Un anno di facce note
L'annuale antologia del Post di gente famosa che valeva la pena fotografare
La nostra rubrica settimanale delle persone che valeva la pena fotografare raccoglie ogni venerdì le cosiddette celebrities che nei giorni prima sono venute bene in foto, che per qualche motivo si sono distinte nell’immagine che le ritrae o hanno fatto molto parlare di sé per qualche motivo. Ma ci sono spesso anche capi di stato, sportivi o personaggi che non hanno a che fare con il mondo dello spettacolo in senso stretto. Tutti esempi che tornano anche nella selezione annuale delle migliori foto di facce note raccolte durante l’anno. Alcune contengono delle notizie – lo schiaffo di Will Smith alla cerimonia degli Oscar, il processo tra Johnny Depp e Amber Heard, o ancora quelli di Kevin Spacey, e la morte della Regina Elisabetta II. Altre hanno attirato l’attenzione di chi si occupa di moda, come quella volta che Kim Kardashian ha indossato un abito di Marylin Monroe o alla sfilata di Coperni è stato fabbricato un vestito addosso a Bella Hadid. Altre ancora dicono di chi si è parlato molto nei mesi passati: Timothée Chalamet al festival di Venezia, insieme a Florence Pugh e ai pettegolezzi su Don’t Worry Darling, o Jennifer Lopez e Ben Affleck.
Tutte hanno qualità estetica notevole, e si potrebbe andare avanti così per ciascuna foto, ma alla fine è bello anche solo guardare il modo in cui illustrano un mondo patinato e spesso distante, ma certamente fotogenico. A seguire invece potete leggere la motivazione originale di quando decidemmo di iniziare, che dice qualcosa in più dei criteri di scelta ed è sempre valida.
Quando nacque il Post ci ponemmo la questione di conciliare una certa ritrosia per la centralità delle celebrities nell’informazione corrente – centralità fatta in massima parte di voyeurismo, gossip e poca informazione – con una consapevolezza dei talenti, rilevanze e risultati di alcune delle suddette celebrities. Ci vennero in aiuto i flussi di immagini delle agenzie fotografiche: per personaggi esaltati da una “civiltà delle immagini”, le immagini stesse sono il modo prioritario per raccontarli. In più decidemmo – ma venne da sé, più che essere deciso – di usare anche sulla scelta dei personaggi i criteri duttili ed eterogenei del Post (mettendo insieme fame le più diverse, dai leader politici alle attrici, agli artisti, agli scrittori, alle modelle, eccetera) e di completare il racconto con informazioni che altri ritengono superflue, riprendendo però anche un’abitudine tradizionale dei rotocalchi pettegoli: l’indicazione delle età dei personaggi.