A cosa serve la formazione continua
In questo momento di crisi, è importante per le piccole, medie e micro imprese: c'è un fondo nato per incentivarla
In questi ultimi mesi il contrasto all’aumento del costo delle materie prime è diventato uno dei temi principali del dibattito politico. Gli aumenti non sono però un fatto recente: erano già cominciati prima dell’inizio della guerra in Ucraina, a causa di tutte le distorsioni create dalla pandemia, come la mancanza di molti materiali e i relativi problemi nella produzione. Per esempio, la pandemia aveva già reso più caro per le aziende reperire le materie prime necessarie alla produzione. La guerra in Ucraina ha ulteriormente peggiorato la situazione, soprattutto facendo aumentare enormemente il costo dell’energia elettrica e del gas.
A subire gli effetti di questi rincari delle materie prime, soprattutto quelle energetiche, sono state, oltre alle famiglie, anche le imprese, in particolare le piccole e le micro (cioè quelle con, rispettivamente, meno di 50 e 10 dipendenti). Ciò vale ancora di più per quelle italiane, che già prima della crisi economica dovuta alla pandemia facevano fatica ad adeguarsi alle innovazioni tecnologiche più recenti, e che oggi devono affrontare le conseguenze di due anni complicati.
Uno degli strumenti con cui le aziende possono cercare di superare questa fase complicata è la formazione continua, cioè l’aggiornamento costante delle competenze. Solitamente, quando parliamo di “formazione continua” siamo portati a pensare a quei corsi che devono obbligatoriamente seguire insegnanti e professionisti, e che danno diritto ai cosiddetti crediti formativi professionali. Per i professionisti la formazione continua è stata introdotta dal decreto del presidente della Repubblica 137 del 2012, “riforma degli ordinamenti professionali”, che la definisce come «uno specifico dovere del professionista». Per gli insegnanti invece la formazione continua è stata regolamentata dalla legge 107 del 2015: la formazione dei docenti è definita dalla legge «obbligatoria, permanente e strategica».
La formazione continua non è però qualcosa che riguarda soltanto insegnanti e professionisti, ma è un processo che dovrebbe coinvolgere tutti i lavoratori e le aziende. Le piccole imprese si trovano però nella situazione di dover aggiornare le proprie competenze rispetto ai cambiamenti della società e del mercato in un momento già difficile visto l’aumento generale dei costi, quindi con minori risorse a disposizione.
Aumentare le possibilità delle aziende, in particolare quelle artigiane, di accedere alla formazione continua è l’obiettivo di Fondo Artigianato Formazione, in breve Fondartigianato. È stato fondato nel 2001 dopo che la legge 388 del 2000 ha istituito i fondi Interprofessionali per la Formazione Continua, enti privati previsti con lo scopo di gestire i contributi versati dalle aziende per la formazione e l’aggiornamento dei propri dipendenti: Fondartigianato, costituito dalle principali associazioni del mondo artigiano (Confartigianato, CNA, Casartigiani e CLAAI) e dai principali sindacati italiani (CGIL, CISL e UIL), è stato il primo ente di questo tipo.
Per iscriversi a Fondartigianato non ci sono costi aggiuntivi rispetto ai contributi per la formazione continua previsti dalla legge 388 del 2000: l’azienda deve soltanto scegliere di destinare al fondo, attraverso il proprio consulente del lavoro, il proprio commercialista o il proprio ufficio paghe, il cosiddetto “contributo obbligatorio INPS contro la disoccupazione involontaria”, pari allo 0,3 per cento del monte salari dei propri lavoratori, cioè cioè il totale delle retribuzioni lorde percepite dai lavoratori.
Una volta iscritte a Fondartigianato le aziende possono accedere alla formazione attraverso due strumenti: gli Inviti e il Conto Aziendale. Gli Inviti funzionano come dei bandi: Fondartigianato ogni anno pubblica una serie di linee di finanziamento (cioè una somma di denaro a disposizione per la formazione in diversi settori). Le aziende (o gli enti di formazione incaricati dalle aziende stesse) si possono candidare con un progetto formativo: il contributo ricevuto in caso di assegnazione dell’Invito sarà sostanzialmente più alto rispetto a quanto l’azienda ha versato con i propri contributi (si tratta di un contributo mutualistico, cioè di un’assistenza da parte di forma associativa che permette ai propri membri di ottenere insieme qualcosa che altrimenti, da soli, non si potrebbero ottenere). Il Conto Aziendale (che sarà attivo dal 2023) è invece uno strumento che permetterà alle aziende con almeno 50 dipendenti di utilizzare i contributi versati a Fondartigianato per fare formazione in modo autonomo.
Quest’anno, oltre all’Invito 1-2022, che ha destinato 20 milioni di euro per
finanziare la formazione delle imprese e dei lavoratori grazie a cinque linee di finanziamento, Fondartigianato ha ampliato la sua offerta con l’Invito 2-2022 che prevede due nuove linee di finanziamento. La linea 6, dedicata alla formazione tecnico-professionale per le microimprese fino a 9 dipendenti (1 milione di euro), e la linea FNC (350mila euro), finalizzata a finanziare la formazione collegata al rimborso del costo delle ore di lavoro previsto dal Fondo Nuove Competenze.
Si tratta, quest’ultimo, di un fondo pubblico cofinanziato dal Fondo sociale europeo, nato per contrastare gli effetti economici della pandemia. Viene gestito dall’Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro (ANPAL) e permette alle imprese di adeguare le competenze dei lavoratori, destinando parte dell’orario di lavoro alla formazione, principalmente per quanto riguarda le competenze ambientali e digitali. Le ore di stipendio del personale in formazione sono a carico del Fondo Nuove Competenze per il 60 per cento, mentre i contributi previdenziali per il 100 per cento. Fondartigianato, in quanto fondo interprofessionale per la formazione continua, finanzia il costo dell’attività di formazione delle imprese e dei lavoratori, cioè un contributo ulteriore rispetto alle ore di stipendio del personale coperte dal Fondo Nuove Competenze.
Per quanto riguarda l’iscrizione al Conto aziendale, le aziende possono aderire singolarmente oppure – nel caso dell’Impresa unica o per le aziende legate da vincoli di controllo societario – associandosi, ripartendo liberamente le risorse versate. Per iscriversi basta registrarsi sul sistema informativo del fondo e richiedere l’attivazione del Conto Aziendale direttamente dalla piattaforma online per la candidatura dei progetti. Il Conto Aziendale consente all’azienda di accumulare l’80 per cento della contribuzione versata mensilmente. Il progetto normalmente viene valutato ed approvato da Fondartigianato entro 30 giorni e il contributo è erogato di norma entro un massimo di 60 giorni, a seguito della presentazione del rendiconto.
Il presidente di Fondartigianato Fabio Bezzi e il vicepresidente Claudio Sala hanno spiegato che oltre ai 20 milioni già stanziati nel 2022 il fondo ha scelto di ampliare gli strumenti a disposizione per perseguire due obiettivi: «Da un lato, grazie al Conto Aziendale e all’integrazione con il Fondo Nuove Competenze, fornire alle imprese e ai lavoratori strumenti innovativi per accedere alla formazione in modo semplice e incentivante. Dall’altro, grazie a una linea di finanziamento dedicata alle microimprese, potenziare ulteriormente il sostegno verso l’impresa artigiana, che oggi più che mai deve ricevere tutto il supporto possibile».