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  • Martedì 3 gennaio 2023

La prima grande finale mondiale del 2023

È quella dei Mondiali di freccette, un evento sempre più importante per uno sport sempre più seguito

(Mike Owen/Getty Images)
(Mike Owen/Getty Images)
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I Mondiali di freccette finiscono martedì sera con un’attesa finale che in Italia si potrà vedere su Dazn. Erano iniziati il 15 dicembre, con 96 giocatori e giocatrici provenienti da oltre venti paesi del mondo, seppure con una netta predominanza di britannici e in particolare inglesi. Svolti come di consueto all’Alexandra Palace di Londra, questi Mondiali sono i trentesimi organizzati dalla Professional Darts Corporation (PDC), l’associazione nata da un’aspra scissione nei primi anni Novanta e che da tempo si è affermata come la più ricca e quella con i giocatori più importanti, molti dei quali vivono di freccette, uno sport in ascesa grazie al quale sono diventati milionari.

Il campione in carica – il cinquantaduenne scozzese Peter Wright, noto per la sua cresta colorata, sempre con colori diversi, e soprannominato “Snakebite” (“morso di serpente”) – è stato eliminato nelle prime fasi. Il trentasettenne gallese Gerwyn Price, ex rugbista e vincitore dei Mondiali PDC nel 2021, è stato eliminato invece ai quarti di finale.

A giocarsi la vittoria finale saranno l’inglese Michael Smith e l’olandese Michael van Gerwen. Soprannominato Bully Boy, Smith arriva da due finali mondiali perse, ma quest’anno è andato meglio del solito. Van Gerwen, il cui soprannome è Mighty Mike (nelle freccette hanno quasi tutti un soprannome), ha già vinto i Mondiali tre volte, l’ultima delle quali nel 2019: è considerato il più forte al mondo e anche uno dei migliori di sempre, ma arriva da un paio di annate piuttosto deludenti.

La prima edizione dei Mondiali PDC, organizzati da un’associazione che al tempo aveva un nome diverso, fu nel 1994, due anni dopo la scissione, decisa da molti tra i migliori giocatori di allora, delusi dalla gestione della British Darts Organisation, che nonostante il nome era internazionale. All’inizio la nuova associazione si finanziò con i soldi dei giocatori, e i primi Mondiali furono per molti versi modesti, con un montepremi totale di 64mila sterline.

I Mondiali nel 1995 (Allsport UK/ALLSPORT)

Quest’anno il montepremi totale è di due milioni e mezzo di sterline (quasi tre milioni di euro) e solo al vincitore spettano 500mila sterline. Il Guardian, che come diversi altri media britannici nelle ultime settimane ha dedicato parecchio spazio a questi primi Mondiali del 2023, ha scritto che oggi «le freccette sono un grande affare» e che quello che era un gioco amato da pochi è diventato «una macchina da soldi».

La sede dei Mondiali 2023 (Luke Walker/Getty Images)

All’Alexandra Palace, l’edificio vittoriano di fine Ottocento che ormai da diversi anni è sede dei Mondiali di freccette, c’è da giorni il tutto esaurito, con biglietti che arrivano vicini ai 100 euro, o perfino ai 500 nel caso di appositi pacchetti “hospitality”. Per chi paga di più ci sono specifici tavolini, per gli altri semplici posti a sedere. Il clima generale è tutto tranne che sobrio: si beve molto, e buona parte degli spettatori sono particolarmente chiassosi, calorosi nel loro tifo e molto appariscenti nei loro indumenti.

(EPA/TOLGA AKMEN)

Ai Mondiali gli oltre novanta giocatori e la manciata di giocatrici, tra cui la diciottenne Beau Greaves e la cinquantaduenne Lisa Ashton, si sono affrontati in diverse fasi preliminari, con i migliori al mondo che sono entrati in gioco solo da un certo punto in poi. In uno sport in cui gli addominali scolpiti non sono una condizione necessaria né tantomeno diffusa, e in cui non è per nulla impossibile essere competitivi a un’età in cui molti non sportivi pensano alla pensione, il cinquantottenne Steve Beaton ha partecipato alla sua trentaduesima edizione consecutiva.

Peter Wright, il campione in carica, è stato eliminato al terzo turno, al quale si era presentato come di consueto introdotto dalla canzone “Don’t Stop The Party” di Pitbull (chi gioca a freccette ha una sua canzone d’ingresso, oltre a un soprannome), come al solito con una sgargiante cresta e vestito da Grinch.

(Luke Walker/Getty Images)

È andato un po’ più avanti Gerwyn Price, il gallese che aveva vinto nel 2021. Arrivato alle freccette dopo una buona carriera nel rugby a 13, e dopo un infortunio che gli ha fatto preferire le freccette ai placcaggi, Price ha avuto una rapida ascesa ai massimi livelli delle freccette, ma è stato battuto ai quarti di finale dal tedesco Gabriel Clemens.

Price, un tipo parecchio plateale nelle sue esultanze e non proprio conciliante verso gli avversari, aveva fatto discutere perché durante quei quarti di finale aveva indossato delle cuffie da lavoro per non sentire il pubblico — che da diversi anni gli è per la maggior parte avverso — sostenere Clemens. La PDC aveva poi spiegato che Price (il cui soprannome è “Iceman”) aveva fatto richiesta per poterle indossare, precisando però di ritenere il tifo, anche quando rumoroso, parte integrante della disciplina.

(Luke Walker/Getty Images)

Clemens è poi stato battuto in semifinale dall’inglese Smith. Nell’altra, l’olandese Van Gerwen (rappresentante di un paese che, dopo l’Inghilterra, era quello con più giocatori ai Mondiali) ha vinto con un facile 6-0 contro il belga Dimitri Van den Bergh.

I punteggi tennistici sono dovuti al fatto che nelle freccette ci sono i set. Il numero di set varia a seconda del torneo e della partita (la finale si giocherà al meglio dei 13) e ogni set è composto da cinque leg, che di fatto sono le singole partite. Nelle freccette i due sfidanti partono da un determinato numero di punti (in genere 501) e vince il primo che arriva a zero. Anziché essere sommati, i punti vengono insomma sottratti. Non basta però avvicinarsi allo zero o superarlo, bisogna proprio fermarcisi, facendo quindi tutti i calcoli del caso, compresi quelli relativi al fatto che l’ultimo tiro deve essere un doppio.

Un importante forse-non-tutti-sanno-che delle freccette è che la parte che dà più punti non è il centro (che ne vale 50) bensì la parte che ne vale 60: quella dove lo spicchio da 20 punti si incontra con la parte rossa di corona interna che ne triplica il valore. Ogni spicchio vale da 1 a 20 punti, la corona esterna li raddoppia e quella interna li triplica.

(Mike Owen/Getty Images)

Con un po’ di calcoli si capisce quindi che il modo più veloce per finire una partita partendo da 501 è con nove lanci: è il miglior risultato possibile, come una partita a bowling da 300 punti. Quando un leg viene vinto in nove tiri si parla di nine-darter, una partita risolta cioè soltanto con nove dardi. Anche tra i professionisti sono in pochi ad esserci riusciti in partite importanti, trasmesse in televisione, e in pochissimi ad averlo fatto più volte. Tra i due finalisti, Smith ci è riuscito due volte, Van Gerwen otto.

Smith gioca professionalmente a freccette da anni e ha raccontato che addirittura decise di lasciare gli studi universitari per dedicarsi a tempo pieno a questa pratica. Quest’anno, dopo molte finali perse, ha vinto il Grand Slam of Darts, e il principale dubbio che lo circonda è sulla sua capacità di gestire la pressione. La sua canzone d’ingresso è “Shut Up and Dance” dei Walk the Moon.

Smith (Luke Walker/Getty Images)

Van Gerwen, la cui canzone d’ingresso è “Seven Nation Army” dei White Stripes, è tornato solo nell’ultimo anno agli altissimi livelli che aveva prima della pandemia, livelli per cui in molti lo avevano paragonato a Phil Taylor, un ex giocatore con undici nine-darter, centinaia di tornei vinti e quattordici titoli mondiali PDC. Nel 2022 Van Gerwen ha vinto quasi tutti i tornei più importanti, e dopo aver vinto i Mondiali nel 2014, nel 2017 e nel 2019 era considerato il principale favorito di questa edizione.

Van Gerwen (Luke Walker/Getty Images)

Van Gerwen fece il suo primo nine-darter a 17 anni: aveva iniziato a dedicarsi alle freccette a 13 anni, dopo una deludente carriera calcistica. All’inizio alternò le freccette all’attività da piastrellista: da qualche tempo non ne ha più bisogno, visto che si stima che, tra premi e sponsor, abbia guadagnato oltre cinque milioni di euro. Di lui il Guardian aveva scritto già diversi anni fa che «non c’è bisogno di sapere qualcosa di freccette per capire, vedendolo giocare, di essere davanti a un talento raro».

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