Perché a Natale e Capodanno ci si bacia sotto il vischio
È una consuetudine che ha a che fare con tradizioni molto antiche, legate alla mitologia e alle caratteristiche della pianta
Tra le consuetudini tipiche del periodo natalizio c’è anche quella secondo cui baciarsi sotto al vischio a Natale o a Capodanno porterebbe fortuna. Oggi baciarsi sotto a un ramoscello di vischio, tenerlo in casa come decorazione o regalarlo sotto le feste è considerato un segno di buon auspicio in molti paesi, tra cui Francia, Regno Unito e Stati Uniti. Anche se in epoca moderna la tradizione risale alla fine del Settecento, secondo varie ricostruzioni sarebbe un’usanza ancora più antica, legata alle peculiarità della pianta, da secoli al centro di usanze e leggende in varie culture.
In tutto il mondo esistono decine di specie di vischio, ma quello più conosciuto in Europa è il Viscum album, che ha foglie oblunghe e carnose con piccole bacche bianche, velenose per l’uomo. Il vischio in particolare è una pianta sempreverde epifita: si serve cioè di altri alberi – come pioppi, querce, tigli, olmi e pini – come supporto per crescere. Fiorisce tra i loro rami anche durante l’inverno, quando le piante che lo ospitano sono spoglie: per questo in varie culture era considerato un simbolo di fertilità, rinnovamento e immortalità.
Nella tradizione celtica, nei primi secoli avanti Cristo, il vischio era considerato sacro e si riteneva che potesse guarire le ferite e allontanare gli spiriti maligni. Anticamente in Scandinavia era invece un simbolo di amore e amicizia. Si pensa inoltre che il “Ramo d’Oro” che permette a Enea di discendere nell’Ade nell’Eneide sia proprio il vischio, considerato un simbolo di vitalità per la sua natura sempreverde.
C’è chi ritiene che la tradizione di baciarsi sotto al vischio in segno di prosperità risalga all’antica Grecia e ai Saturnali (Saturnalia in latino), le antiche feste che si celebravano nell’Impero Romano tra il 17 e il 23 dicembre in onore del dio Saturno. Una delle ricostruzioni più condivise sull’origine della tradizione arriva però dalla mitologia norrena, in particolare dalla storia della divinità Baldr e di sua madre Frigga, dea del matrimonio e della maternità, considerata da gran parte degli studiosi la moglie di Odino.
Secondo il mito delle antiche popolazioni scandinave, Frigga fece giurare a tutte le cose che vivevano sulla terra di non fare mai del male a Baldr, preoccupata che potesse accadergli qualcosa. La dea tuttavia tralasciò il vischio, che non cresce sulla terra ma sugli alberi, e che venne usato dal dio del disordine Loki proprio per uccidere Baldr. Le versioni tramandate del mito poi sono diverse. Una di queste dice che Baldr riuscì a risorgere e in segno di gratitudine Frigga promise un bacio a chiunque fosse passato sotto a un cespuglio di vischio. La pianta insomma cominciò a essere considerata un simbolo del suo amore per il figlio.
Le ricostruzioni storiche più condivise comunque dicono che la consuetudine di baciarsi sotto al vischio in epoca moderna ebbe inizio a fine Settecento in Inghilterra.
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In due libri scritti tra il 1719 e il 1720 dal medico e farmacista John Colbatch c’erano molti riferimenti alle usanze e alle superstizioni sul vischio, ma non c’era alcuna traccia del fatto di baciarcisi sotto. Lo storico Mark Forsyth, autore di un libro sulle tradizioni natalizie, osserva invece che la prima menzione di un bacio sotto al vischio si trova in una canzone inglese del 1784. Al British Museum si trova poi una stampa del 1794 che raffigura alcune persone in una cucina mentre la cuoca Bridget viene baciata «in maniera maleducata» proprio sotto il vischio.
Nel 1836 anche Charles Dickens fece riferimento al bacio sotto al vischio in Il circolo Pickwick. Nel 28esimo capitolo del libro descrive una scena in cui «il signor Pickwick dopo aver baciato, come abbiam detto, la vecchia signora, se ne stava sotto il mistletoe [il nome inglese del vischio, ndr] contemplando con aria beata tutto ciò che gli passava dintorno», e prima che «potesse capire di che si trattasse, si vide circondato da tutta la frotta delle signorine e baciato da tutte, una per una».
Forsyth però attribuisce il merito di aver fatto diffondere la tradizione anche negli Stati Uniti a un racconto scritto nel 1820 dallo statunitense Washington Irving, al rientro da un viaggio in Inghilterra. In una nota del racconto, che ebbe un grande successo, Irving osservava che il vischio veniva usato come decorazione in molte case inglesi e che «i ragazzi avevano il privilegio di baciare le ragazze» sotto di esso. Secondo la tradizione inglese, tra l’altro, una ragazza che rifiutava un bacio sotto il vischio non avrebbe ricevuto alcuna proposta di matrimonio per un anno.
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Oltre che nella cultura popolare e nell’arte, la tradizione di baciarsi sotto al vischio viene citata spesso sia nella musica che nelle serie tv. Una canzone natalizia della popstar Justin Bieber si chiama proprio “Mistletoe”, mentre tra i baci sotto al vischio più conosciuti del cinema ci sono quello tra Harry Potter e Cho Chang in Harry Potter e l’Ordine della Fenice e quello (se così si può definire) di una famosa scena di Batman – Il Ritorno. Batman dice a Catwoman che il vischio, se mangiato, «può essere fatale»; lei gli risponde che «però un bacio dato bene può essere ancora più fatale».
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