La magistratura iraniana ha accolto il ricorso di un manifestante che era stato condannato a morte
Sabato la magistratura iraniana ha accolto il ricorso di un manifestante che era stato condannato a morte per il suo coinvolgimento nelle grosse proteste contro il regime, in corso in Iran da oltre tre mesi. Il manifestante si chiama Sahand Noor Mohammadzadeh e ha 25 anni: era stato arrestato lo scorso 4 ottobre perché accusato di aver rotto un guardrail e incendiato un cassonetto nel corso delle proteste. Come gli altri manifestanti condannati a morte, Mohammadzadeh è accusato di moharebeh, che in persiano significa più o meno «fare la guerra a Dio». Due condanne a morte sono già state eseguite.
Mohammadzadeh aveva respinto le accuse, dicendo che era stato costretto a confessare reati che non aveva commesso e iniziando uno sciopero della fame. Mizan, il sito di notizie della magistratura iraniana, ha scritto che il suo fascicolo è stato rinviato al tribunale che aveva emesso la condanna per una nuova valutazione: non è detto che questo porti a un annullamento della condanna.
– Leggi anche: Il reato per cui vengono condannati a morte i manifestanti iraniani