Le polemiche sul mantello dato a Messi dopo la vittoria dei Mondiali
È un abito tradizionale arabo da cerimonia chiamato “bisht”, ed è finito per sempre nelle immagini della premiazione
Le immagini di Lionel Messi che solleva la Coppa del Mondo vinta con l’Argentina erano attesissime dai tifosi di mezzo mondo, perché hanno segnato la consacrazione di una carriera eccezionale e l’ingresso del giocatore, secondo molti, tra i più grandi della storia del calcio, assieme a Pelè e Diego Armando Maradona. In quelle foto però rimarrà per sempre un particolare insolito e un po’ strano, che infatti ha attirato molti commenti e critiche: un mantello nero indossato sopra la maglia dell’Argentina.
A nessun capitano di una nazionale vincitrice del Mondiale era mai stato richiesto di mettersi addosso qualcosa sopra alla divisa della propria squadra nelle foto ufficiali della premiazione. Subito prima di consegnare la coppa a Messi, invece, l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani, attuale regnante del Qatar, gli ha fatto indossare un bisht, un mantello nero con decorazioni oro, che nella cultura araba si usa durante le cerimonie. Messi l’ha tenuto addosso anche dopo, durante i festeggiamenti con la squadra, come si vede in molte delle foto della serata (a un certo punto poi se l’è tolto, e ci sono anche sue foto senza).
Messi’s black cloak is called a 'Beshth'. Arabian warriors wore it after a victory. It’s also worn by the royal family. King of Qatar honoured Messi as a sign of respect. Signifying Messi as a warrior who won for his country Argentina pic.twitter.com/TMStG6mo57
— Tallie Dar (@talliedar) December 18, 2022
In tanti, già durante la premiazione, hanno accusato le autorità del Qatar di aver voluto in qualche modo “coprire” la maglia del calciatore e della squadra vincitrice con un simbolo del paese ospitante, già al centro di enormi critiche e polemiche per come ha ottenuto l’assegnazione di questi Mondiali, per il mancato rispetto dei diritti umani e dei lavoratori e, nell’ultima settimana, anche per il caso di presunta corruzione di alcuni rappresentanti delle istituzioni dell’Unione Europea che lo coinvolge.
Messi verrà ricordato come il protagonista indiscusso di questo Mondiale, l’ultimo della sua grandiosa carriera e il primo vinto dall’Argentina dopo 36 anni: che nelle foto che potrebbero essere le più importanti e significative della sua vita sportiva abbia dovuto indossare uno strano mantello è sembrato a molti irrispettoso e ingiusto. Allo stesso tempo, è noto anche il suo rapporto particolare con il Qatar, di cui era per certi versi il calciatore-immagine in questi Mondiali: gioca infatti nel Paris Saint-Germain, il ricchissimo club di proprietà del fondo sovrano qatariota.
I Mondiali di quest’anno sono i primi a essere ospitati da un paese arabo. Il segretario generale del comitato organizzatore del torneo del Qatar, Hassan Al Thawadi, ha detto a BBC Sport che il bisht è «un vestito per un’occasione ufficiale, indossato per le celebrazioni» e che i Mondiali hanno offerto «l’opportunità di mostrare al mondo la nostra cultura araba e musulmana. Non si trattava del Qatar, era una celebrazione regionale».
Alcuni commentatori hanno definito quello dell’emiro un ennesimo gesto di “sport washing” da parte del Qatar, cioè di sfruttamento dei valori dello sport per veicolare un’immagine di sé più positiva ed eticamente integra. Un’altra critica diffusa ha evidenziato il fatto che il bisht è un simbolo religioso della tradizione musulmana, e che per questo non dovrebbe essere accostato a un evento internazionale e laico come i Mondiali di calcio.
In molti paesi arabi il bisht è usato in contesti religiosi ma non solo. È indossato dagli uomini delle famiglie reali o anche, per esempio, durante i matrimoni: il padre dello sposo lo fa indossare al figlio in modo simile a come è avvenuto tra l’emiro e Messi durante la premiazione. Esiste da migliaia di anni ed è in generale considerato un simbolo di dignità e regalità: offrirlo a qualcuno significa riconoscergli rispetto e apprezzamento. Inoltre il 18 dicembre, il giorno della finale, in Qatar si festeggiava la festa nazionale del paese, in memoria dell’unificazione avvenuta nel 1878, e in quell’occasione è tradizione che il bisht venga indossato dagli uomini che rappresentano le autorità.
Tra i tanti che hanno commentato la vicenda online alcuni hanno fatto notare come un fatto simile fosse già accaduto nella storia dei Mondiali di calcio, senza che ne seguissero così tante polemiche. Nel 1970, infatti, al calciatore brasiliano Pelé fu fatto indossare un tradizionale sombrero messicano durante i festeggiamenti per la vittoria della coppa in Messico. Anche senza considerare le differenze tra il contesto politico del Messico del 1970 e quello del Qatar del 2022, però, la differenza è che Pelè non indossò il sombrero nelle foto ufficiali della premiazione, ma soltanto durante i festeggiamenti successivi, e inoltre il cappello non copriva la divisa della sua nazionale.
When pèle wore the sombrero after winning #WorldCup in Mexico , everyone saw that as coexistence and sending a message that we are all one in football ,but when Messi wore bisht people saw it as gesture that ruined the moment ,live your life and stop whining over little things pic.twitter.com/pPeIQTxf1u
— ahmed baokbah 🇸🇦🏎✈️ (@ahmed_baokbah) December 18, 2022
Non è chiaro se la vestizione di Messi con il bisht fosse stata concordata con la FIFA, l’organizzazione che governa il calcio internazionale, ma appare molto probabile: nel momento in cui avveniva sul palco c’era anche il presidente Gianni Infantino che non è apparso stupito dal gesto, e che ha dato indicazioni a Messi su cosa fare dopo aver preso la coppa in mano. Non è chiaro neanche se lo stesso Messi fosse stato avvisato di quello che sarebbe successo, ma dal suo comportamento sembra plausibile che anche lui fosse preparato.