• Mondo
  • Mercoledì 21 dicembre 2022

L’Ucraina è il paese dell’anno dell’Economist

E non poteva che essere così, ha scritto il settimanale britannico, citando quattro importanti qualità mostrate dagli ucraini nella guerra contro la Russia

Un bambino su un carro armato russo distrutto, in Piazza Indipendenza, a Kiev (Alexey Furman/Getty Images)
Un bambino su un carro armato russo distrutto, in Piazza Indipendenza, a Kiev (Alexey Furman/Getty Images)

L’Economist ha scelto l’Ucraina come paese dell’anno: è un riconoscimento che il settimanale britannico, tra i più autorevoli al mondo in ambito di economia e politica, assegna ogni anno dal 2013. Nell’editoriale con le motivazioni della scelta, l’Economist ha scritto che assegnare questo titolo di solito richiede grossi dibattiti all’interno della redazione, ma che quest’anno non è stato così: «Per la prima volta da quando abbiamo iniziato ad assegnare il titolo di paese dell’anno nel 2013, la scelta è stata ovvia: non può che essere l’Ucraina».

Il titolo di paese dell’anno dell’Economist non viene assegnato al paese che sta meglio di tutti gli altri, che sia il più pacifico o il più ricco, ma a quello che ha mostrato i miglioramenti maggiori in vari ambiti (lo scorso anno era stato assegnato all’Italia, e negli scorsi anni a Uruguay, Tunisia, Myanmar, Colombia, Francia, Armenia, Uzbekistan e Malawi).

La scelta di quest’anno è piuttosto in controtendenza: l’Economist ha spiegato come nel 2022, a causa dell’invasione russa, l’Ucraina non abbia fatto registrare miglioramenti in campo economico o nella qualità della vita, anzi. Per via della guerra, l’economia ucraina va malissimo e le condizioni di vita della popolazione ucraina sono decisamente peggiorate rispetto al 2021.

Eppure, nonostante una situazione così complicata, l’Ucraina ha saputo mostrare al mondo quattro importanti qualità: l’eroismo del popolo ucraino, che ha saputo resistere all’attacco russo; l’ingegno nel saper individuare i punti deboli dei russi, nel sapersi adattare rapidamente ai cambiamenti nella guerra e nel saper sfruttare al massimo le armi inviate dai paesi occidentali; la resilienza, perché «gli orrori che Putin continua a infliggere agli ucraini non sembrano aver intaccato il loro morale»; e infine la capacità di diventare una fonte di ispirazione per tutti i popoli del mondo, dimostrando che «gli sfavoriti possono resistere ai prepotenti, anche quando questi sono enormi».

– Leggi anche: I droni ucraini usati per favorire la resa dei soldati russi