È morto il papa emerito Benedetto XVI
Joseph Ratzinger aveva 95 anni, e si era dimesso nel 2013 dopo un pontificato durato 8 anni
Joseph Ratzinger, il papa emerito Benedetto XVI, è morto oggi nella sua residenza all’interno della Città del Vaticano, il monastero Mater Ecclesiae. Aveva 95 anni e le sue condizioni di salute si erano aggravate da qualche giorno: lo stesso papa attualmente in carica, Francesco, l’aveva annunciato pubblicamente, invitando a pregare per lui. La notizia è stata data dal direttore della sala stampa vaticana, Matteo Bruni, con un comunicato in cui dice che la morte è avvenuta alle 9:34.
Benedetto XVI nacque il 16 aprile 1927, in Germania, nella piccola cittadina bavarese di Marktl. Entrò in seminario quando era poco più che un bambino, nel 1939, diventando sacerdote nel 1951. Da allora intraprese una lunga e brillante carriera negli studi religiosi e nella Chiesa, che lo portò a farsi una fama di teologo quasi più grande di quella di vescovo (e poi di cardinale).
Anche in virtù di questa fama, il 19 aprile 2005 venne eletto papa con un Conclave durato meno di ventiquattro ore. Il suo papato viene ricordato per un piglio conservatore, specie se paragonato a quello del suo successore, ma in realtà Benedetto XVI fu anche il primo papa a riconoscere ufficialmente e tentare di contrastare il problema della pedofilia nella Chiesa cattolica, in un periodo in cui comunque i casi di abusi e pedofilia nelle chiese europee stavano emergendo con prepotenza. Fu anche il primo papa a incontrarsi con alcune vittime di pedofilia durante i viaggi apostolici.
Vatican bells ring after the announcement of Pope Benedict’s death. pic.twitter.com/m0IruS8r6X
— Times Radio (@TimesRadio) December 31, 2022
Uno degli scandali più eclatanti riguardò il celebre coro di vochi bianche della cattedrale di Ratisbona, in Germania, che fu diretto per trent’anni dal fratello di Benedetto XVI, Georg Ratzinger. Più di recente, a gennaio di quest’anno, era stato pubblicato anche un rapporto sui casi di pedofilia nell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga, di cui Benedetto XVI fu arcivescovo tra il 1977 e il 1982. Secondo il rapporto, commissionato dalla stessa arcidiocesi, Ratzinger non avrebbe preso provvedimenti adeguati di fronte a quattro casi di abusi sessuali su minori. Circa una settimana dopo, il papa emerito rispose alle accuse con una lettera, in cui scrisse:
In tutti i miei incontri, soprattutto durante i tanti viaggi apostolici, con le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti, ho guardato negli occhi le conseguenze di una grandissima colpa e ho imparato a capire che noi stessi veniamo trascinati in questa grandissima colpa quando la trascuriamo o quando non l’affrontiamo con la necessaria decisione e responsabilità, come troppo spesso è accaduto e accade.
Ma l’aspetto più notevole e sicuramente più ricordato del suo papato fu che l’11 febbraio 2013, durante una riunione del Concistoro, Ratzinger comunicò la sua intenzione di dimettersi, una decisione con pochissimi precedenti e che non accadeva da quasi seicento anni. Il papa lo annunciò in latino, quindi la notizia non venne appresa immediatamente dai cronisti presenti in sala stampa. L’unica a capire subito fu la giornalista dell’Ansa Giovanna Chirri, che sapeva il latino, e per questo motivo fu l’Ansa la prima a diffondere la notizia nel mondo. Ratzinger scelse di dare l’annuncio nella settimana dell’inizio della Quaresima, il periodo in cui la Chiesa cattolica invita alle rinunce e al digiuno.
Da allora, Benedetto XVI è stato definito “papa emerito” e si è limitato a una vita estremamente riservata e raccolta, nel monastero Mater Ecclesiae, assistito da padre Georg Gänswein e da quattro membri dell’associazione laicale cattolica Memores Domini.
Il vero motivo delle dimissioni di Benedetto XVI non è mai stato chiarito del tutto, sebbene lui ne abbia parlato in qualche occasione. Per esempio, ha negato di essere stato costretto a dimettersi, o che sia stato influenzato, dicendo sempre di aver agito «in piena libertà». E il giorno delle dimissioni disse che «per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato».
Nella sua biografia uscita nel 2020, Benedetto XVI. Una vita, il papa emerito dice all’autore, Peter Seewald, che non si dimise a causa del cosiddetto scandalo “Vatileaks”, provocato dalla diffusione di documenti riservati riguardanti la gestione finanziaria del Vaticano, come ipotizzato da diverse ricostruzioni giornalistiche. Disse Benedetto XVI: «Una volta ho detto che uno non si può dimettere quando le cose non sono a posto, ma può farlo solo quando tutto è tranquillo. Io ho potuto dimettermi proprio perché riguardo a quella vicenda era tornata la serenità. Non si è trattato di una ritirata sotto la pressione degli eventi o di una fuga per l’incapacità di farvi fronte».