Il calcio australiano ha un problema di tifo violento
Lo si è visto durante l’ultimo derby di Melbourne, interrotto per l’aggressione dei tifosi a un giocatore in campo
Sabato scorso, poche ore prima della finale dei Mondiali di calcio, a Melbourne era in programma il derby del campionato locale tra le due squadre principali della città: City contro Victory. L’umore generale era alto, soprattutto dopo l’ottimo Mondiale giocato in Qatar dalla Nazionale australiana, tornata agli ottavi di finale dopo 16 anni.
La grande attesa per il derby era stata confermata dai biglietti venduti, circa 30mila: una delle folle più numerose viste nelle ultime stagioni. Eppure la partita si è conclusa malissimo. È stata sospesa e interrotta definitivamente dopo neanche mezzora di gioco a causa dell’invasione di campo dei tifosi del Melbourne Victory, i quali hanno aggredito il portiere avversario, ferito l’arbitro e alcuni addetti alla sicurezza.
Quel fine settimana le tifoserie organizzate delle squadre australiane stavano protestando contro la decisione della Federazione di far giocare a Sydney le finali dei campionati maschile e femminile dei prossimi tre anni. I tifosi chiedevano di prendere in considerazione anche altre città, per non concentrare soltanto a Sydney gli appuntamenti principali della stagione: in Australia i vincitori dei campionati nazionali vengono infatti decisi con finali in gara unica.
Mentre in altri stadi del paese i gruppi di tifosi avevano deciso di lasciare gli spalti a partita in corso, le proteste di sabato scorso a Melbourne erano sembrate da subito più aggressive.
A una ventina di minuti dal calcio d’inizio, un fumogeno lanciato dai tifosi del Victory era finito vicino al portiere del City, Tom Glover, che lo aveva preso da terra e rilanciato in tribuna. Il gesto di Glover ha scatenato le reazioni dei tifosi più vicini alle balaustre, che sono entrati in campo lanciando un bidone di metallo in faccia a Glover, uscito dal campo sanguinante, e ferendo altre persone lì presenti.
Le reazioni a quello che è successo sono state diverse, tra l’amarezza di chi ha lavorato in questi anni per rendere il calcio un vero e proprio movimento nazionale e la richiesta di sanzioni esemplari. Due tifosi identificati tra gli invasori di campo hanno già ricevuto il divieto a vita di accedere agli stadi del paese, e altre sanzioni simili sono attese.
Il giorno stesso degli incidenti, Danny Vukovic, esperto portiere australiano dei Central Coast Mariners, aveva scritto su Twitter: «Il nostro sport ne esce a pezzi. Quello che è successo è una vergogna assoluta. Non riesco a credere che dopo un Mondiale straordinario che aveva confermato il nostro potenziale sia stato fatto un danno così irreparabile. È il peggior giorno nella storia del calcio australiano».
Negli ultimi vent’anni il calcio australiano ha fatto dei notevoli passi in avanti. Pur essendo confinato in una dimensione minore per via della sua lontananza geografica da tutti i principali campionati esteri, il movimento è riuscito a creare un torneo locale tutto sommato competitivo e partecipato. Le cose migliori sono state fatte con le nazionali maschili e femminili, composte sia da giocatori dei campionati locali che da tanti provenienti dall’estero. In questo modo, e con il passaggio dalla confederazione oceanica a quella asiatica, l’Australia è diventata ormai da tempo una presenza fissa nei maggiori tornei internazionali.
La crescita del calcio australiano è paragonabile a quella statunitense, anche se, con le dovute differenze, l’Australia ha saputo ottenere risultati migliori. Le somiglianze tra i due movimenti riguardano anche il tifo: in un paese in cui altri sport hanno maggior tradizione, il calcio australiano ha saputo ritagliarsi sempre più spazio tra il pubblico. Nel tempo si sono creati dei veri e propri gruppi di tifosi organizzati che riprendono usanze e stili del tifo europeo. Alcuni di questi gruppi, però, sembrano aver preso anche le connotazioni peggiori del tifo europeo, e negli ultimi anni hanno cominciato a creare diversi problemi di ordine pubblico, come è stato dimostrato dagli incidenti di Melbourne.
Tra i provvedimenti attesi, si sta parlando anche della possibilità che il Melbourne Victory giochi il resto della stagione a porte chiuse, cosa che però finirebbe per danneggiare soprattutto il pubblico rimasto estraneo agli incidenti. I dirigenti del campionato australiano hanno detto che avranno bisogno di tempo per prendere le decisioni più giuste, anche se tra pochi giorni, il 26 dicembre, il Melbourne Victory dovrebbe giocare un altro derby cittadino contro il Western United.
– Leggi anche: Il processo al capo del rugby francese