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  • Martedì 27 dicembre 2022

L’Iran ha deviato un volo per impedire alla famiglia di Ali Daei di lasciare il paese

Lui è uno dei più celebri calciatori della storia iraniana, da mesi sostiene le proteste contro il regime e subisce gravi ritorsioni

Ali Daei nel 2011 (AP Photo/Hasan Sarbakhshian, File)
Ali Daei nel 2011 (AP Photo/Hasan Sarbakhshian, File)

Lunedì le autorità iraniane hanno costretto a un atterraggio imprevisto un aereo di linea diretto a Dubai della Mahan Air, una compagnia privata iraniana, poco prima che uscisse dallo spazio aereo del paese: l’intento era di evitare l’uscita dall’Iran della moglie e della figlia di Ali Daei, un famoso ex calciatore che negli ultimi mesi ha sostenuto le proteste contro il regime.

L’aereo era partito da Teheran, la capitale del paese, e le autorità iraniane hanno ordinato che atterrasse sull’isola di Kish, che si trova nell’estremità meridionale dell’Iran, a poco più di 200 chilometri da Dubai. Secondo l’agenzia di stampa iraniana IRNA, Mona Farrokhazari, la moglie di Daei, non aveva il permesso di uscire dopo che lei e suo marito avevano «sostenuto gruppi anti rivoluzionari e rivoltosi, e incitato allo sciopero». Non è del tutto chiaro, tuttavia, se Farrokhazari avesse un divieto di espatrio formale o meno, e c’è una certa discussione sui media iraniani in proposito. La donna e la figlia non sarebbero state arrestate, e secondo IRNA sono «libere di tornare a Teheran».

Ali Daei, ex capitano della nazionale iraniana di calcio dal 2000 al 2006, è considerato uno dei giocatori asiatici più forti di tutti i tempi ed è estremamente popolare in Iran. Negli ultimi mesi Daei aveva sostenuto in maniera molto esplicita le proteste contro il regime che erano cominciate dopo la morte di Mahsa Amini, una donna arrestata a Teheran dalla polizia religiosa perché non indossava correttamente il velo, e che secondo la famiglia è stata uccisa in un centro di detenzione. Da allora le proteste si sono estese a tutto il paese, con migliaia di persone che chiedono l’allentamento delle rigide regole religiose e la fine del regime teocratico che governa l’Iran.

Daei in questi mesi è diventato uno dei più celebri sostenitori delle proteste, e ha subìto per questo la ritorsione del regime. A inizio dicembre, le autorità avevano chiuso un ristorante e un negozio di sua proprietà, dopo che aveva deciso di aderire a uno sciopero generale in favore dei manifestanti. Prima ancora, Daei si era rifiutato di partecipare ai Mondiali di calcio in Qatar, per protesta.

Daei ha detto ai media che sua moglie e sua figlia erano dirette a Dubai per un breve viaggio e che non stavano fuggendo. Lui in ogni caso era rimasto in Iran.