Da ormai molto tempo al Post raccogliamo una specie di Spoon River di fine anno, per tre ragioni maggiori: di rispetto, giornalistica, e di servizio. Ovvero, quest’ultima, aiutarci a trattenere l’informazione sulle morti in questione, spesso confusa fuggevolmente nella massa di notizie che si succedono e rimpiazzano ogni giorno. E siccome ogni morte porta una quota di tristezza – che sia specifica rispetto a quella persona, o generale sulla caducità di ogni vita – è giusto non aggiungere a quella tristezza anche il rischio che queste morti e queste persone passino dimenticate. Ancora di più quest’anno di ritorno-alla-normalità, come si è molto atteso e molto detto. Scrittori, scrittrici, politici, politiche, imprenditori, poete, giornalisti, sportivi, attori, scienziati e scienziate, regine, cardinali, attrici, musicisti e musiciste (ma le grandi rockstar quest’anno se la sono cavata meglio di altri), e altrə ancora. Persone che nella quasi totalità hanno fatto grandi cose: pezzi di storia, anche fuori di retorica.