I talebani hanno vietato alle donne di accedere all’università
Le avevano già escluse dalla maggior parte delle scuole secondarie e avevano già imposto molti limiti alla loro libertà
In Afghanistan i talebani hanno vietato alle donne di accedere all’educazione universitaria. Lo ha fatto sapere il ministero dell’Istruzione superiore in una lettera che è stata diffusa in serata dalla tv locale Tolo News e che è stata inviata a tutto il governo e alle università del paese. Nella lettera si dice: «Vi informiamo di mettere in opera l’ordine di sospensione dell’istruzione delle donne fino a nuovo ordine». La decisione del governo limita ulteriormente la libertà delle donne e il loro accesso all’istruzione formale.
Da quando avevano ripreso il controllo dell’Afghanistan, nell’agosto del 2021, i talebani avevano già escluso le donne dalla maggior parte delle scuole secondarie, che sono l’equivalente di medie e superiori italiane. Inizialmente avevano stabilito che le donne avrebbero potuto continuare a frequentare l’università, ma in corsi riservati, separati da quelli frequentati dai maschi, e tenuti da docenti donne o uomini anziani. Avevano comunque proibito alle donne di accedere ad alcune facoltà come ingegneria o economia.
Tre mesi fa, in tutto il paese, migliaia di ragazze afghane avevano sostenuto gli esami di ammissione universitaria alle facoltà che erano rimaste loro accessibili. Ora, dopo la decisione di escluderle completamente, l’istruzione formale femminile sarà permessa solo fino ai dodici anni.
Dopo l’annuncio del ministero dell’Istruzione superiore una studentessa universitaria ha detto alla BBC che i talebani hanno «distrutto l’unico ponte» che poteva darle un futuro: «Come posso reagire? Credevo di poter studiare e di cambiare il mio futuro o di portare della luce nella mia vita, ma hanno distrutto tutto».
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Oltre ai limiti imposti alla loro istruzione, i talebani hanno limitato la libertà delle donne in modo molto significativo, con misure simili a quelle che avevano caratterizzato il primo regime talebano nel paese, tra il 1996 e il 2001.
Il governo le ha escluse dalla maggior parte delle professioni, ha stabilito che le donne afghane non possano allontanarsi da casa se non accompagnate dai loro mariti o da altri maschi della famiglia, le ha obbligate a indossare il burqa (cioè l’abito che copre integralmente il corpo) in tutte le occasioni pubbliche e, dallo scorso novembre, ha impedito alle donne di entrare nei parchi pubblici e nei parchi di divertimento di Kabul, la capitale del paese: la misura era stata giustificata con alcune presunte violazioni delle direttive della sharia, l’insieme di princìpi morali e giuridici islamici che i talebani applicano in una forma estremamente radicale.
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