L’Ucraina è il paese dell’anno dell’Economist
E non poteva che essere così, ha scritto il settimanale britannico, citando quattro importanti qualità mostrate dagli ucraini nella guerra contro la Russia
L’Economist ha scelto l’Ucraina come paese dell’anno: è un riconoscimento che il settimanale britannico, tra i più autorevoli al mondo in ambito di economia e politica, assegna ogni anno dal 2013. Nell’editoriale con le motivazioni della scelta, l’Economist ha scritto che assegnare questo titolo di solito richiede grossi dibattiti all’interno della redazione, ma che quest’anno non è stato così: «Per la prima volta da quando abbiamo iniziato ad assegnare il titolo di paese dell’anno nel 2013, la scelta è stata ovvia: non può che essere l’Ucraina».
Il titolo di paese dell’anno dell’Economist non viene assegnato al paese che sta meglio di tutti gli altri, che sia il più pacifico o il più ricco, ma a quello che ha mostrato i miglioramenti maggiori in vari ambiti (lo scorso anno era stato assegnato all’Italia, e negli scorsi anni a Uruguay, Tunisia, Myanmar, Colombia, Francia, Armenia, Uzbekistan e Malawi).
La scelta di quest’anno è piuttosto in controtendenza: l’Economist ha spiegato come nel 2022, a causa dell’invasione russa, l’Ucraina non abbia fatto registrare miglioramenti in campo economico o nella qualità della vita, anzi. Per via della guerra, l’economia ucraina va malissimo e le condizioni di vita della popolazione ucraina sono decisamente peggiorate rispetto al 2021.
Eppure, nonostante una situazione così complicata, l’Ucraina ha saputo mostrare al mondo quattro importanti qualità: l’eroismo del popolo ucraino, che ha saputo resistere all’attacco russo; l’ingegno nel saper individuare i punti deboli dei russi, nel sapersi adattare rapidamente ai cambiamenti nella guerra e nel saper sfruttare al massimo le armi inviate dai paesi occidentali; la resilienza, perché «gli orrori che Putin continua a infliggere agli ucraini non sembrano aver intaccato il loro morale»; e infine la capacità di diventare una fonte di ispirazione per tutti i popoli del mondo, dimostrando che «gli sfavoriti possono resistere ai prepotenti, anche quando questi sono enormi».
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