Il gran freddo ha mandato in tilt gli aeroporti e le compagnie aeree negli Stati Uniti
E in particolare la Southwest Airlines, una importante low cost, di cui sono stati cancellati più di 2.500 voli in un solo giorno
L’ondata di freddo e tempeste di neve che negli ultimi giorni ha colpito gran parte degli Stati Uniti ha causato grossi danni al traffico aereo e migliaia di persone sono rimaste bloccate negli aeroporti del paese. Martedì quasi cinquemila voli sono stati cancellati e più di quattromila hanno avuto grossi ritardi. Sono stati cancellati anche più di tremila voli in programma per mercoledì.
I problemi hanno riguardato una compagnia aerea in particolare: la Southwest Airlines, una low cost che è una delle più grandi compagnie aeree degli Stati Uniti e si occupa prevalentemente di voli interni. Più di 2.500 dei voli cancellati martedì erano suoi. I giornali americani stanno descrivendo le grosse difficoltà dell’azienda di queste ore come «il suo più grande disastro operativo» di sempre.
Southwest Airlines non sta riuscendo a riorganizzare i propri voli e a trovarne di alternativi per i propri clienti, in parte per via di un sistema informatico per la gestione delle prenotazioni e della programmazione dei voli inadeguato. Il dipartimento dei Trasporti ha espresso preoccupazione per «il tasso di cancellazioni e ritardi inaccettabile» della compagnia e per le sue mancanze in termini di servizio clienti. Sulla questione è intervenuto anche il presidente Joe Biden, che su Twitter ha detto che la sua amministrazione si assicurerà che le responsabilità delle compagnie aeree siano riconosciute.
Thousands of flights nationwide have been canceled around the holidays.
Our Administration is working to ensure airlines are held accountable.
If you’ve been affected by cancellations, go to @USDOT’s dashboard to see if you’re entitled to compensation. https://t.co/r0YBCPyKes https://t.co/1ZdqhBOAoL
— President Biden (@POTUS) December 27, 2022
Southwest si è più volta scusata per i ritardi e le cancellazioni, definendo i disagi per i passeggeri «inaccettabili» e promettendo rimborsi per i pasti, le notti in albergo e i trasporti alternativi usati dai propri clienti i cui voli previsti tra il 24 dicembre e il 2 gennaio sono stati cancellati o ritardati.
In alcuni aeroporti americani, come quelli di Denver, Chicago e Washington, si sono formate code lunghe ore per poter parlare con gli addetti ai servizi clienti delle compagnie aeree. Inoltre migliaia di bagagli si sono accumulati: molte persone si sono trovate separate dai propri.
Complessivamente i voli cancellati dal 22 dicembre sono stati quasi ventimila in tutti gli Stati Uniti.
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