Extinction Rebellion cambierà strategia nel Regno Unito
Il movimento ambientalista che nel 2019 aveva bloccato Londra interromperà le azioni di protesta che creano disagi pubblici
Il gruppo britannico del movimento ambientalista Extinction Rebellion, che dal 2019 si è fatto conoscere per le proteste che avevano bloccato Londra, ha detto che nel 2023 cambierà approccio: cercherà di ottenere che si contrasti il cambiamento climatico non con azioni che creino disagi alla vita quotidiana, ma coinvolgendo maggiormente le persone. «LA SMETTIAMO!», ha annunciato il gruppo su Twitter: «Il nostro proposito per l’anno nuovo è interrompere le nostre strategie di disturbo pubblico».
Extinction Rebellion (XR) è un movimento internazionale nato proprio nel Regno Unito. Oltre che per i blocchi stradali, è noto per gli attivisti incollati alle strade e incatenati ai cancelli delle sedi delle istituzioni, come il palazzo del parlamento e Buckingham Palace, il palazzo reale. Il suo attivismo si è sviluppato e diffuso più o meno contemporaneamente a quello dei Fridays for Future, gli scioperi per il clima degli studenti ideati dall’attivista svedese Greta Thunberg, e si distingueva per una maggiore radicalità delle forme di protesta. Questo tipo di strategia è stato adottato più di recente anche dagli attivisti di altri gruppi, come Ultima Generazione, che in vari paesi del mondo, Italia compresa, hanno organizzato tra le altre cose i lanci di zuppe, vernice e farina contro opere d’arte nei musei.
L’annuncio di Extinction Rebellion sembra dunque andare in controtendenza rispetto a quelle che attualmente sono le forme di protesta più diffuse e che ottengono maggiore visibilità. Il gruppo ha riconosciuto che la sua decisione è «controversa» e ha specificato di credere sempre nel «potere del disturbo di suonare l’allarme», ma anche di ritenere che «evolvere le tattiche» sia necessario.
– Leggi anche: Gli attivisti per il clima mettono in conto di essere odiati
Rispetto al 2018, quando Extinction Rebellion venne fondato, è peraltro cambiato il contesto in cui avvengono le proteste ambientaliste. Nel 2022 nel Regno Unito è entrata in vigore una legge che dà maggiori poteri alle forze dell’ordine per contenere e limitare le manifestazioni che creano disagio pubblico, prevede pene detentive per chi «interferisce con fondamentali infrastrutture nazionali» e ordinanze restrittive per i manifestanti «determinati a creare disagi ripetutamente».
Il governo britannico ha definito l’impatto delle proteste ambientaliste degli ultimi anni «sproporzionato» per i suoi effetti sui lavoratori che non vi partecipano, sottolineando che sono la maggioranza, e per i costi in termini di spesa pubblica. A maggio l’allora ministra dell’Interno Priti Patel aveva definito i manifestanti che compiono azioni di guerrilla «pochi» ed «egoisti». Questo punto di vista sembra rispecchiare l’opinione generale su Extinction Rebellion: già un anno fa, secondo un sondaggio di YouGov, il movimento era molto poco apprezzato nel paese; erano di più le persone a cui non piaceva.
Il proposito di inizio anno del gruppo pare un tentativo di rimediare a questo problema di immagine: «XR si impegna a includere tutte le persone nel suo lavoro e a non lasciare da parte nessuno, perché tutti hanno un ruolo. Daremo priorità alla partecipazione». Il movimento ha indetto una manifestazione davanti al parlamento britannico per il 21 aprile, «mettendo da parte le catene, la colla e la vernice».
– Leggi anche: Greta Thunberg aveva cambiato approccio a sua volta