Ci sono stati scontri con la polizia durante la manifestazione dei curdi a Parigi
Era stata organizzata dopo che venerdì un uomo aveva ucciso tre attivisti curdi fuori da un centro culturale della città
Centinaia di persone si sono trovate a Place de la République, la grande piazza di Parigi dove spesso si organizzano proteste e manifestazioni sui temi più svariati, per rendere omaggio alle tre persone che ieri sono state uccise in una sparatoria contro un centro culturale curdo in rue d’Enghien, nel decimo arrondissement. La manifestazione in piazza è stata principalmente pacifica, ma nelle strade laterali ci sono stati scontri con le forze dell’ordine anche violenti, che hanno portato al rovesciamento di varie auto parcheggiate, alcune delle quali sono state incendiate.
La maggior parte dei manifestanti era di etnia curda, di età diverse: si sono riuniti per piangere le tre persone uccise e chiedere maggiore protezione e ascolto da parte del governo francese. Alla veglia hanno partecipato anche diversi politici francesi, tra cui l’ex ministro della Cultura Jack Lang. Tra i vari simboli di organizzazioni e partiti curdi sventolati dai presenti c’erano anche le bandiere del PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, un’organizzazione politica e paramilitare di estrema sinistra che opera soprattutto in Iraq e che è considerata un’organizzazione terroristica dalla Turchia e da vari paesi occidentali.
Già venerdì c’erano stati scontri tra la polizia e alcune persone vicino al centro culturale curdo in cui era avvenuto l’attacco, dopo che il ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin era andato sul posto per esprimere la propria solidarietà. Darmanin è noto per le sue posizioni controverse sulla comunità musulmana in Francia. Dopo l’attacco di venerdì, Darmanin aveva detto che non c’erano gli estremi per ritenere che si trattasse di un attacco diretto specificatamente contro la comunità curda – che in Francia conta 250 mila persone – ma che potesse essere una sparatoria contro “gli stranieri” in generale.
– Leggi anche: Cosa sappiamo dell’attacco al centro culturale curdo a Parigi
Secondo Berivan Firat, portavoce del centro democratico curdo di Francia – un’organizzazione nazionalista curda la cui sede si trova nel centro culturale “Ahmet Kaya”, preso di mira dall’attentatore di venerdì – le violenze durante la manifestazione sarebbero state causate da una provocazione diretta. «Alcuni agitatori sono passati a bordo di un veicolo» sventolando una bandiera turca e facendo il gesto tipico dei “Lupi grigi”, un’organizzazione militare ultranazionalista turca, e «questo ha provocato automaticamente la rabbia dei nostri manifestanti più giovani», ha detto Firat.
Almeno un’automobile e un cassonetto sono stati dati alle fiamme. Secondo un giornalista di Le Parisien che si trovava sul campo, ad attaccare le automobili e i cassonetti sarebbero stati dei piccoli gruppi di persone incappucciate. Le stazioni della metropolitana Bastille, Chemin-Vert e Sébastien-Froissant, tutte nei pressi di Place de la République, sono state chiuse al pubblico per ragioni di sicurezza. Alcuni manifestanti hanno anche lanciato oggetti contro la polizia, che ha risposto con gas lacrimogeni.
Chaos dans le centre de Paris, des véhicules retournés et incendiés. Affrontements en cours. pic.twitter.com/h5JvCTZo94
— Remy Buisine (@RemyBuisine) December 24, 2022
Per molti dei partecipanti alla manifestazione, la sparatoria di ieri non è un atto isolato di razzismo, ma «un attentato terroristico» o, quanto meno, «un atto politico». I curdi, infatti, sono una popolazione marginalizzata, sia in quanto provenienti dal Medio Oriente e spesso arrivati in Francia come rifugiati durante le ondate migratorie degli ultimi anni, sia in quanto parte di una popolazione a cui da un secolo viene ciclicamente promessa e poi negata la costruzione di uno stato indipendente.
Già nel 2013, tre militanti femministe curde furono uccise in un attacco a Parigi che fu descritto come “un’esecuzione” e che, secondo le autorità francesi che hanno indagato sul caso, potrebbe avere legami con l’intelligence turca.