Il Teatro degli Arcimboldi di Milano ha cancellato lo spettacolo del ballerino ucraino filoputiniano Sergei Polunin

Il direttore ha spiegato che «non c'è il clima per rappresentare uno spettacolo d'arte e trarne le sensazioni corrette»

(Flickr/Ninara)
(Flickr/Ninara)

Il Teatro degli Arcimboldi di Milano ha deciso di cancellare uno spettacolo di danza in programma a gennaio con il ballerino Sergei Polunin. La decisione è stata presa dopo giorni di grosse polemiche per via delle posizioni politiche filorusse di Polunin, che è ucraino ma da tempo ha una grande ammirazione per la Russia e per il suo presidente Vladimir Putin, tanto che nel 2018 se ne tatuò il viso al centro del petto. Il direttore del teatro, Gianmario Longoni, ha spiegato così la decisione di cancellare lo spettacolo:

«Non c’è il clima per rappresentare uno spettacolo d’arte e trarne le sensazioni corrette. Forse il clima è cambiato per sempre».

Negli ultimi mesi Polunin aveva detto spesso di sostenere l’invasione russa dell’Ucraina. Per questo motivo in molti avevano chiesto la cancellazione dello spettacolo al Teatro degli Arcimboldi, che in origine doveva essere rappresentato nel 2019 ma che poi per via della pandemia era stato rimandato al 28 e 29 gennaio del 2023.

Per lo spettacolo di Milano erano già stati venduti 3.500 biglietti, che nei prossimi giorni verranno rimborsati. A proposito delle polemiche per lo spettacolo di Polunin e della successiva decisione di annullarlo, il teatro ha detto in una nota che «in un clima di tensione e minacce riteniamo complicato sostenere le nostre scelte artistiche, i cui valori di pacifismo e tolleranza sono insiti nella programmazione stessa del teatro, che si è già schierato contro le atrocità della guerra ospitando il Gala di danza per la pace nell’aprile 2022».

Polunin già in passato era stato molto criticato per alcune sue dichiarazioni. Nel 2019 avrebbe dovuto esibirsi nel Lago dei cigni all’Opéra di Parigi, ma la sua partecipazione fu cancellata per via di alcuni suoi post dai contenuti omofobi e sessisti pubblicati sui social network.