In Scozia è passata una legge che faciliterà il cambio dei documenti alle persone trans
È stata approvata con ampia maggioranza dopo un lungo dibattito, ma il governo britannico potrebbe bloccarne l'entrata in vigore
Il parlamento scozzese ha approvato una legge che permetterà alle persone trans di ottenere un certificato ufficiale che attesti il genere in cui si riconoscono senza bisogno di una diagnosi psicologica, e di poterlo richiedere a partire dai 16 anni. La legge era stata proposta per la prima volta sei anni fa dalla prima ministra Nicola Sturgeon ed è stata una delle più dibattute tra i partiti e l’opinione pubblica nella storia recente della politica scozzese. La discussione è andata avanti per due giorni fino alla tarda serata di mercoledì ed è stata approvata giovedì con 86 voti favorevoli e 39 contrari.
La Scozia è l’unico paese del Regno Unito ad aver approvato una riforma che faciliti il riconoscimento ufficiale del genere delle persone trans. La legge dovrebbe entrare in vigore all’inizio del prossimo anno, ma il governo britannico guidato da Rishi Sunak ha fatto sapere che sta valutando di opporsi, cosa che non è mai successa ma che è prevista nel Regno Unito nel caso in cui le leggi di uno stato entrino in conflitto con quelle del governo centrale.
In Scozia le persone trans possono cambiare il proprio nome e il proprio genere sui documenti dal 2005, ma secondo il governo le procedure per richiedere la modifica erano eccessivamente invadenti e complicate, al punto da disincentivare alcune persone dal farla.
La nuova legge permetterà alle persone trans sopra i 16 anni (prima erano 18) di fare richiesta di un certificato ufficiale che attesti il genere in cui si riconoscono senza bisogno di una diagnosi di disforia di genere (la condizione di disagio di cui soffre chi non si riconosce nel genere legato al proprio sesso di nascita), presentando solo un’autocertificazione. È quello che già succede in altri paesi europei come Irlanda, Danimarca, Norvegia, Portogallo e Svizzera: in Italia invece la diagnosi di disforia di genere è necessaria. La legge appena approvata ridurrà inoltre le tempistiche della pratica: prima infatti era obbligatorio aver vissuto almeno 2 anni come donne (nel caso di donne trans) o come uomini (nel caso di uomini trans) per poter fare la richiesta, mentre ora saranno sufficienti tre mesi, o sei per le persone di 16 e 17 anni.
La ministra della Giustizia sociale Shona Robison ha presentato la versione definitiva del disegno di legge in parlamento definendola «un passo importante per una Scozia più equa». Nonostante la proposta sia passata con una larga maggioranza, nel più importante partito al governo, l’SNP, ci sono stati 9 voti contrari, tra cui quello della ex ministra della Sicurezza Ash Regan, che si era dimessa a ottobre proprio in segno di protesta per questa riforma. È stata la più grande rottura interna al partito da quando l’SNP è andato al potere nel 2007.
In generale, il dibattito parlamentare sui diritti delle persone trans in Scozia ha creato una forte polarizzazione negli ultimi mesi. L’argomento più ripetuto da attivisti e associazioni contrarie alla riforma, e sostenuto tra gli altri anche dalla scrittrice J.K. Rowling (l’autrice dei libri di Harry Potter), è che facilitare il cambio dei documenti alle persone trans renda le cose più facili anche a uomini malintenzionati che vogliano fingersi donne per aver accesso a luoghi e servizi solo femminili. Poco prima del voto finale in parlamento, dalle tribune aperte al pubblico si sono sentite grida come «vergogna» e «oggi è un giorno buio» e fuori dal palazzo si è radunata una folla di manifestanti contrari, con cartelli a favore dei «diritti delle donne», intese in senso biologico, e con scritto «le donne non resteranno zitte».
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Assecondando i timori degli attivisti contrari alla riforma, il partito Conservatore aveva proposto di introdurre nella legge il divieto per le persone con una condanna per aggressione sessuale di poter fare richiesta di cambio di genere sui documenti, ma non è passata. Dopo il voto, Robison ha risposto alle critiche dicendo che «i diritti delle persone trans non sono in competizione con i diritti delle donne e, come spesso accade, le cose migliorano per tutti quando chi viene discriminato agisce come alleato e non come oppositore».