contro l’assegnazione del premio per il miglior regista a Polanski per L’ufficiale e la spia. La prima a lasciare la sala fu l’attrice Adèle Haenel, che pochi mesi prima aveva raccontato di essere stata molestata sessualmente dai 12 ai 15 anni da Christophe Ruggia, regista del suo primo film, nel 2002; dietro di lei uscì anche Céline Sciamma, regista del film Ritratto della giovane in fiamme, in cui Haenel aveva recitato in uno dei ruoli principali e che era candidato a diversi premi.
Nelle settimane precedenti alla cerimonia c’erano state molte proteste per le molte candidature del film di Polanski, tanto che l’intero consiglio direttivo dei premi César si era dimesso e il regista aveva detto che non avrebbe partecipato alla serata temendo per la sua sicurezza. Sempre a novembre Polanski era stato accusato di stupro dall’ex attrice Valentine Monnier per fatti avvenuti nel 1975.
A l'annonce du César de la Meilleure Réalisation pour Roman Polanski ("J'accuse"), Adèle Haenel quitte la salle.
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— CANAL+ (@canalplus) February 28, 2020